LA CENTRALITA’ DELLE PERSONE NEL MONDO DIGITALE
Torna all’indice – Il livello raggiunto dalle nuove tecnologie in ogni settore della vita, (lavoro, scuola, formazione, informazione, sport, arte, hobbies, vita quotidiana, viaggi…) è altissimo, sia dal punto di vista pratico che teorico.
Nell’attuale condizione di pandemia risulta, la tecnologia, un utile strumento di contatto e di lavoro, lo (tanto, troppo, decantato) smart working, il lavoro agile!
Nell’attuale condizione di pandemia la tecnologia non ha impedito che si ricostruisse il Ponte Morandi di Genova e che si ricreasse, dopo 43 morti, una viabilità più sicura che, la stessa tecnologia di 50 anni prima, non aveva garantito!
La tecnologia, i sistemi digitali di lavoro e comunicazione, le altissime potenzialità dell’informatica e delle scienze connesse, sono un traguardo dell’uomo, sono uno strumento di miglioramento della vita e delle condizioni di lavoro e convivenza sociale. Per la tutela della salute sono essenziali!
Gli aerei che volano senza pilota sono una realtà, certo, ma nessun computer potrà mai prevedere uno stormo di gabbiani che si alza in volo e che, come già accaduto nel 2009 a New York, faccia decidere in una frazione di secondo al pilota (Sully Sullemberger), di ammarare sul fiume Hudson, salvando così 155 persone.
L’interazione tra uomo e macchina, tra creatore e creazione, non dovrebbe mai prescindere dalla presenza della persona, dalla capacità umana di leggere i segni dei tempi, di sentire un’emozione, di vedere un battito d’ali o percepire una folata di vento…
E nello specifico, le nostre, sono sempre state “vendite emotive”! la Formazione e l’Azienda hanno da sempre sottolineato ed insegnato questo aspetto imprescindibile!
L’integrazione tra intelligenza umana e intelligenza artificiale non può essere a favore della macchina che, come noto, non ha un cuore pulsante che sa amare il proprio lavoro e che sa stare al fianco delle persone con bisogni ed esigenze (partner di vita!).
Cinema (2001, Odissea nello spazio di S. Kubrick, Blade Runner di R. Scott o Matrix dei fratelli Wachowski), letteratura (Io, robot di I. Asimov), arte (Guernica di P.Picasso), le espressioni dell’uomo più alte nell’esternare i sentimenti della bellezza e della creatività, impossibili alle macchine, ci insegnano che l’uomo sa sempre trovare la soluzione agli sbagli ed agli errori del vivere.
Ciò a cui non può opporsi è la forza della natura. In tutti i sensi.
E solo gli uomini sanno individuare strumenti adatti a far fronte alle avversità della natura, attraverso soluzioni anche assicurative che possano lenire o salvare vite e beni!
Gli strumenti che usiamo tutti i giorni, i c.d. devices, gli smartphone, i tablet, i pc, i computer, sono degli ottimi compagni di lavoro, degli ottimi accessori all’attività da svolgere, delle ottime fonti di notizie ma, di per se stesse, non potranno mai sostituire la forza di una stretta di mano, la travolgente bellezza di un sorriso, il calore di una carezza.
Che, da sempre, hanno determinato quelle “vendite emotive” tanto decantate!
L’internet delle cose, il c.d. Internet of things, che connette contemporaneamente auto, aereo, treno, lavatrice, nave, innaffiatori, caffè, radio… ha un inizio ed ha una sua fine, ha il tasto di accensione e spegnimento.
Ed è regolato da persone!
Nella nostra professione, che si è costruita da tempo immemore sulla relazione umana, basata sulla fiducia, sul rapporto personale e diretto, fisico, connaturale ed integrato ad ogni evento che è accaduto, e che potrebbe accadere, con il fine ultimo della salvaguardia della vita e del bene delle persone assicurate, ebbene, la persona stessa, ora più che mai, sembra dover essere sostituita dalla capacità, (forse abilità!), sola, di saper usare un tablet!
Inaccettabile!
L’epidemia da Coronavirus terminerà come è terminata la peste, sarà debellata come è stato debellato il vaiolo, sarà sconfitta come è stata sconfitta la febbre Spagnola, e si tornerà a coltivare la vicinanza delle persone come fosse un fiore da preservare, la relazione tra uomini come fosse una pianta che reca ossigeno, l’unione degli individui come fosse l’unico respiro di aria che si possa avere!
