QUANDO LA MANO DESTRA NON SA COSA FA LA MANO SINISTRA
Confusione e disorganizzazione, non ci sono altri termini per definire una situazione che sta diventando grottesca, al limite del ridicolo. Con apposita circolare ed in brevissimo tempo, l’azienda ha richiesto a tutti i dipendenti di pianificare 3 settimane di ferie o ex festività tra il 18 maggio ed il 3 settembre. Contemporaneamente ha chiesto, sempre a tutti i dipendenti, di pianificare 10 giorni di solidarietà nel periodo compreso tra il 18 maggio ed il 19 luglio. A completamento, ha chiesto di pianificare entro il 31 dicembre le restanti ferie 2020 ed eventuale ferie pregresse non fruite.
Abbiamo fin da subito fatto notare che una pianificazione di questo genere avrebbe comportato una concentrazione di assenze tale da mettere in dubbio il corretto funzionamento delle strutture, abbiamo inoltre richiesto di conteggiare nelle 3 settimane anche le ferie già fruite dall’inizio dell’anno. Ovviamente le nostre richieste sono rimaste inascoltate da un’azienda, come sempre, convinta e certa della bontà delle proprie soluzioni organizzative.
E così, dopo che i responsabili delle strutture in un tempo ristrettissimo e con grande sforzo hanno prodotto una pianificazione che consente a tutti di fruire quanto richiesto garantendo il funzionamento minimo delle strutture, qualcuno si accorge che le cose non gli piacciono e, pronti via si mette mano al piano ferie chiedendo di rivederlo dalla sera alla mattina, inteso che in una D.R. il messaggio è arrivato alle 21 di sera chiedendo una risposta per le 9 della mattina seguente. Per evitare di contrastare palesemente la normativa, l’operazione è stata proposta come richiesta “su base volontaria”, ricordiamo infatti che il CCNL di settore prevede che “I turni delle ferie debbono essere fissati tempestivamente dall’impresa, confermati al lavoratore/lavoratrice e rispettati; solo in casi eccezionali si possono variare di comune intesa tra l’impresa e il lavoratore/lavoratrice.” Purtroppo abbiamo dai territori dei ritorni che contrastano con la norma e cioè dei volontari, poco volontari ma costretti loro malgrado.
Notizia di oggi è che anche la pianificazione delle giornate di solidarietà non va bene. L’azienda si accorge che c’è la scadenza Imu, scade il 16 giugno praticamente da sempre. E parte l’invio di mail alle strutture con la richiesta, il sabato sera per il lunedi mattina, di revocare le giornate di solidarietà. Mail nelle quali sono indicati i nomi di chi deve rinunciare, senza una nuova pianificazione, e nelle quali sembrerebbe sia stato chiesto addirittura di revocare i permessi 104, cosa vietata per legge. Qualche Hr Manager ha anche ventilato una probabile proroga per la fruizione della solidarietà, cosa non possibile dalla normativa che stabilisce in 90 giorni la finestra temporale per l’utilizzo, difatti nell’accordo è stato indicata come 19 luglio la data ultima entro la quale fruire le giornate.
Come sempre le mancanze organizzative, figlie di quella corsa forsennata alla riduzione del personale in nome del profitto, ricadono sulle spalle dei lavoratori che non hanno più neanche la facoltà di gestire il proprio tempo libero, ci pensa l’azienda con un preavviso imbarazzante e con delle modalità arroganti, in perfetta antitesi con quei concetti che richiamano al “rispetto” ed al “benessere” di cui spesso sentiamo parlare nelle comunicazioni aziendali e dei quali vorremmo ogni tanto trovare un riscontro.
Parma, 15 giugno 2020
Segreteria di Coordinamento FISAC-CGIL
Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia