L’accordo firmato il 24 giugno scorso da due soli sindacati, First e Falbi, in ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, costituisce un inedito per il metodo utilizzato e i contenuti ratificati.
L’approssimazione con cui la delegazione trattante di ARERA ha condotto la negoziazione, cercando il solo appoggio delle sigle di maggioranza, preoccupa e incide negativamente sugli equilibri interni svilendo anche l’immagine di una importante Autorità pubblica che, per il ruolo che riveste e gli interessi che tutela, dovrebbe garantire trasparenza e responsabilità gestionale.
Ci sorprendiamo per l’approvazione manifestata al riguardo dal Presidente, persona di chiaro prestigio e sicura imparzialità e ci chiediamo cosa diranno sul punto il collegio dei revisori e la Corte dei Conti.
Per quanto concerne i contenuti relativi all’impegnativo tema delle “valorizzazioni”, è fin troppo evidente come l’accordo non raggiunga il millantato obiettivo di premiare, potenziare e sviluppare in maniera equa l’impegno e la professionalità di tutto il personale.
Quello che invece risalta complessivamente nell’accordo, che come Fisac CGIL e Uilca non abbiamo firmato, è una macchinosa architettura che genera discriminazioni tra vari segmenti di lavoratori, penalizzati o premiati non per il lavoro svolto e i risultati raggiunti bensì in base alle modalità di assunzione e all’anzianità e finisce per comportare, in estrema sintesi, un trasferimento di risorse economiche da chi ha meno verso chi più ha, senza criteri che possano definirsi nemmeno lontanamente oggettivi.
Per i dettagli rimandiamo al comunicato delle nostre rappresentanze sindacali interne, e ricordiamo che le nostre articolate proposte portate al tavolo di trattativa, di fatto, sono state completamente ignorate.
In questa sede si vuole pertanto sottolineare il disvalore intrinseco dell’accordo contestato che ripropone invece vecchie logiche, lontanissime dalla ricerca di un parametro meritocratico che valorizzi una sostanziale equità e conseguentemente, a fronte di un significativo impegno economico, non assicura, per Arera, alcuna crescita in termini di efficienza ed equità.
Il tentativo, a cui non siamo pregiudizialmente ostili, di spostare poste di salario, che comunque non sono state nemmeno compiutamente specificate, da retribuzione fissa a retribuzione variabile, si trasforma al contrario, nell’accordo contestato, nella riduzione generalizzata dei meccanismi premiali e nella implementazione di livelli e quindi di retribuzione verso posizioni apicali, e non solo, già favorite, per anzianità e linearità di carriera, da accordi vecchi di lustri. Ci chiediamo chi beneficerà di tale accordo e non possiamo non rilevare che sicuramente le sigle sindacali firmatarie hanno tutelato delle posizioni individuali molto chiare e hanno accettato di fatto il reinquadramento dell’ex Presidente di Arera.
Su tale questione, è stato negato l’accesso agli atti a suo tempo chiesto dalle rsa di Fisac CGIL e Uilca dopo che insieme alle sigle firmatarie dell’accordo era stata fatta nel 2017 una diffida all’amministrazione ad operare nel segreto degli uffici senza confronto sindacale, diffida da cui però stranamente ora si dissociano.
In conclusione, occorre chiedersi chi beneficerà in Arera della rottura del fronte sindacale confederale. Di certo saranno i lavoratori a pagare sulla propria pelle certe scelte, favorite da un’Amministrazione che in
tempo di Covid, gioca su queste divisioni, per portare avanti senza sostanziale confronto e con trascurabili ostacoli, le sue politiche di ridisegno di istituti contrattuali che vanno a vantaggio di pochi.
Il Collegio ed il nuovo Segretario Generale vorranno rimanere blindati nella loro torre d’avorio?
Rammentiamo a tutti che le eventuali responsabilità politiche, gestionali ed erariali non possono essere delegate.
Peraltro, sappiamo di non essere soli in queste nostre valutazioni anche considerando che negli ultimi giorni sono intervenute sostanziali novità a supporto delle nostre tesi, in prima battuta sui meccanismi economici delle stabilizzazioni, e speravamo che gli incalzanti ammonimenti provenienti da autorevole organizzazione sovranazionale potessero costituire un immediato elemento di riflessione e confronto!
Solo per questo abbiamo atteso ma nulla invece è accaduto e allora facciamo gli auguri a Edoardo Battisti per il nuovo incarico, capiamo la decisione presa che indubbiamente risente anche delle molte spinose questioni aperte e denunciamo, anche al nuovo Segretario Generale, questo stato di cose.
Anche noi vogliamo reali meccanismi di crescita e progressioni del personale, anche noi ci siamo adoperati per garantire le stabilizzazioni di un personale che da sempre opera con professionalità e correttezza ma parimenti ammoniamo e pretendiamo che costose operazioni di valorizzazione del personale non siano lo strumento dietro il quale celare costosi e frettolosi assestamenti di bilancio che, essendo privi degli indispensabili elementi di trasparenza e confronto, portano necessariamente a scelte opinabili.
Chiediamo risposte ferme e credibili dai vertici di ARERA e un immediato confronto che porti a soluzioni tangibili e migliorative delle condizioni di tutto il personale, in assenza delle quali il nostro ruolo ci impone di intraprendere ogni strada utile alla effettiva tutela dei lavoratori anche interessando della questione l’opinione pubblica.
Roma, 14 luglio 2020
Fisac CGIL UILCA