Non è tutto oro ciò che luccica. Sono passati mesi da quando l’intero tavolo sindacale ha avanzato la giusta rivendicazione di riconoscere un premio ai colleghi impegnati a lavorare in presenza già dai primi giorni drammatici di questa terrificante pandemia.
La richiesta fu reiterata durante la plenaria del Comitato Aziendale Europeo dell’1 dicembre 2020 quando, in quella sede, chiedemmo un assegno simile a quello percepito dai colleghi portoghesi, ricalcando quanto già attuato da altri istituti bancari.
Non possiamo che essere soddisfatti di questa corrispondenza alle nostre richieste per i lavoratori della rete, ma prima di gridare “va tutto bene madama la marchesa” crediamo sia opportuno restare con i piedi ben saldi per terra e analizzare ciò a cui nostro malgrado stiamo assistendo in questi giorni.
- Il dr. Tarantola ha annunciato, per lo stesso motivo, di quintuplicare ai DAF ed ai DGF questo premio di 300 euro. Anche questo annuncio ci rende felici ma non ci sfugge che, ancora una volta, l’azienda conceda una “regalia” senza alcun criterio di trasparenza, esattamente come nello scorso anno, e si rifiuta di discutere e contrattualizzare con le OO.SS. un’indennità di ruolo con regole condivise.
- Il taglio ingiustificato dell’incentivante avvenuto ancora una volta all’ultimo momento contraddicendo alle stesse regole che l’azienda si era data, con motivazioni singolari, mentre dall’altro lato rigetta la nostra ricorrente proposta di confrontarsi sul tema in maniera concreta e condivisa.
- La richiesta di restituzione di un rateo, non meglio definito, dell’assegno di disagio percepito dai colleghi trasferiti lontano dalla propria residenza.
- Ed infine la notizia che l’azienda non intenderebbe pagare la stessa quota cash degli anni scorsi del VAP pur avendo raggiunto tutti gli indicatori del precedente accordo scaduto.
Ecco, non vorremmo che la “magnanimità” aziendale venga finanziata dalle tasche di tutti noi. Cioè, in definitiva, non vorremmo da una parte ricevere un bonus e dall’altra un taglio. Non ci piace il solito ritornello aziendale per il quale “i soldi sono i miei e decido io come distribuirli” (tema sul quale abbiamo le nostre idee), e non ci piace il metodo di dare con una mano e togliere con l’altra. Soprattutto se, a questo metodo, seguono le pubblicità che leggiamo sulle testate giornalistiche o nei bilanci sociali d’impresa, secondo le quali la nostra azienda è attenta ai propri dipendenti e ai propri stake-holder.
Ci auguriamo che tutti i premi che benediciamo, e che ci fanno piacere quando corrispondono a nostre legittime richieste, abbiano sempre la dignità e la trasparenza di un onesto rapporto sinallagmatico e non una “regalia” che nasconde un lento e continuo attacco alle condizioni economiche della gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori e minano le fondamenta del contratto integrativo patrimonio di noi tutti.
La segreteria di Coordinamento Fisac CGIL Bnl Giovedì 18 marzo 2021