Il termine “rete” può richiamare diversi significati, da quello informatico come traduzione della parola internet, a quello relazionale inteso come insieme di contatti.
Nella nostra azienda, invece, l’accezione prevalente è quella che evoca la funzione di cattura, di stretto vincolo dal quale è impossibile liberarsi. Una rete di agenzie nella quale le colleghe ed i colleghi vivono ogni giorno situazioni di profondo disagio, che sembrano impossibili da superare perché, da parte aziendale, non vengono implementati i necessari correttivi per mitigare la sensazione di completo abbandono che ormai si respira quotidianamente.
Ribadire, come è stato fatto nell’incontro di mercoledì 11 novembre, che per tutte le agenzie -comprese quelle nelle zone rossevige ancora la regola generale del 100% di presenza in sede, significa non rendersi conto che la situazione nel nostro paese è peggiorata drammaticamente. Significa avere come unica bussola quella del profitto, e non quella che tutti vorremmo da un’azienda sinceramente preoccupata per le sue risorse, ossia quella dell’attenzione alla salute delle persone.
Vergognoso che in questo periodo di emergenza sanitaria globale, la dirigenza usi la mobilità interna come minaccia di trasferimento forzato per i colleghi della rete BNL che non raggiungono gli obiettivi di budget.
A questo punto ci domandiamo se vi siano direttive di qualche manager, contrarie alle norme aziendali e contrattuali, che per essere veicolate si debba far ricorso a minacce da bullo?!?
I manager che decidono tali strategie, non leggono i bollettini che giornalmente forniscono un quadro di contagi in costante aumento? Noi ne siamo ben consapevoli, e per questo abbiamo posto con forza 4 punti:
- Il ripristino del flexible working per la rete commerciale: è necessario che le persone possano limitare, anche separzialmente, l’uscita dalle loro abitazioni;
- Evitare ai colleghi della rete spostamenti fra agenzie o per recarsi dai clienti: gli spostamenti espongono le persone ad un rischio di contagio potenzialmente molto più elevato, sia perché spesso avvengono attraverso i mezzi pubblici, sia perché moltiplicano le occasioni di contatto;
- Ritorno alla modalità di ricezione della clientela esclusivamente su appuntamento: scaglionare in maniera certa gli ingressi e tracciare puntualmente tutti gli incontri è un modo per ridurre il rischio ed avere una mappatura precisa di tutti i contatti avuti, elemento essenziale per circoscrivere eventuali focolai.
- Ripristino delle operazioni essenziali per tutelare sia i dipendenti che la clientela, dobbiamo limitare gli accessi alle agenzie alle sole operazioni strettamente necessarie.
Siamo convinti che questi siano gli elementi essenziali per rendere la rete un posto di lavoro più tranquillo e sicuro, e dare così un segnale di attenzione ai lavoratori della rete, i quali sanno bene che, fino ad ora, sono stati considerati esclusivamente come numeri per il raggiungimento del budget. Lo abbiamo già denunciato con forza nello scorso comunicato, “SOLI”, e siamo determinati a non lasciar correre: questo l’azienda lo sa perché è stato detto a chiare lettere durante l’incontro, e dunque vogliamo che, già dalla prossima settimana, si abbiano risposte in tal senso. L’Azienda si trincera dietro al fatto che, da parte governativa non è stato proclamato una nuova chiusura; eppure, la situazione è molto simile – anzi, per certi versi più pericolosa – di quella che abbiamo vissuto da marzo fino a metà giugno.
Le misure proposte dal Sindacato sono di buon senso: sono le stesse condivise e attuate durante il precedente lockdown che hanno dato ottimi risultati, evidenziati anche dal numero esiguo di contagi tra i colleghi.
Oggi invece, in assenza delle stesse misure, i numeri sono cresciuti esponenzialmente.
Le esigenze di business non possono prevalere sulla sicurezza e sulla salute delle persone: è grazie ai colleghi della Rete commerciale BNL se l’Azienda continua la sua attività nei territori. E’ giunto il momento di riconoscerne lo sforzo collettivo e il senso di responsabilità individuale.