Comunicato UBI 18 gennaio 2021
ISP: 1000 ASSUNZIONI ULTERIORI
UN SEGNALE POSITIVO CHE MERITA ALCUNE CONSIDERAZIONI
Come noto, nella giornata di giovedì, Intesa Sanpaolo ha dichiarato che procederà a ulteriori 1.000 assunzioni, in aggiunta alle 2.500 già previste dall’accordo del 29 settembre 2020. La decisione – che origina dalle istanze di parte sindacale, a partire dalle richieste avanzate dalle Segreterie nazionali – segue alla intenzione dichiarata il 14 dicembre dall’azienda al tavolo di trattativa di accogliere tutte le domande di esodo presentate dai dipendenti sia di provenienza ISP che UBI: si delineano pertanto oltre 7.200 uscite volontarie, contro una previsione di circa 5.000 contenuta nell’accordo del 29.09.2020.
A distanza di qualche giorno dall’annuncio riteniamo opportuno esprimere alcune considerazioni.
La decisione rappresenta indubbiamente “un segnale forte e positivo” come dichiarato dallo stesso Segretario generale della FISAC CGIL, Nino Baseotto, perché conferma (seppure in difetto) il principio del rapporto di 1 assunzione ogni 2 uscite a cui le Organizzazioni sindacali del settore si pongono l’obiettivo di dare applicazione in occasione degli accordi sugli esodi.
Nel contempo, riteniamo che ci sia un limite nella riduzione dei livelli occupazionali che un’azienda può sostenere senza compromettere la sua operatività, peggiorando ulteriormente le condizioni di lavoro, già in molti casi estremamente difficili.
I nuovi ingressi porteranno a –3.700 il saldo uscite/entrate rispetto al –2.500 previsto dall’accordo citato: numero anche questo assai rilevante che ci aveva indotto durante la trattativa a chiedere quantomeno garanzie sui tempi di ingresso e sulla collocazione dei neoassunti, rivendicando attenzione al supporto alla rete e alle zone svantaggiate del Paese.
Nella rete le condizioni di lavoro non sono già oggi più sostenibili e non consentono, nonostante gli sforzi di chi vi lavora, di offrire un adeguato servizio alla clientela.
Con l’aumento delle uscite risulta ancora più indispensabile che l’attenzione sancita dall’accordo si traduca in azioni concrete, ponendo fine a scelte organizzative che negli anni hanno impoverito le filiali.
Né può essere risolutivo un eventuale ulteriore intervento di chiusura degli sportelli, non solo per le ripercussioni in termini di mobilità professionale e territoriale, bensì anche per gli effetti negativi che tale processo ha già ampiamente determinato nei confronti di famiglie e imprese a seguito dell’abbandono da parte delle aziende del settore di centinaia di comuni, oggi privi di un minimo presidio bancario.
La rete ha bisogno di assunzioni, non di essere impoverita e smantellata.
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