Vulpes pilum mutat, non mores
Venerdì 02.07.2021 abbiamo ricevuto dall’AGCOM la delibera, formalmente approvata, con la quale si è istituzionalizzata la “nuova” organizzazione degli uffici.
La modifica degli assetti esistenti deve avvenire, a nostro avviso, con la piena conoscenza e consapevolezza del retroterra, in termini di competenze e interlocuzioni, ai diversi interventi di regolazione e vigilanza e nell’ottica di:
• rendere la struttura pienamente funzionale alle sfide che l’attendono;
• non vanificare il lavoro svolto, spesso con lunghi e difficili percorsi di accreditamento istituzionale;
• non disperdere il know how acquisito;
• essere massimamente proattivi rispetto all’obbligo di valorizzare le attribuzioni di competenze e attività svolte dalla sede di Napoli, in linea con l’impegno inderogabile assunto nell’Accordo sindacale del 28 dicembre 2015.
Due dunque i pilastri concettuali rispetto ai quali valutare la bontà dell’assetto proposto: funzionalità, e territorialità.
Una valutazione, nell’interesse dei lavoratori, che in assenza di qualsivoglia interlocuzione preventiva resta preclusa a queste Organizzazioni sindacali.
L’unico dato che ad oggi emerge nella sua chiarezza, destando forti preoccupazioni, è la scomparsa del Servizio Ispettivo, Registro e Corecom. Un Servizio di grande importanza per il prestigio della sede di Napoli, in quanto cura gli aspetti operativi dei rapporti in essere con il Nucleo della Guardia di Finanza, della Polizia postale e delle telecomunicazioni e con i Corecom. Il Servizio Ispettivo ha da sempre rappresentato un fiore all’occhiello della sede di partenopea dell’AGCOM ed i suoi funzionari hanno negli anni acquisito e dimostrato una notevole esperienza nell’ambito di un’attività tanto delicata qual è quella ispettiva.
Eliminare il Servizio ispettivo, assegnando alle Direzioni anche le connesse attività ispettive, rischia di compromettere l’esercizio della funzione e assesta un ulteriore colpo letale alla sede napoletana dell’AGCOM.
Per quanto ci dispiaccia sottolinearlo, perché avremmo sperato non ve ne fosse nuovamente l’esigenza, tale modo di agire rappresenta l’ennesimo cazzotto in faccia ai lavoratori dell’Autorità della sede di Napoli, alla città di Napoli e a tutto il Meridione.
Siamo inoltre stupiti e sdegnati che, nuovamente, l’intero processo di revisione dell’attuale struttura organizzativa si sia svolto e concluso senza la minima interlocuzione con le organizzazioni sindacali in pieno ed evidente contrasto con quanto stabilito all’articolo 3 della Convenzione in tema di relazioni sindacali adottata con la delibera n. 113/01/CONS.
Articolo richiamato nella ben nota, ma volutamente dimenticata, ordinanza del giudice Ruoppolo, che, nel sancire l’annullamento, per comportamento antisindacale, delle delibere di approvazione della precedente riorganizzazione, ha ordinato all’Autorità ad attenersi agli obblighi di informativa e di trattativa di cui al summenzionata convenzione.
L’Autorità avrebbe dovuto illustrare alle organizzazioni sindacali i programmi in tema di modifiche organizzative che possano avere effetti di generale rilevanza sul personale dipendente; organizzare un incontro finalizzato allo scambio di reciproche considerazioni inviando alle stesse organizzazioni, almeno dieci giorni prima, tutta la documentazione necessaria. A loro volta, le organizzazioni sindacali avrebbero potuto formalizzare un documento di risposta con le proprie valutazioni. Infine, l’Autorità avrebbe dovuto comunicare alle organizzazioni sindacali le proprie valutazioni conclusive.
Nulla di tutto questo si è verificato. L’Autorità si è limitata a informare le OO.S.S. dell’avvenuta approvazione della delibera n. 216/21/CONS con la quale è stato definito lo schema della nuova organizzazione degli uffici che sarà successivamente illustrato senza che vi sia la benché minima possibilità di poter formulare osservazioni su una decisione i cui effetti sul personale dipendente sono scontati oltre che evidenti.
Non bisognava certo scomodare la nozione di dipendenza sensibile alle condizioni iniziali per capire che in un sistema articolato come quello dell’Autorità sono sufficienti piccole variazioni nella struttura organizzativa per determinare variazioni significative nel personale coinvolto.
Se questa riorganizzazione fosse avvenuta nel pieno rispetto dell’articolo 3 dell’accordo sindacale del 2001 gli impatti sul personale sarebbero stati quantomeno rilevati e forse anche tenuti in debita considerazione dall’amministrazione, prima dell’approvazione in via definitiva della nuova struttura degli uffici.
Ciò non è accaduto e di conseguenza non resta altra strada (il confronto trasparente e democratico non è una pratica prevista in AGCOM) che attivare tutte le procedure politiche, sindacali e soprattutto giudiziarie per porre fine a questa radicata convinzione di superiorità e di disprezzo verso le organizzazioni sindacali, considerate un pessimo interlocutore al punto da escluderle sistematicamente da ogni valutazione riguardante la struttura organizzativa degli uffici e del personale dell’Autorità.
Con l’approvazione della delibera che istituisce la nuova organizzazione, dispiace dirlo, traspare un comportamento di una Amministrazione superba e tracotante (la hybris, parola che gli antichi Greci utilizzavano per chi, accecato dal proprio ego, si sopravvaluta prevaricando gli altri).
RSA AGCOM
FISAC/CGIL – FIRST/CISL – UILCA/UIL