Inform@fisac marzo 2019 n.2

COORDINAMENTI e R.S.A. di UNIPOL BANCA

 

LA SOLITA FARSA…

 

E anche quest’anno siamo giunti al momento della consegna della valutazione della prestazione professionale per l’anno precedente.

Che dire? Crediamo che il titolo di questo comunicato sindacale sintetizzi al meglio, in sole tre parole (che non sono Sole, Cuore e Amore!) l’epilogo di questa tristissima storia pluriennale, in particolare da quando è stata insediata l’attuale dirigenza, che ha cercato di far passare l’assioma “banca malandata=personale mediocre”. Puntualizziamo che oggi, come noto, non siamo più una azienda che non produce reddito, e quindi non siamo più “malandati”, ma visto che quest’anno abbiamo raggiunto l’apoteosi dell’incoerenza, vogliamo proprio intrattenervi su alcuni aspetti che devono essere resi pubblici.

Da qualche anno a questa parte, diciamo dal 2014, il “processo interno” di comunicazione delle attese professionali, le verifiche periodiche e in ultimo la comunicazione al lavoratore del giudizio assegnato, ha subito alcune modifiche. Ultima, ma non ultima, l’istituzione dei “comitati di calibrazione”: sessioni di confronto, fra gruppi di valutatori, convocati con il dichiarato intento di rendere omogenei i criteri applicati a ciascun processo valutativo.

Ebbene cari colleghi questi “comitati”, ai quali i più dei convocati intervenivano senza condividerne le modalità di lavoro e dei quali abbiamo trattato più volte in passato evidenziandone l’assoluta strumentalità, sbandierati dall’azienda come il vero strumento di “garanzia” della bontà del percorso valutativo, udite udite, quest’anno ci risulta non siano stati convocati!

La cosa, in sé, non ci farebbe né caldo né freddo. Ma vista la prosopopea con la quale l’azienda li ha sempre tirati in ballo, nelle sedi opportune, difendendone la bontà e le finalità e confutando con forza le nostre dichiarazioni, secondo le quali si trattava di un mero strumento di controllo finalizzato al sistematico abbassamento dei giudizi complessivi in linea con il sopra citato assioma “banca malandata=personale mediocre”, ci sorge spontanea una domanda: quindi, quest’anno, le valutazioni non sono più “uniformi e coerenti”?

Ma tralasciando anche questo aspetto, per non prestare il fianco ad accuse di strumentalizzazione, esponiamo alcuni fatti.
La maggior parte degli RSA di Unipol Banca è stata intrattenuta, nelle ultime settimane, da colleghi, sia valutatori che valutati, che hanno riferito come a fronte di una valutazione proposta per un collega il valutatore sia stato contattato, da esponenti della funzione del personale e/o dai coordinatori commerciali, invocando non chiare motivazioni e chiedendo di “abbassare” il giudizio proposto per quel collega o quella collega.
Beh, è chiaro no? Visto che il giudizio non si può “calibrare” (cioè abbassare in una sede formale), chiamo i singoli valutatori e magari lo faccio abbassare ancor prima di presentarlo! Ma ci rendiamo conto?

E guardate bene che, pur non avendolo mai scritto (mica sono fessi…), l’azienda negli ultimi anni ha cercato di far passare un altro concetto: “mancato raggiungimento degli obiettivi commerciali=mancata adeguatezza della prestazione”.

Tralasciando il fatto che questo “concetto” è in contrasto con il CCNL (e per questo ovviamente non lo si può scrivere nelle schede di valutazione), anche in questo caso abbiamo numerosissime segnalazioni di colloqui dove, in fase di consegna della valutazione, il “concetto” di cui sopra è stato chiaramente enunciato. Chapeau!

L’azienda si fa forte del fatto che nessuno, comprensibilmente, vuole esporsi denunciando in prima persona quanto da noi affermato. Siamo quindi tacciati, come OO.SS.AA., di inconsistenza allorquando abbiamo cercato di portare, nei tavoli di confronto con l’azienda, questo tema: se non ci fate i nomi queste cose non esistono!

Ebbene, noi non siamo così scellerati da esporre i colleghi a potenziali “vendette”, ma tutti devono sapere che queste cose esistono; e nonostante tu neghi, cara azienda, lo sai benissimo anche tu!

Dulcis in fundo, lasciateci esprimere un ulteriore concetto; è doveroso, visto quanto ci viene riferito (anche qui con molta frequenza).
L’ultima “perla di saggezza” risulta essere la seguente: “dobbiamo presentarci a BPER nel migliore dei modi.” Vediamo un attimo insieme cosa questo possa voler dire.
In prima battuta potrebbe sembrare che ci si riferisca al fatto che ciascuno di noi, nel suo ambito professionale e nel suo ruolo, debba cercare di dare il meglio di sé per “presentarsi” nella nuova azienda al meglio. Ma in realtà non è questo, tutt’altro!

BPER Banca saprà di ciascuno di noi quello che trova scritto nella posizione individuale di ognuno (comprese certe schede di valutazione… sigh!) e forse un giorno – non certo nell’immediato – quello che raccoglierà da futuri colloqui con le loro strutture di gestione del personale.
“Presentarsi a BPER nel migliore dei modi” significa, fra le righe, fare in modo che l’attuale dirigenza di Unipol Banca faccia bella figura, potendosi così fregiare di una produttività importante e della capacità di “spremere” la propria rete in modo da generare risultati commerciali di rilievo.
Ci chiediamo se qualcuno non stia cercando di tenersi stretta la sedia…

Su quest’ultimo tema sicuramente torneremo, nelle prossime settimane: non possiamo non lasciare traccia delle storture, delle forzature e delle contraddizioni che si vivono in Unipol Banca prima che venga ceduta formalmente. BPER Banca deve sapere.

Bologna, 18 marzo 2019.

 

FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UIL C.A.
UNIPOL Banca S.p.A.

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