Oggi torniamo a parlare di PAS.
La scorsa settimana abbiamo cercato di accendere un faro su una sentenza della Cassazione, che smaschera i costrutti ascientifici, ideologici e stereotipati della sindrome di alienazione parentale, detta più semplicemente sindrome della madre cattiva. Nel nostro Paese molte sentenze di separazione si concludono con la decisione del giudice di allontanare figli e figlie dalle cure materne, perché il loro rifiuto di vivere con il padre, viene interpretato come la conseguenza di una manipolazione attuata dalle madri. Questa ipotesi contro accusatoria viene utilizzata soprattutto nei casi di separazione promossi dalle moglie a causa di comportamenti violenti dell’uomo e trasforma le donne da vittime ad accusate, come spesso accade nei casi in cui cercano di reagire alla violenza maschile.
Oggi riprendiamo l’argomento, focalizzando la nostra attenzione sulle azioni, che la nostra organizzazione è impegnata a mettere in campo a difesa di donne e minori, innanzitutto l’azione di mobilitazione che ci vedrà tutte e tutti impegnati il 17 giugno in piazza e sui social a fianco di associazioni e movimenti della società civile
Ufficio Politiche di Genere
Roma, 10/06/2021
Oggetto: Presidio contro la Pas o Sindrome della madre malevola
Care compagne e cari compagni,
con sentenza del 19 maggio, la Corte di Cassazione è tornata per la terza volta a condannare la cosiddetta teoria della Pas – o sindrome della madre malevola – definendola un costrutto ascientifico, una “teoria nazista” che si basa su un pregiudizio di genere contro le donne.
Disconosciuta da tutta la comunità medico-scientifica, purtroppo questa teoria trova ancora la sua applicazione presso i Tribunali civili e minorili con conseguenze pesantissime sui minori. Secondo il suo ideologo, uno psichiatra americano che aveva fatto del suo centro di attività la difesa dei pedofili e degli uomini violenti, per ristabilire il rapporto tra questi padri e i bambini che avevano paura di incontrarli si doveva “resettare” i minori allontanandoli dalla madre a tempo indeterminato e collocandoli presso il padre.
Questa teoria anima anche il decreto Pillon, che lo rendeva un meccanismo automatico negli articoli 16 e 17. Anche per questo le nostre organizzazioni lo hanno ostacolato con tutte le forze, insieme alle altre associazioni, fino ad impedirne l’approvazione. Va detto che a ricorrere alla Pas, nella quasi totalità dei casi, sono uomini denunciati per violenza domestica e violenza assistita.
Purtroppo, nonostante le sentenze della Cassazione e le posizioni espresse dalle comunità scientifiche internazionali, sono in aumento i provvedimenti di allontanamento forzoso dei minori dalle madri. E, anche quando poi la sentenza non decreta la Pas, nel percorso di accertamento le donne subiscono quella che anche il Grevio condanna come vittimizzazione secondaria delle donne. La paura di vedersi togliere i figli, tra l’altro, rappresenta oramai un vero e proprio deterrente alla denuncia per violenza.
Proprio per chiedere una legge volta a fermare questa deriva saremo in piazza insieme alle tante associazioni e alle parlamentari impegnate su questo tema.
L’appuntamento è per giovedì 17 giugno dalle ore 15,00 alle ore 17,00 a Roma in Piazza Montecitorio.
Nei prossimi giorni invieremo tutti i dettagli organizzativi.
Fraterni saluti.
Susanna Camusso | Giorgia Fattinnanzi |