«Più servizi ma senza cambiare dna»
Bper mette il turbo con Unipol Banca
da Quotidiano.net del 13/03/2019
IN UNA MANCIATA di giorni Bper, sesto gruppo bancario italiano, ha dato un’accelerata sorprendente alla propria evoluzione. L’acquisto di Unipol Banca (con la cessione di un miliardo di npl) e della quota di minoranza del Banco di Sardegna; il controllo di Arca Holding, e poi il piano industriale che ridefinisce la strategia del gruppo. Una spinta che non è terminata, visto che Bper non ha intenzione di sedere sugli allori, come spiega Alessandro Vandelli, amministratore delegato di una banca che è cresciuta con lui.
Vandelli, queste operazioni cambiano in pochi giorni l’identità di Bper.
«Intanto non è un passaggio improvviso, ma il compimento di una serie di azioni su cui si lavorava da tempo. Si sono concretizzate operazioni che sono il frutto dell’impegno di mesi».
Però la banca è diversa da quella che era alla fine del 2018.
«Il nostro dna non cambia. Resta legato al territorio, alle famiglie e alle imprese. Certo oggi sta cambiando il modo di essere banca, ma questo vale per tutti i gruppi. A me piace impegnarmi nella costruzione giorno per giorno della banca».
Avere un azionariato di riferimento definito è di aiuto al management?
«E’ uno degli elementi più visibili della trasformazione in spa. Il percorso che si è sviluppato in questi anni ha portato all’emergere di due forze significative. La combinazione tra un partner industriale, Unipol, con cui abbiamo rapporto di collaborazione dal 2008 e la Fondazione di Sardegna (con cui abbiamo rapporti dal 2001, quando il Banco entrò nel Gruppo) è un punto di forza, anche se resta la presenza di un azionariato diffuso. Questo non cambia la nostra volontà di essere parte del territorio, di mantenere salde relazioni con il mondo delle imprese. Siamo il frutto della nostra storia: nasciamo da tante aggregazioni di banche che presidiavano il territorio, spinti da un tessuto imprenditoriale dinamico che aveva bisogno di una banca al suo fianco».
Il piano industriale prevede un impulso sul risparmio gestito. Anche questo fa parte dei pilastri della nuova banca?
«Oltre ai servizi di qualità nel settore private, con l’aggregazione si aprono ampie opportunità legate ai prodotti assicurativi, alla consulenza sulla previdenza e ai fondi pensione, dove Arca esprime la leadership nel mercato. La banca deve svilupparsi anche in questa area».
L’operazione con Unipol Banca ha consentito di ridurre gli Npl: come siete arrivati a questa soluzione accolta bene dal mercato?
«Volevamo coniugare la crescita con il processo di derisking, senza interrompere nessuno dei due. Unipol ha creato da tempo una struttura interna per gestire le sofferenze tolte a Unipol Banca e quindi abbiamo pensato che il passaggio degli npl a loro poteva essere utile a entrambi».
Per Bper che cosa significa?
«Potremo diminuire di un miliardo i nostri crediti deteriorati. Il ratio era al 23,5% a giugno 2016, siamo arrivati al 13,8% a fine 2018 con un percorso straordinario: lo scorso anno abbiamo ceduto 3 miliardi di sofferenze. Ora con il miliardo di npl ceduti a Unipol arriviamo all’11,5%, molto vicini all’obiettivo di scendere sotto il 10%».
Altre sinergie con Unipol?
«Potremo dare una spinta ulteriore al credito al consumo. Dentro Unipol ad esempio c’è una società, Finitalia, specializzata nel finanziamento dei premi assicurativi con un meccanismo che permette al cliente di rateizzare. E’ un unicum e ha un forte potenziale di sviluppo. L’integrazione tra Bper e Unipol Banca è importante, si sommeranno 500 mila clienti in più rispetto ai nostri».