Da giorni, alcuni colleghi dell’IT di Milano sono stati posti in appoggio alla DAACA (attività finanza), in attesa di essere ricollocati su altre mansioni, con la motivazione che l’attività specialistica che stavano svolgendo aveva il responsabile a Mantova.
Contemporaneamente sul sito della PF1 Consulting, società di sviluppo software e telecomunicazioni, è comparsa una offerta di lavoro rivolta alla ricerca di 3 professionalità analoghe a quelle dei colleghi spostati. La sede di lavoro è Milano e Mantova: in quest’ultimo caso presso la sede del COG MPS.
Questa discutibile scelta, oltre a non valorizzare appieno le professionalità esistenti in Azienda, aumenta le già ingenti spese di consulenza esterna più volte denunciate da queste OO.SS., oltre a contraddire quanto dichiarato dall’ A.D. del COG MPS di voler riportare all’interno le competenze.
Siamo andati a vedere sul sito della PF1 Consulting e non ci ha sorpreso “scoprire” che tra i partner principali di questa Società ci sia anche la ben nota ACCENTURE, vivaio formativo di molti tra i dirigenti assunti nella ultima era e fornitrice di numerosi consulenti attualmente impiegati nella Banca, oltre che nel Consorzio.
Non è risparmio di costi, ma vera e propria distruzione di valore, un film purtroppo già visto anche nella maggior parte del nostro settore, dove vengono pagate fatture milionarie alle società di consulenza per veder smontare a pezzi le aziende. Si buttano fuori lavoratori e saperi, si pagano milioni e si assumono anche i dirigenti per farlo, e rischiamo di non avere più nemmeno il controllo del nostro ciclo produttivo.
Niente di diverso e stesse preoccupazioni se ci spostiamo dai poli lombardi agli altri poli del Consorzio, tutti accomunati anche dalla stessa situazione igienica, ormai arrivata ai limiti della decenza:
“…..è arrivato profumo al MPS per fare pulizia, ma non nei bagni del Consorzio …”
E’ triste essere costretti a fare battute per denunciare una situazione inaccettabile per la quale l’Azienda si era impegnata a individuare le soluzioni opportune, pur tenendo conto dell’impegno di razionalizzare i costi.
Per ora il conto è stato fatto pagare al personale delle ditte delle pulizie al quale è stato ridotto l’orario di lavoro e ai dipendenti MPS che lavorano in ambienti al limite delle condizioni igieniche tollerabili.
Sempre riguardo agli ambienti, saremmo curiosi di sapere a quale logica di risparmio o di efficienza risponda la creazione di “open space” ai piani alti del civico 60 di Via Ricasoli : questo spazio condiviso vede realmente a contatto di gomito colleghi che si occupano della gestione del personale, organizzazione, monitoraggio servizi, contatti con i fornitori.
Se per gruppi di lavoro omogenei questa condivisione degli spazi può facilitare la comunicazione a vantaggio della produttività, non ci pare si possa ottenere lo stesso tipo di vantaggi “ammucchiando” persone che svolgono compiti diversi, che in alcuni casi richiederebbero fosse garantita una minima riservatezza.
In questo contesto si inserisce l’iniziativa propagandistica MPS INSIEME del 6 aprile prossimo.
Migliaia di titolari di filiale e di responsabili di strutture sono stati “costretti” a partecipare “volontariamente” a questo evento con la finalità di presentare il posizionamento della Banca, esaminare l’andamento aziendale, fare squadra.
Sarebbe necessario un po’ più di rispetto per chi finora ha fatto fronte alla crisi di immagine della Banca, mettendo la propria faccia e la propria professionalità di fronte alla clientela ed all’opinione pubblica, con un forte attaccamento all’Azienda e profondendo quotidianamente un impegno encomiabile: sperperare una incongrua quantità di denaro per viaggio, alloggio e buffet, in spregio ai sacrifici richiesti ai lavoratori, è un vero insulto a queste persone .
Il clima di timore e insicurezza che c’è adesso in Azienda è il principale ostacolo alla coesione ed alla serenità di tutti i dipendenti, che sono la principale risorsa di questo nostro MPS: l’unica realmente capace di portare la Banca fuori dalle attuali difficoltà.
Speriamo che la nostra voce raccolga il consenso di tutti coloro a cui sta a cuore il nostro lavoro e la nostra dignità.
Siena, 5 aprile 2013