Dipartimento Politiche di Genere: dichiarazione al Direttivo sullo sciopero dell’8 marzo

Dichiarazione al Comitato Direttivo Del 23.02.2021

Intervengo a nome dell’Esecutivo Donne e limitatamente allo sciopero internazionale dell’otto marzo.

Le parole del S.G. danno fiducia in una ricomposizione avanzata delle divisioni che nel tempo ci hanno attraversate e attraversati su questo tema.

Con la copertura politica oggi espressa, compiamo un passo importante verso il rispetto delle diverse sensibilità, riconoscendo a compagne e compagni la piena libertà e autonomia di aderire e contribuire a uno sciopero che ha una forte componente simbolica oltre che rivendicativa.

Per dare una copertura sostanziale, chiediamo una verifica della Segreteria Nazionale anche sulla possibilità di proclamare lo sciopero a cura delle nostre strutture sindacali, senza esperire il tentativo di conciliazione, già esperito da altre organizzazioni sindacali presenti nel settore.

E’ necessario quindi chiarire bene se e per quali comparti e aziende ci sono già per quest’anno i tempi utili per la proclamazione autonoma da parte delle strutture.

Per i casi in cui – per effetto delle norme sulla proclamazione dello sciopero nei servizi essenziali – i tempi non siano sufficienti – va garantita con chiarezza libertà di coscienza e dignità alla scelta autonoma di partecipazione allo sciopero, anche se proclamato da altre organizzazioni sindacali.

In attesa di indicazioni dalla Confederazione, vogliamo valorizzare la copertura politica della categoria come un importante risultato, che ci permetterà di lavorare tutte e tutti con più forza – nel reciproco rispetto delle differenze – per costruire mobilitazione politica a tutti i livelli intorno ai diritti delle donne.

Vogliamo essere chiare. Non crediamo sia un merito delle sole donne, né in particolare del nostro Coordinamento, che pur si è confrontato sul tema nel tempo, fino all’ultima Assemblea delle Delegate, senza mai far mancare il rispetto delle diverse sensibilità sul tema che si sono sempre espresse, senza che questo abbia scavato solchi tra le compagne. E’ stata sempre una grande prova di maturità.

Crediamo sia piuttosto un grande risultato collettivo di donne e uomini.

Un risultato che premia la determinazione di chi ha creduto fin dall’inizio a questa mobilitazione, per il suo respiro largo, sia dal punto di vista geografico – per la dimensione internazionale – che dal punto di vista sociale – per la presenza dei movimenti, che sono un pungolo di vitalità e partecipazione in un’epoca di affievolimento del senso collettivo.

Un risultato che arriva in un momento cruciale, perché la pandemia ha accresciuto in modo esponenziale le differenze.

Un risultato che è più che altro un punto di partenza perché dovremo saper dare davvero priorità alle istanze delle donne, al riconoscimento del contenuto economico, valoriale e di competenze dell’attività di cura.

Priorità in tutta la nostra azione contrattuale e rivendicative generale.

Priorità perché non si tratta di istanze delle donne per le donne ma di istanze di donne e uomini che, oltre a portare ad un maggiore sviluppo economico da dati ormai inconfutabili, vanno nella costruzione di una società e un’economia più eque, sostenibili, solide e solidali.

Per finire, non possiamo esimerci dal notare come la discussione su questi temi sia purtroppo ancora minoritaria, e lo dimostrano i pochi interventi che si sono soffermati su questo argomento in questo stesso direttivo.

Per fare dei passi avanti dobbiamo tutte e tutti impegnarci a confrontarci tra noi e con le lavoratrici e i lavoratori sulle discriminazioni e sui modi di combatterle e avanzare, in tutte le occasioni utili, a partire dai direttivi per arrivare alle assemblee dei luoghi di lavoro.

Esecutivo Donne Nazionale

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