BPB: dopo la trasformazione societaria in Spa serve una nuova mentalità e modelli gestionali

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Il giorno 10 Giugno 2020 in ROMA, tra la Banca Popolare di Bari S.C.P.A. in Amministrazione Straordinaria e le Delegazioni Sindacali, composte dai Segretari Generali, dai Delegati Nazionali e dai Segretari di Coordinamento del Gruppo BPB, è stato siglato l’accordo inerente il Piano di Riorganizzazione ed Efficientamento Aziendale.

Nel corso dell’intero negoziato volto all’accordo per la riorganizzazione dell’Azienda, abbiamo ascoltato più volte la narrazione della storia del fallimento gestionale della nostra Banca. Una storia vissuta con disorientamento e sacrificio dalle lavoratrici e dai lavoratori; e in un clima torbido quale la liquidazione coatta, la crisi economica del Paese aggravata dall’Emergenza Sanitaria mondiale, il disinteresse della finanza italiana per una Banca del Sud, le consorterie campanilistiche, abbiamo compreso che l’unicachance per la sopravvivenza sarebbe stata l’offerta del FIDT (FONDO INTERBANCARIO DI TUTELA DEI DEPOSITI) di concerto con MCC (MEDIO CREDITO CENTRALE); insomma una vera e propria nazionalizzazione.

Ma a che prezzo?

La nostra Banca resta a galla grazie a MCC (di fatto i soldi dei contribuenti), che assumerà il pieno controllo, e all’intervento del FIDT che coprirà le perdite dell’Istituto.

Toccherà, dunque a MCC provare a riorganizzare un’Azienda, che dovrà riaffermarsi come una vera Banca del Sud, una banca che dovrà consolidarsi come referente per l’economia del territorio e come realtà occupazionale in cui lavoratrici e lavoratori operano e opereranno; ma per il momento è toccato ai sindacati superare le rovinose contingenze, per giungere ad un’unità e ad una firma che, auspichiamo, cambierà il destino di questa realtà aziendale.

Pertanto, come organizzazioni sindacali FABI, FIRST/CISL, FISAC/CGIL, UILCA, UNISIN abbiamo riconosciuto che, seppure sofferta, la sottoscrizione dell’accordo sarebbe stata vitale per scongiurare la perdita di posti di lavoro e per preservare la speranza di poter guardare ad un futuro ambizioso e pianificato.

La partecipazione al progetto è caratterizzata da estrema severità; il taglio dei costi, 67 milioni di euro in arco piano, è una voce ciclopica e si declinerà nelle uscite anticipate al Fondo esuberi di una grossa fetta della popolazione lavorativa: prepensionamenti con quota 100 , “opzione donna”, fondo straordinario (esuberi) di categoria per tutti coloro che matureranno la pensione A.G.O. entro il 31/12/2029 e attraverso la risoluzione del rapporto di lavoro su base incentivante per chi vuol andare via senza aver maturato i diritti pensionistici.

Inoltre è determinata la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali con la relativa riduzione del salario e la limitazione, fino al massimo del 2%, del contributo aziendale al FIP per tutti coloro che lo percepiscono in percentuale superiore, un contributo percentuale di solidarietà sugli ad personam e la sospensione del premio di rendimento eccedente lo standard di settore.

È prevista, la riduzione del numero di filiali (n.91 da n.94 sedi inizialmente enumerate nel Piano), nello specifico di: 39 filiali in Abruzzo, 12 in Puglia, 10 in Campania, 3 in Calabria (dalle 6 inizialmente enumerate nel Piano) e 7 in Basilicata; con l’impegno per le filiali in chiusura, della ricerca di un compratore, prevalentemente per le filiali del Nord Italia e per quelle della Calabria.

A fronte di questi sacrifici è stata sventata l’ipotesi di esternalizzazioni proposte dai Commissari; abbiamo scongiurato ogni richiamo ai licenziamenti collettivi previsti ai sensi della legge 223/91, le uscite saranno di origine volontaria. Infine, e nell’ordine di favorire la creazione di occupazione e in relazione al piano di uscite, abbiamo ottenuto la stabilizzazione dei 14 colleghi a tempo determinato in organico all’Azienda alla data di sottoposizione ad amministrazione straordinaria, attraverso il ricorso al F.O.C. (FONDO PER L’OCCUPAZIONE).

Con esplicito richiamo ai costi relativi alla consulenza è stata individuata la percentuale di riduzione del 75%, che comporterà un risparmio di 10 milioni di euro annui.

Tutto quanto accadrà è una sfida, l’ennesima! Si prospetta un lavoro da re-imparare, ma si auspica (motivo per cui le organizzazioni sindacali unitarie hanno siglato l’accordo) con prospettive più solide e nel rispetto degli accordi firmati in materia di politiche commerciali, smart-working, customer center, che censurano gli eccessi del sistema irrispettoso del valore del lavoratore, in quanto persona.

L’accordo sindacale, condizione necessaria per il salvataggio dell’Azienda, è stato propedeutico all’intervento combinato di FITD e di MCC nonché all’invio della comunicazione per la convocazione dell’Assemblea Straordinaria. Il 29 giugno appena trascorso l’Assemblea dei Soci ha votato favorevolmente per la trasformazione societaria: la BPB, scongiurata definitivamente la liquidazione coatta amministrativa, è ora una Società per Azioni. Comincia un nuovo percorso, di certo non facile, nel quale saranno decisivi il cambio di mentalità, di modello gestionale, di definitivo abbandono di tutto quello che ha caratterizzato in negativo la storia di questo Istituto. È un percorso che faremo al fianco di tutti Voi, insieme.

Bari, 1° luglio 2020

Segreterie OdC Gruppo Banca Popolare di Bari FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

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