“Tradizione” ed Innovazione
In questi giorni il Gruppo Deutsche Bank è tornato a far parlare di sé. In un caso, purtroppo, in termini negativi visto che è stata comminata l’ennesima sanzione negli USA, questa volta per un ammontare equivalente a 150 milioni di Euro.
Magari meno di altre volte ma pur sempre un importo piuttosto rilevante visto che quasi per la stessa somma si è finanziato il Progetto Aurora in Italia.
Anche in questo caso il problema è sorto in America, una piazza evidentemente indigesta per la banca tedesca che è stata coinvolta a più riprese e che si è vista imputata di scarsa capacità di controllo in relazione ad attività illegali di propri clienti, tanto privati che istituzionali.
In un recente comunicato, il CEO Sewing ha una volta di più enfatizzato tanto la collaborazione con le Autorità di Oltreoceano, quanto gli ingenti investimenti effettuati per rendere più efficiente il sistema di verifica interna della Banca.
Ha anche richiamato la necessità che ognuno sia attento a quanto accade e sia pronto e disposto ad evidenziare anomalie. Tutto giusto ovviamente, anche se in fin dei conti l’onere della vigilanza ricade soprattutto sui Manager più che su altre figure, ma rimangono ancora molte perplessità sul modus operandi di un’Azienda che da tempo resta impigliata in scandali finanziari (e non solo) nonostante ci si riprometta sempre di evitarlo.
La vicenda Epstein, cui è riferita in parte la sanzione di cui stiamo parlando, arriva fino al 2018 e quindi non si tratta solamente di lasciti di un passato remoto. E’ evidente che le dimensioni di una Banca comportano anche, almeno potenzialmente, rischi proporzionali ma non è accettabile essere divenuti da tempo degli habitué di Tribunali od aule di giustizia di vario genere.
In questo senso il tanto auspicato “cambio di passo” non sembra ancora molto accentuato. Attendiamo fiduciosi anche perché questi avvenimenti, che in realtà non toccano direttamente l’Azienda italiana, costituiscono un ulteriore elemento di disturbo nei rapporti con la clientela di cui, a maggior ragione di questi tempi, si farebbe volentieri a meno.
L’altra interessante notizia di attualità riguarda il “patto dicollaborazione” di lungo periodo stretto da DB a livello globale con Google per sviluppare prodotti e ”tecnologia finanziaria” d’avanguardia.
Stiamo parlando di cloud, innovazione, digitalizzazione, intelligenza artificiale e di un ridisegno complessivodell’architettura IT della Banca (speriamo ci venga risparmiata un’altra Aurora a breve, però…).
Probabilmente non avvertiremo subito gli effetti di questo progetto, che comunque appare piuttosto complesso, ma sarà utile cercare di seguirne gli sviluppi e di capirne le effettive ricadute. Potenzialmente la Banca potrebbe cambiare volto in maniera radicale. Sviluppare tecnologie digitali in grado di gestire la clientela, di interfacciarsi direttamente con essa, di capirne od anticiparne le necessità non potrà che cambiare lo stesso paradigma di servizio bancario nonché influire sulle strutture e sui mezzi ad esso dedicato.
Non siamo futurologi e nemmeno intendiamo cimentarci al riguardo, tuttavia in epoca di fintech e di pervicace ricerca di riduzione dei costi, con presidi fisici sempre più messi in discussione, sarà utile cercare di capire dove si andrà a parare con questo progetto che a noi sembra veramente importante, non fosse altro per il partner con cui ci si rapporta. Potrebbero volerci anni per avere un effettivo riscontro di quanto scaturirà dalla collaborazione con Google ma abbiamo anche visto che alcuni processi, per volontà o necessità, possono subire repentine accelerazioni e quindi, per quanto possibile, sarà utile seguire accortamente sin da ora l’evolversi della situazione.
D’altro canto, anche nel nostro ultimo rinnovo del CCNL il tema della digitalizzazione e delle nuove tecnologie è stato particolarmente significativo, tanto che si è costituito un apposito organismo bilaterale, a riprovadell’importanza che la questione già rileva anche in ambito domestico.