Oplà – n. 2 – Serve un nuovo contratto


DOVE STIAMO ANDANDO: Esiste una logica


Torna all’indice – In ogni vicenda umana c’è sempre un ragionamento da cui l’essere umano  trae  ispirazione per agire. A prescindere dal risultato che si persegue o che si spera di raggiungere, vi è sempre una logica che sottende a tutto ciò. Del resto, ciò che ci distingue dal restante regno animale è proprio la nostra capacità di pensiero e di valutazione prima ancora di agire al fine di prevedere gli scenari, le conseguenze e gli eventuali  benefici  che ne potrebbero derivare .

Bene, all’indomani di una guerra batteriologica che ha piegato i voleri e le economie di tutte le nazioni del mondo e le cui conseguenze sono ancora di là da venire in tutta la loro forza dirompente e distruttiva, abbiamo potuto constatare come questa “logica” sia stata utilizzata  da Capi di Stato così come dal  Sindaco del paesino più sperduto e dalle  aziende  piccole, medie e grandi o multinazionali con bilanci a nove zeri, in  favore  della salvaguardia della salute , delle fasce di popolazione più deboli economicamente e dei posti di lavoro.

Non entrerò nel merito delle decisioni e delle tempistiche degli esecutivi sovrani, ovviamente,  in quanto macchine così farraginose e burocraticamente opprimenti che il solo parlarne sarebbe pleonastico.

Mi soffermerò, invece, su come si sono mosse le aziende a capitale privato di medie e grandi dimensioni in Italia. 

Facendo un doveroso distinguo tra le aziende di servizio e quelle che producono beni di prima necessità, costrette per “decreto” o  per natura  a fornire servizi indispensabili alla nazione e continuare la produzione, ebbene il dato comune emerso è stato che i vertici aziendali  hanno subito pensato di tutelare i loro dipendenti con soluzioni assicurative  anti Covid. Fin qui la decisione è stata assolutamente omogenea e lodevole.

Poi, però, è entrata in ballo la logica, il pensiero, l’analisi  dei bisogni concreti da tutelare di chi ogni giorno, per mesi ed anni, ha sposato la sua vita a quella della sua Azienda in un sinallagma di doveri, diritti e sentimenti di appartenenza amalgamati nella salsa di consapevolezza che   l’uno è unito all’altro per  vivere e progredire. In due parole, semplici ma talvolta complicate da voler comprendere in quest’epoca, “salvaguardia del reddito”.

E qui ci si è trovati di fronte ad un mare magnum di soluzioni che non avrebbero previsto chissà quali studi universitari e masters di alta finanza in sociologia e welfare. Aziende come Ferrero (per citarne una tra le più importanti e grandi) Giovanni Rana ed Amadori, passando per Mutti, hanno aperto i cordoni delle casse aziendali ed hanno sostenuto concretamente il salario dei lavoratori con buoni pasto, aumenti di stipendio in percentuale o in cifra fissa fino al bonus  babysitter  ritenendo evidentemente che, in questo momento storico, l’Azienda deve assurgere anche al ruolo di genitore che protegge “tutti” i suoi figli se vuole, nel tempo, consolidare un vicendevole rapporto di stima, fiducia e credibilità . Ed hanno lasciato operativa la  fabbrica rimanendo  costanti i costi di produzione  laddove non addirittura aumentati per via della paralisi mondiale degli approvvigionamenti e dei trasporti. Le aziende hanno semplicemente voluto essere al fianco dei loro dipendenti perché questi fossero a loro volta al fianco della loro azienda, come veri e fattivi partners nella vita di tutti i giorni. Lo hanno fatto salvaguardando la vita dell’azienda e quella dei propri lavoratori, rinunciando a qualche numero positivo in bilancio.

Anche un colosso mondiale come Luxottica, del Presidente Del Vecchio, ha garantito lo stipendio pieno  ai dipendenti in cassa integrazione finanziandolo, nella parte mancante, anche con il taglio volontario del 50% dello stipendio dei suoi managers.

 Ma, allora, possiamo dire  che c’è veramente acqua su Marte !

La risposta è si ma noi, in Generali Italia, evidentemente abitiamo su un altro pianeta di una costellazione lontana anni luce dal sistema solare.

