La Svizzera ed il tetto al contante

Il Governo svizzero vuole attuare un giro di vite sia nella lotta al riciclaggio di denaro sia, più in generale, nella lotta ai reati fiscali. Come già indicato nei mesi scorsi, Berna ha posto in consultazione  –cosi prevedono le consuetudini svizzere nel caso di Leggi importanti-  presso Enti Pubblici, Partiti e Associazioni  interessate, due progetti riguardanti la Welssgeldstrategie: ” la strategia del denaro dichiarato”. Strategia su cui l’Associazione dei Banchieri ha già dichiarato un assenso di massima. L’Esecutivo vuole raccogliere tutti i pareri entro il 15 giugno, effettuare eventuali modifiche e poi procedere in sede Parlamentare.

Uno dei principali punti del progetto è l’impossibilità in futuro di acquistare in contanti beni  immobili e mobili di un valore superiore a 100.000 franchi (circa 82.000 euro). Secondo il Ministro delle Finanze, la Svizzera ha già fatto molti passi avanti nella lotta contro il riciclaggio di denaro ed il terrorismo, ma il Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale (Gafi) contro il riciclaggio di capitali ha emesso nuove raccomandazioni nel febbraio 2012 e le attuali lacune nella legislazione elvetica vanno colmate.

Nei progetti è prevista anche l’introduzione di un reato: la truffa fiscale qualificata. Si tratta di una sottrazione d’imposta aggravata, ad esempio, quando vi sono documenti falsificati.In Svizzera l’evasione fiscale non è un reato e ricade nel campo amministrativo, ma le proposte del Governo vanno ora in direzione del reato per quel che concerne alcuni casi classificati come gravi.

Le Banche elvetiche non saranno obbligate a chiedere ai Clienti un’autodichiarazione sul rispetto delle norme fiscali vigenti nei loro Paesi. Ma il progetto del Governo chiede agli Istituti Bancari e a Società Finanziarie di assicurarsi in futuro, pur in quadro di autoregolamentazione, che il denaro sia pulito e dichiarato. Per quel che riguarda il denaro depositato in passato da clienti non residenti e non dichiarato, Berna continua a puntare sugli accordi fiscali Rubik , che prevedono un’imposta liberatoria a favore dei Paesi che li sottoscrivono, in cambio del mantenimento del segreto bancario elvetico. Accordi di questo tipo sono in vigore con la Gran Bretagna e con l’Austria. La Germania non ha sin qui approvato Rubik . Colloqui sono in corso con l’Italia,

I progetti prevedono anche di migliorare la trasparenza delle  Persone Giuridiche e degli Azionisti. Chi acquisterà azioni di Società non quotate in Borsa dovrà dare alle Società stesse il suo nome o la sua ragione sociale. L’avente diritto economico dovrà inoltre poter essere identificato, se detiene almeno il 25% del capitale sociale o del diritto di voto. 

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