Si è svolta, in data 28 maggio in videoconferenza, la riunione del Dipartimento Legalità della Fisac-Cgil. La riunione si è aperta con la relazione introduttiva di Maurizio Viscione, Responsabile del Dipartimento presso la Segreteria Nazionale, e di Maurizio Testa Coordinatore dello stesso.
La discussione ha analizzato la situazione verificatasi in seguito alla pandemia da Coronavirus. Inoltre, è stato confermato il programma del Dipartimento per l’anno 2020:
- Borse di Studio
- Riunioni comprensoriali sull’Usura
- Riunioni sull’Antiriciclaggio
- Riunione della Rete Nazionale Legalità
- Studio Polizze Vita
La gran parte di queste iniziative non possono svolgersi “a distanza”. Pertanto il Dipartimento auspica, passata la fase più critica dell’epidemia, un ritorno al lavoro non “da remoto”. Ci auguriamo, pertanto, che quanto prima lo smart working possa rientrare nei limiti e nelle regole stabilite con l’ultimo rinnovo del Ccnl. Oltre al danno economico, anche l’isolamento lavorativo sono in forte contrasto con le nostre iniziative.
E’ stato anche denunciato il ruolo fortemente negativo di Confindustria lombarda nell’evitare la creazione di “zone rosse” (in particolare nel bergamasco) che avrebbero potuto evitare un diffondersi così grave dell’epidemia. Sono stati, inoltre affrontati i temi dell’attualità politico- sindacale
Si è proceduto poi con l’analisi dell’attività del Dipartimento. Il Sito Antiriciclaggio continua la sua implementazione di notizie ed aggiornamenti riguardanti la Normativa. A riguardo vi è stata la partecipazione a diverse videoconferenze sulle novità in materia di antiriciclaggio che gli ultimi Decreti hanno portato. Il lavoro iniziato presso le Università continua da remoto per quanto riguarda le scelte degli Elaborati da premiare, mentre le premiazioni si svolgeranno quando saranno possibili i Convegni pubblici.
Il dibattito che ne è seguito, ha tracciato la rotta del lavoro per i prossimi mesi seguendo la linea indicata dalle relazioni. Sono stati analizzati due elementi molto rilevanti. Il primo è dato dalle cifre che emergono dall’economia illegale: economia sommersa 250 mld di euro, di cui 153 da corruzione e 97 da evasione fiscale. Poi vi è l’economia illegale propriamente detta che ha un giro d’affari di 17o mld di euro, di cui 59 da traffico di droga, 35 da usura, 21 da abusivismo edilizio, 16 da ecomafie e 39 da agro-mafie. Per un totale di 420 mld di euro all’anno.
Il secondo dato allarmante viene dall’analisi economica post-epidemia. Vi è una forte domanda di liquidità a cui il Governo ha risposto con appositi Decreti. Vi è il rischio concreto che nel frattempo possa aumentare il fenomeno dell’usura. Il Dipartimento ha, perciò, deciso di effettuare una ricerca in tal senso per evidenziarne tutti i rischi, anche in termini economici.
Una nuova riunione verrà calendarizzata entro la prima metà di giugno.