In uno scenario di totale paralisi economica, di rapporti sociali e di terrore sanitario, qualcuno ha pensato di stare vicino all’organizzazione produttiva” incentivando e spronando la vendita”. E già”…. se mi vendi le soluzioni assicurative, investimento e protezione rimanendo ben protetto a casa e  chiamando  i clienti in portafoglio già passati e ripassati, ebbene riceverai un premio. Se poi sarai tanto bravo da chiudere, sempre da casa (perché la salute del dipendente alla fame è di fondamentale importanza), anche contratti a potenziali clienti trasformandoti repentinamente in uno pseudo genertellino con attitudini investigative per verificare le generalità dell’interlocutore che, nel frattempo, aspettava la nostra chiamata per distrarsi dal bailamme che c’era fuori dal suo appartamento comprato col mutuo da pagare sperando che arrivi presto la cig tanto sventolata dal governo  ebbene sarai ricompensato a dovere”.

Ed a questo punto si insinua e prende forma la domanda da cui questa riflessione è scaturita: ESISTE UNA LOGICA?

In tutto questo esiste una logica in chi avrebbe dovuto dimostrare con fatti,  non solo a parole pronunciate sul palco,  che  noi rappresentiamo il “fiore all’occhiello” dell’Azienda che va tutelato, difeso ed affiancato come” partners di vita” in un momento tragico come quello vissuto nel suo picco e che affrontiamo ed affronteremo prossimamente nei suoi effetti collaterali? 

Quale migliore occasione è stata, questa, per dare concretezza ai proclami!

La logica in tutto questo c’è, esiste e si concretizza in una quasi totale negazione  dell’esistenza e dell’importanza di una parte viva, pulsante e produttiva della Compagnia. 

Ho detto “quasi totale” non a caso perché, mica stolti, la parte  polposa dei pezzi venduti si può sventolare nei cda alla presentazione dei risultati laddove il 50% della raccolta la portano ancora i “barbari” che vanno in giro a loro rischio e pericolo. 

Si, insomma si sa ! I risultati comunque sono arrivati grazie alla fame dei produttori   ( come dice qualcuno) che, orfani di ogni sostegno e con le mascherine ed i guanti comprati con le loro risorse( in attesa di improbabili buste da lettera formato A4 con sorpresa che spernacchia tutte le regole Covid di sterilizzazione) hanno anche strisciato di soppiatto qua e là tra clienti per contenere al massimo la perdita su  uno stipendio da fame per sua natura che è fermo, nel suo anacronistico mansionario, dagli anni ’80 del secolo scorso.  

Si è proposto di tutto per sostenere il reddito degli op: dai 20 euro giornalieri in più alla paga base giornaliera per almeno 3 mesi al ricorso al fondo di emergenza ANIA che, a detta delle fonti attendibili, poteva soltanto sostituire e non affiancare il reddito. E come non parlare della solita disparità di trattamento allorquando si è scoperto che parte i dipendenti amministrativi avrebbero ricevuto un rimborso una tantum per aver usato strumenti propri, energia elettrica e gestori dati privati a favore della Compagnia dovendo evidentemente lavorare da casa in smart working domiciliare. E gli op allora? 

Perché si è dovuto evidenziare una disparità di trattamento quando si sarebbe dovuto agire con lo stesso metro ?

Per quale motivazione plausibile, alla fine, le indennità sono risultate essere diverse a favore dei dipendenti amministrativi che, per fortuna, non hanno subito decurtazioni di stipendio in tutto questo periodo ?

Le anticipazioni provvigionali di luglio e la sospensione delle rate del prestito auto, insieme a 120 euro di indennità per uso di strumenti privati a favore dell’Azienda,  sono piccole briciole cadute da una tavola che ha potuto risparmiare tantissimi euro di rimborsi kilometrici e riunioni di tutto il settore commerciale a qualunque livello.

Ma, evidentemente, la “logica” del “…teniamoli a pane ed acqua così produrranno lo stesso” ha prevalso. 

Questo modus operandi può essere battezzato con mille definizioni che, comunque, riconducono tutte ad un unico concetto ormai conosciuto e confermato in questo momento storico. Quale ? 

Lascio a voi la scelta cari colleghi. A proposito, il vino era buono?

Ad maiora !

G.S.

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