Deutsche Bank, Il Giornalino n.7 2020 – Aurora: ancora non ci siamo…

Intrappolati nella Rete

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Consideriamo sempre la Banca nel suo complesso e quindi non siamo certo tra i fautori della dicotomia DG/Rete. Ovunque si operi si è Dipendenti DB e per noi non vi sono diverse categorie di Lavoratori.

Vorremmo però spendere alcune riflessioni specifiche riguardo la condizione della Rete (nella sua accezione più estesa) perché ci sembra che la situazione oggi meriti una valutazione particolare.

Non da oggi lamentiamo le difficoltà in cui versano le Agenzie: organici ridotti (di fatto la precondizione per quasi tutte le altre criticità), gravosi carichi di lavoro, forte mobilità territoriale, poche effettive opportunità di crescita professionale, difficoltà ad accedere alla formazione, pressioni commerciali sempre più forti e sempre meno sostenibili e potremmo proseguire nell’elenco. In questi mesi connotati dall’emergenza sanitaria e dalla migrazione informatica la situazione non poteva che aggravarsi e purtroppo così è stato.

Oggi chi si trova allo Sportello vive una condizione di disagio estremamente profondo ed oggettivo. Vi sono senza dubbio motivazioni riconducibili alla difficile operatività conseguente ad “Aurora” (che tra l’altro non pare prossima ad un’effettiva e definitiva risoluzione) ma occorre sottolineare come i problemi strutturali sopra accennati appaiano ben lontani non solo dal venire meno ma in qualche caso proprio dall’essere prospetticamente affrontatidall’Azienda. Una delle “malinconiche” recriminazioni che ci viene più spesso avanzata dai Colleghi è il senso di abbandono che si percepisce.

Certamente la Banca sarà di altro parere ma è difficile non tenere in considerazione un’osservazione che non è solo emotiva ma viene generata anche da un lungo elenco di problemi che si trascinano nel tempo e che sembrano sempre dover venire in secondo ordine rispetto ad altri.

Potremmo dire che in questo senso la Rete appaia semanticamente più una “trappola” che una connessione. Fornire un servizio efficiente e competitivo è nell’auspicio e nella volontà di tutti i Colleghi ma riuscire a farlo è obiettivamente un mezzo miracolo. Siamo alla vigilia di una riorganizzazione i cui tratti, complici anche recenti novità internazionali, non sono ancora ben chiari.

Se è vero che, in base alle anticipazioni già fornite, nell’ambito della Rete dovrebbe scaturire un numero di “esuberi” abbastanza esiguo, è altrettanto evidente che non si può semplicemente lasciare tutto (più o meno) come sta perché così, comunque, non può andare bene.

Esiste un problema di dimensionamento delle Agenzie che i precedenti accorpamenti non hanno assolutamente risolto ed allo stesso tempo assistiamo a spostamenti di Personale che talora non hanno grande senso se non quello di“tappare buchi”, non di rado creati dagli stessi presunti riparatori. Aumentano i disagi ed i malumori, aumentano i costi, aumentano i rischi di dimissioni.

La coperta è evidentemente corta e non si può pensare che si continui a spremere chi c’è, magari allontanandolo da casa o chiedendo risultati commerciali impossibili.

Servono assunzioni (reali e meglio ancora se di nuova occupazione), serve un mirato ricambio generazionale, servono approfondite valutazioni di dimensionamento e funzionalità organizzativa che le preposte strutture di Business, in linea di massima, hanno dimostrato di non essere sempre in grado di sviluppare compiutamente in quanto orientate piuttosto, senza nemmeno analisi tanto sofisticate, all’incerto tentativo di conseguire “numeri” voluminosi.

Vorremmo per esempio capire se quando si pensa di trasferire delle Persone, oltre alla prioritaria sensibilità rispetto alle ricadute sociali ed umane che un provvedimento così serio può comportare, si valutino attentamente i reali benefici operativi ed i relativi aggravi in termini di costi economici perché magari va a finire che anche queste scelte contribuiscono a tagliare il ramo sul quale si è seduti.

Per quanto riguarda le possibilità di “carriera”, forse varrebbe la pena riconoscere che effettivamente non ve ne sono davvero tantissime perché se diminuiscono gli organici, calano gli Sportelli e si creano Divisioni sempre più separate tra loro le opportunità tendono a divenire minori e non maggiori. Anche in questo senso, una buona dose di realismo e di trasparenza potrebbe aiutare perché i Colleghi sono in grado di comprendere la situazione senza che ciò comprometta il loro spirito di abnegazione e la loro serietà: è molto peggio alimentare illusioni o sacrificare la meritocrazia ad altre logiche.

E poi abbiamo l’annoso problema dei troppi capi: lo diciamo da tempo che serve più gente ai remi e meno al posto di comando e siamo assolutamente persuasi che non si possa più far finta di nulla.

Crediamo quindi sia venuto il momento in cui la Banca debba urgentemente prendersi in carico la complessiva questione della Rete in tutti i suoi vari aspetti perché occorre dare un segnale chiaro e decisivo che non la si considera un problema bensì una effettiva risorsa.

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