DISPARITA’ SALARIALE O GENDER PAY GAP
“LE DONNE GUADAGNANO IL 23% MENO DEGLI UOMINI. IL PIU’ GRANDE FURTO DELLA STORIA”
Organizzazione delle Nazioni Unite
Che cos’è la discriminazione salariale di genere (Gender Pay Gap)?
La discriminazione salariale di genere è data dalla differenza tra la retribuzione di uomini e donne ed è dovuta a diversi fattori.
Il minor reddito – a parità di lavoro – che mediamente percepiscono le lavoratrici, produce effetti discriminatori a svantaggio delle donne non solo nel breve periodo ma anche nel lungo periodo. L’effetto di queste situazioni prolungate di discriminazione salariale porta le lavoratrici a percepire trattamenti pensionistici più bassi degli
uomini.
Quali sono i fattori che possono alimentare situazioni di discriminazioni salariali di genere?
Vari sono i fattori che possono generare discriminazioni salariali di genere.
- Discriminazioni dirette sul luogo di lavoro. Le donne – a parità di mansione e tipologia di lavoro – sono retribuite in misura minore.
- Rapporti di lavoro a tempo parziale, che pregiudicano ulteriormente avanzamenti di carriera e aumenti retributivi rispetto alle posizioni a tempo pieno.
- Incidenza di elementi retributivi variabili, che lasciano ampio spazio a differenziazioni di genere.
- Sotto-inquadramento delle donne rispetto al lavoro svolto e alle competenze professionali.
- Minore presenza delle donne in posizioni direttive.
- Maggiori esigenze di conciliazione vita/lavoro espresse dal personale femminile rispetto a quello maschile.
- Settori con prevalenza di personale femminile, nei quali le retribuzioni sono tendenzialmente più basse rispetto a settori a prevalenza maschile.
Oggetto di indagine è l’analisi del Rapporto periodico sulla situazione del personale maschile e femminile (Art. 46 del
d.lgs. 11 aprile 2006, n. 198) di alcune aziende di dimensioni e sedi differenti a livello territoriale e nazionale.
I rapporti di pari opportunità sono una fotografia della situazione del personale femminile, che ogni azienda con oltre 100 dipendenti, deve consegnare ogni 2 anni alle RSA e alle consigliere di parità regionali.
Questi rapporti ci permettono di capire la distribuzione statistica del personale femminile e maschile e di
evidenziare eventuali anomalie. In particolare forniscono informazioni sullo stato delle assunzioni, sulla formazione erogata, sulle promozioni professionali, sui livelli di inquadramento e passaggi di categoria. Rilevano eventuali fenomeni di mobilità, intervento della CIG, licenziamenti, pensionamenti e pre-pensionamenti. Raccolgono i dati della retribuzione effettivamente corrisposta a uomini e donne.
L’analisi dei dati consentirà al gruppo di lavoro di avere una base certa per confrontare le diverse realtà aziendali e scoprire se esistono aziende più virtuose di altre in ambito di parità di genere. Evidenzierà l’eventuale gap salariale tra lavoratrici e lavoratori.