Credit Agricole Lombardia: accadde un caldo pomeriggio di agosto

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Sempre più frequentemente qualcuno in preda ad un delirio di onnipotenza e, ormai incapace di gestire le proprie emozioni, si lascia andare a frasi sgradevoli. Quel che ci lascia sconcertati è che sono sempre gli stessi soggetti, che pur essendo stati più volte segnalati all’Azienda e alla Commissione sulle politiche commerciali per i comportamenti difformi dagli accordi e dalle normative in essere, continuano a persistere con i medesimi comportamenti disdicevoli.

A questo punto, visto che gli episodi non cessano, evidentemente ci troviamo di fronte a individui che si dimostrano bellamente incuranti dei richiami dell’Azienda, nonostante questa ci abbia costantemente assicurato di aver fatto interventi atti a richiamare questi soggetti al rispetto delle normative e soprattutto delle persone.

Succede infatti che in una call qualcuno, per invitare alla partecipazione alla conference settimanale tenuta dal Responsabile della D.R. sul prodotto del momento, dica:” non me ne frega un c…o se siete in ferie, dovete collegarvi lo stesso”.
Lo stesso personaggio che poche settimane fa si era bruscamente disconnesso da un incontro dicendo ai colleghi che “se non accendevano la telecamera è perché si stavano facendo i c…i loro…”

Le OO.SS. condannano con fermezza la maleducazione e tale inqualificabile comportamento, soprattutto perché messo in atto da figure professionali anche apicali e ribadiscono con forza che mai può essere giustificato da una qualsivoglia esigenza lavorativa.

Non vogliamo soffermarci sulla situazione dei punti vendita, figlia di un drastico e ingiustificato ridimensionamento degli organici, di budget calati dall’alto e delle ambizioni di DR, manager e specialisti che incuranti della realtà (e questa è la cosa più grave) continuano a esercitare pressioni, che nelle intenzioni di alcuni non dovrebbero avere mai fine.

Ci vogliamo invece concentrare su quello che la frase implica e cioè il mancato rispetto delle persone, delle normative aziendali, del codice di comportamento, del codice etico, degli accordi sulle politiche commerciali e, non ultimo, del CCNL che ha recentemente sancito il diritto inviolabile alla disconnessione.

Un’azienda come la nostra che vive sui media, dove non perde occasione per evidenziare come sia alla continua ricerca del benessere per i propri dipendenti non può e non deve permettere che alcuni dei propri manager pretendano di minare la serenità delle persone persino nei pochi momenti in cui possono effettivamente staccare la spina e dedicarsi al recupero psico-fisico, previsto dalle normative sulla sicurezza e dal CCNL.

Manager che si dimostrano incapaci di cambiare il loro “modus operandi”, che ripetono quotidianamente sempre gli stessi concetti sterili, incapaci di motivare ma capacissimi a creare insoddisfazione e malumore che possono sfociare in gravi forme di stress.
Per altro lo stesso “invito” a collegarsi anche se in ferie pare sia stato espresso anche da altri soggetti e la cosa adombra il sospetto che si tratti di una strategia imposta dall’alto più che l’iniziativa dei singoli.

A fronte delle segnalazioni le OO.SS. si sono rivolte direttamente al Direttore Regionale, che per incarico riveste il ruolo di “garante” del rispetto delle regole e dei comportamenti corretti, ricevendo rassicurazioni circa un intervento immediato di scuse, cosa effettivamente avvenuta, tramite una call conference straordinaria nella quale però lo stesso D.R. pare abbia espresso “fastidio” per le pressioni ricevute da parte delle OO.SS., avallando di fatto i comportamenti deviati.

Inoltre succede anche che alle 16:45 (!!!) del primo venerdì di agosto sia stata indetta da parte del D.R. e di un manager di zona una call conference di allineamento commerciale per un gruppo di filiali, call che purtroppo si è protratta ben oltre 17:15.
La cosa di per sè non sarebbe grave se tale riunione fosse durata solamente 5 minuti. Giova ricordare a chi ha poca memoria che l’orario di lavoro termina alle 16:50, giova ricordare a chi ha poca memoria che precisa normativa aziendale emanata solo pochi mesi orsono detta le regole per le riunioni specificando che queste, oltre ad essere programmate con ampio margine di anticipo, debbano essere svolte, quindi iniziare e terminare, durante l’orario di lavoro.

Alla luce anche di questo le OO.SS. devono purtroppo constatare che gli sforzi fatti per creare un dialogo costruttivo con la D.R. sono risultati insufficienti a eliminare o quantomeno a ridurre i comportamenti distonici e in alcuni casi addirittura inosservanti delle regole da parte di chi ne dovrebbe essere garante, il tutto in perfetta antitesi con quanto ripetutamente dichiarato dall’azienda in merito a rispetto e benessere aziendale.

Da oggi ogni manifestazione contraria alle normative contrattuali, aziendali e agli accordi vigenti sarà trattata nelle sedi opportune e con ogni mezzo a nostra disposizione, è tempo che rispetto, sostenibilità e benessere diventino tangibili e non dei concetti meramente astratti.

Milano, 9 agosto 2021

LE RSA FABI / FIRST CISL / FISAC CGIL / UILCA / UNISIN DELLA D.R. LOMBARDIA

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