Queste brevi righe solo per sottolineare che nell’ambito del nostro lavoro, nell’immediato futuro che ci attende, sarà giusto normare nuovi contratti di lavoro a distanza, con tutte le coperture ed i diritti previsti da CCNL, sarà giusto riconoscere l’importanza della famiglia presente nei luoghi dello smart working (la propria abitazione), sarà giusto prevedere norme che garantiscano pause, ferie, tutele, indennità a chi lavorerà da casa, anche perché tutto questo porterà immani guadagni all’azienda che non avrà più alti costi di personale in ufficio.
Ma sarà altrettanto giusto salvaguardare l’aspetto fondamentale della nostra professione, ovvero la persona che svolge quella data attività, telefonica, di presentazione, di vendita, di assistenza, di prevenzione, di tutela, di garanzia, di indennizzo, di consulenza…
La persona non potrà mai più essere sostituita da un numero di matricola e fatta oggetto di mascherine in una busta da lettera, fatta oggetto di continue richieste di report che si affastellano uno sull’altro senza poter aggiungere alcunché, fatta oggetto di pressioni di raggiungimento di risultati legati esclusivamente alla produttività attraverso un tablet…
Nella mia esperienza recente, dopo molti anni di azienda, con diversi ruoli e responsabilità, ho toccato con mano cosa può fare un singolo individuo, formato e supportato da strumenti anche tecnologici, nella nostra attività, migliorando la vita delle famiglie, salvando economie altrimenti compromesse da eventi tragici, tutelando e accompagnando aziende e dipendenti verso garanzie e coperture altrimenti impossibili da prevedere.
E questo, parlando, discutendo, argomentando di persona, ad un’altra persona, così da cogliere anche attraverso un’espressione, un gesto, oppure ascoltando una diversa intonazione della voce dovuta anche alle contingenti situazioni del momento…
Insomma, “…la centralità della persona nel lavoro, in ogni lavoro, dovrà essere sempre garantita, la sua dignità, la giusta retribuzione e le pause…” per citare Papa Francesco di pochi giorni fa, dovrà essere il dogma portante delle nuove ere tecnologiche e non, invece, che il lavoro da casa possa essere un’occasione per l’Azienda per risparmiare milioni di euro, controllare il personale, imporre piani draconiani, sopprimere creatività e libertà, relegare le persone a meri strumenti, sostituibili, di produttività.
Quando iniziai, trent’anni fa, mi si diceva spesso “la Compagnia la fanno le persone”, “i clienti cercano e conoscono l’Agente, mica il marchio…”, e con il passare del tempo le cose non sono mutate, se è vero come è vero che la Formazione dell’Azienda ha sempre insistito su questo aspetto, sulla relazione personale, sulla centralità del consulente. Ed il Management aziendale da sempre insiste sulla centralità delle visite alle persone, ai contatti diretti con le altre persone, senza “spersonalizzare” questo rapporto fiduciario che, solo, può dare dei frutti!
Ora, il problema che si potrebbe porre ad un tavolo aperto al dibattito, sarebbe proprio quello che da una contingenza così opprimente, l’Azienda abbia fatto una sorta di test, comprimendo costi e salari, raggiungendo target amplissimi di Clienti, togliendo di fatto il “controllo della macchina” alle persone, per utilizzarlo al fine solo della produttività.
Il timore che ne deriva, di conseguenza, è che la persona/dipendente possa trarne un beneficio assai risicato, possa invece trarne un danno non solo economico (stipendio ridotto e possibilità inferiore di poter liberamente utilizzare la sua creatività) ma anche psicologico, per essere considerato alla stregua dello strumento che utilizza con le mani tutti i giorni.
Un semplice strumento per raggiungere un fine, la produttività.
Quello che si chiede da parte delle persone/dipendenti (soprattutto dei dipendenti OP) è che non venga mai meno la loro importanza ed il lor coinvolgimento nei processi aziendali, di sviluppo e costruzione delle soluzioni, delle strategie di mercato, nelle visioni di futuro che si intende seguire e soprattutto non venga mai meno la loro dignità di donne e uomini al servizio degli altri.
Come abbiamo tutti scoperto dal DPCM dell’11/03/2020, art. 1 c 4, per il Covid-19, i servizi assicurativi sono infatti essenziali per il Paese!
Per le persone!
A.S. e R.Z.