Home, sweet home!
Smart Working è diventata una parola così utilizzata che forse la dovremmo già ritenere abusata. Sicuramente lo è in termini di significato perché di smart c’è davvero poco. L’emergenza sanitaria ha portato alla ribalta una modalità organizzativa sino ad ora poco praticata dalle aziende, compresa DB.
E’ chiaro che siamo stati sin dall’inizio favorevoli a soluzioni che tenessero a casa i Colleghi nel solco dei provvedimenti governativi a tutela della salute che, ancor oggi seppur con connotati diversi, si sono posti l’obiettivo di ridurre rapidamente due importanti fattori di rischio: l’assembramento di persone e la mobilità territoriale. Una cosa è perseguire questi scopi, altra ragionare in termini strutturali e di nuova organizzazione del lavoro, da armonizzare con la Legge, con il Contratto, con le esigenze del datore di Lavoro e, non da ultimo, con quelle dei Dipendenti.
Facciamo questa osservazione alla luce della grande enfasi che anche DB AG pone rispetto alla prospettiva futura del lavoro da casa.
“Nulla sarà più come prima” è un refrain che sentiamo ripetere spesso ma nuovo non sempre coincide con migliore e la questione del “lavoro agile” va presa con la dovuta serietà avendo ben presente che la sua sostanza non è quella che appare oggi.
Anzitutto va ricordato che la tematica è stata introdotta anche nel recente rinnovo del CCNL con alcune previsioni precise come la dotazione di strumenti da parte dell’Azienda ed un massimo di utilizzo pari a 10 giorni al mese.
Al momento in DB Spa abbiamo disposizioni emanate unilateralmentedall’Azienda che sono sicuramente destinate ad essere riviste in quanto piuttosto lontane dalla nuova normativa. Occorre tenere ben presente che il primo passaggio da fare è capire se lo smart working debba essere principalmente una modalità operativa aziendale oppure un modo di conciliare vita e lavoro o una misura di flessibilità o tutte queste cose assieme.
Si tratta di una valutazione non semplice e nemmeno scontata. Dal punto di vista della Banca, anche fornendo gli strumenti di lavoro, cosa che in condizioni ordinarie invece da noi non accade, avere Personale che opera da casa comporta un risparmio economico per quanto riguarda energia, riscaldamento, allestimento di postazioni, spazi, immobili ed anche costi di mobilità del Personale. Un bel pacchetto di vantaggi.
Per i Lavoratori si aprono spazi per godere, potenzialmente, di una maggiore flessibilità degli orari in relazione alle esigenze personali e quindi di una possibile miglior conciliazione dei tempi di vita e lavoro nonché di una minore necessità di spostamento e quindi di una riduzione dei relativi costi.
Numerosi però anche i problemi o i rischi: aumento di spese per il funzionamento delle apparecchiature (o anche per il loro acquisto e manutenzione se non cambia la politica di DB), adibizione di spazi domestici perl’attività lavorativa, postazioni non adeguate, dilatazione dei tempi di lavoro (vedi il diritto alla disconnessione, anch’esso introdotto dal rinnovo del CCNL), minore coinvolgimento e partecipazione.
Avere tante incognite non vuol dire fare finta di niente o non comprendere che, insieme a fondate preoccupazioni, in questi mesi tra i Colleghi si sono alimentate anche aspettative.
Come Sindacato non possiamo esimerci, né per quel che ci riguarda neppure vorremmo, da una seria valutazione di prospettiva. Quello che premeva sottolineare è che, seppur si potrà parlare di un’esperienza già vissuta, le coordinate del ragionamento da sviluppare tra le Parti dovranno essere assolutamente diverse dalle attuali.
I presupposti per discutere sembrano esserci, occorrerà capire a che livello culturale e tecnico si sarà in grado di progredire nell’eventuale confronto.