Donne Campania: in memoria di Orlando

Ma quanto sono soli i nostri adolescenti?

Quanto si sono sentiti soli ed isolati durante questa pandemia

E quanto ci siamo isolati, irrigiditi, incattiviti tutti, in questa situazione di isolamento forzato?

Altro che “ne usciremo migliori”: ne stiamo uscendo solo più soli… e infatti, si assiste sempre più spesso a episodi di risse e bullismo tra adolescenti, forse alla esasperata ricerca di un modo per scaricare la rabbia derivante da una solitudine che era già fortemente evidente nella ns società, che è stata ancor più esasperata dal lock down.

Ed ecco allora che un ragazzo di 18 anni, stanco di subire angherie e vessazioni; stanco di sentirsi “diverso” e di essere discriminato, bullizzato per il suo orientamento sessuale, decide che non vale più la pena di lottare per far valere i propri diritti, non vale più la pena lottare per far sentire la sua voce unendola a quella di tanti altri come lui, e decide di compiere il gesto di resa più estremo: togliersi la vita.

Quali erano i suoi sentimenti, quali i suoi pensieri? E quanto dolore stava provando, dentro, Orlando? Quanta paura aveva verso chi lo ha “oppresso”, per citare le parole della madre, che lo ha definito oppresso e non depresso.

Il suo gesto, l’ennesimo, è una grande sconfitta per la nostra società: un gesto che dovrebbe far riflettere tutti, in un momento in cui si discute tanto di un disegno di legge, il Ddl Zan, che probabilmente non risolverà tutte le problematiche, ma che potrebbe essere un ulteriore strumento per cambiare dalle radici il paradigma di questa società che nell’individualismo trova ancora la sua principale ragion d’essere.

L’Italia dimostra di essere un paese che non crede realmente nell’inclusione, di chi ha un colore di pelle diverso, delle donne, dei poveri, degli immigrati, degli omosessuali, ovvero di coloro che sono ancora considerate le categorie più deboli.

Più fatti e meno parole: sembra una frase scontata, eppure è la sola che può sintetizzare il momento che stiamo vivendo. Difendiamo i diritti dei più deboli, prendiamo finalmente atto che non può esistere una libertà di esprimere parole d’odio. Assumiamo anche consapevolezza che non basta, non basterà una legge per rendere effettiva la parità e il rispetto verso omosessuali, gay e transgender se non ci sarà un cambiamento culturale.

Certo, comunque è un inizio, e da qualche parte bisogna pure iniziare… affinché non ci siano altre vittime d’odio, come Orlando.

Esecutivo Donne Fisac-CGIL Campania

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