Crédit Agricole: opinioni divergenti

OPINIONI DIVERGENTI, DOVE STA LA VERITA?

Recentemente il CEO ha rivolto un video messaggio a tutti i dipendenti, esprimendo un invito al senso di responsabilità, alla protezione sanitaria ed alcuni concetti più che condivisibili sul rispetto, oltre che ad un atteso (forse preteso) give back e infine ad un doveroso run di fine anno.

E’ indubbiamente apprezzabile che sia stato accolto l’invito formulato dagli RRLLSS e affermata la disponibilità, da parte dell’azienda, ad allargare a tutti i dipendenti e quindi a tutta la rete, su base volontaria, la somministrazione dei test sierologici. Il numero di aderenti è infatti incoraggiante e molto positivo, per quanto riguarda il tema della sicurezza, a beneficio della tranquillità dell’azienda, dei colleghi e delle loro famiglie.

Meno apprezzabili sono state le considerazioni sulla ripartenza sulle quali vorremmo esprimerci sulla scorta delle reazioni riportateci dai colleghi.
Il concetto di give back espresso, atteso come “dovere morale”, “rispetto verso l’azienda”, al fine di restituire quanto l’azienda ha fatto per i propri dipendenti, stona rispetto al dovere e al senso di responsabilità sempre dimostrato dai dipendenti, soprattutto durante un periodo emergenziale grave e protratto per mesi che ha messo a dura prova la resistenza psico-fisica di tutti. E’ stato detto che è il momento di “mettere giù la testa e pedalare” e di “incominciare a restituire all’azienda ciò che ha fatto per voi”.
Per quanto riguarda le ferie, sul quale è stato affermato che ne sono state fatte già abbastanza pertanto da adesso verranno ridotte il più possibile, si deve ricordare all’azienda che i 10 giorni extra di solidarietà derivano anche da contributi versati dai colleghi e previsti da protocolli nazionali ai fini emergenziali.
Lo abbiamo già scritto, ad inizio pandemia c’è stata la corsa, supportata da apposita circolare, a pianificare lo smaltimento del 100% delle ferie, ex festività, banca ore ecc. e a nulla sono valse le richieste delle OO.SS. di rivedere la pianificazione che come avevamo evidenziato prima della firma dell’accordo, avrebbe portato al deserto nelle filiali in un momento in cui non ci potevamo permettere di impoverire ulteriormente gli organici già vessati da una politica di sistematica contrazione che l’azienda porta avanti da anni a danno della salute delle colleghe e dei colleghi e dalla necessità di ridurre la presenza al 50% per i noti problemi pandemici. Quindi poco importa se, magari mal volentieri, le colleghe ed i colleghi hanno accettato di panificare le ferie in periodi non proprio congeniali per aderire alla richiesta di smaltimento totale e poco importa se le filiali hanno dovuto tirare fuori il coniglio dal cilindro per garantire pianificazione ed il rispetto della stessa e contemporaneamente il servizio, moltiplicando allo sfinimento le proprie energie, e alle quali si chiede un ulteriore sforzo per “restituire” all’azienda non si sa cos’altro.

Sfugge forse al vertice aziendale che i colleghi sono sempre stati presenti, hanno sempre garantito un servizio eccellente, hanno assistito la clientela rassicurandola con la loro presenza, si sono sempre recati in filiale con il terrore negli occhi ma con l’immancabile sorriso stampato sulla faccia, con impegno e dedizione immutati, anche quando di presidi di protezione non se ne vedeva l’ombra e si sono arrangiati come meglio potevano, riconosciamo che poi molto è stato fatto ma al manifestarsi della pandemia l’azienda in questo è mancata.

Sfugge forse al vertice aziendale che i colleghi hanno superato con la propria forza di volontà e nell’intento di dare il miglior servizio possibile, le mancanza organizzative, in alcuni casi al limite del caos totale, come nel caso del decreto liquidità, istruzioni confuse e modificate innumerevoli volte in corso d’opera.

A dimostrazione che i colleghi ci sono sempre stati ci sono alcuni dati e sono scritti nella relazione finanziaria semestrale. Nonostante tutte le difficoltà i proventi operativi netti segnano un modesto -6,4% e fra le voci che li compongono, gli interessi netti -5,5%, le commissioni nette -8,2%, attestano che la produttività non si è mai fermata.
L’utile, unico dato che sembra veramente avere rilievo, segna un -38% ma per effetto delle rettifiche straordinarie prudenziali a fronte della crisi Covid-19, non di certo per un calo della produzione che come evidenziano i dati precedenti è stato minimo.

La ripartenza, così come è stata descritta, rischia di generare ulteriori pressioni commerciali che già oggi sono insopportabili e manifestate da comportamenti deviati e ormai irrimediabilmente irrispettosi degli accordi firmati ma più semplicemente della dignità di tutti i lavoratori, e non sono irrilevanti i numeri dei dipendenti dimessi così come le malattie da stress lavoro correlato. Si rischia di caricare sulle spalle di colleghe e colleghi la rincorsa al recupero di un dato di utile netto viziato da voci straordinarie impreviste ed imprevedibili, e come sempre a pagare il conto sono sempre gli stessi.

Un’azienda solida, che cresce e soprattutto che ha l’ambizione di crescere ancora è un vanto per noi e per tutti i dipendenti ma per perseguire gli obiettivi sfidanti bisogna fare in modo che chi li mette a terra abbia gli strumenti necessari per farlo altrimenti diventa solo un’imposizione che genera frustrazione e stress, in contrapposizione con le dichiarazioni aziendali in tema di benessere sul luogo di lavoro, conciliazione tempi vita/ lavoro, rispetto, valore e importanza delle persone.

Parma, 21 settembre 2020

FISAC CGIL
Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia

 

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