BPB: Il tempo, qui, diventa spazio e lo occuperemo con la nostra lotta

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Oggi, 8 maggio 2020, si è tenuto il terzo incontro fra la delegazione aziendale BPB e le organizzazionisindacali nazionali e del coordinamento di gruppo BPB sull’ormai noto “Piano di Riduzione del Personale” che, allo stato attuale, sembra più un “Piano di Decimazione del Personale”.

Il primo intervento è stato del commissario Blandini che, dopo i convenevoli di rito ed aver detto che hanno consegnato alle organizzazioni sindacali la documentazione necessaria alla discussione, ha dato la parola al Direttore Generale De Angelis, il quale si è proposto di dare numeri di un business plan che, a parere aziendale, era esaustivo rispetto alle nostre perplessità sulla reale novità di quanto comunicato con le slides di venerdì scorso: riduzione dei costi della raccolta diretta, TD per la clientela retail, Wealth Management; crescita dei volumi e della clientela retail del 40%! Con cosa? Con i prodotti che già abbiamo, alla fin fine.

Dopo l’esposizione di De Angelis hanno preso la parola le organizzazioni sindacali le quali,unitariamente, hanno esposto tutto quello che c’è di inaccettabile del “piano di decimazione del personale” presentato e quel che c’è di inadeguato rispetto alle grandi linee di un piano industrialeche sembra più un contentino da presentare alle OO.SS. che un vero piano per riportare la Banca in utile e capace di farla reggere nel tempo.

Tutte insieme le OO.SS., dai delegati nazionali ai coordinamenti di gruppo, hanno mostrato le incongruenze dei dati inviati, incongruenze tra slides e tra queste e la lettera di avvio del “piano di decimazione del personale” inviato il 20 aprile 2020

Alle richieste, reiterate, delle OO.SS. dei criteri dei numeri della lettera di avvio della procedura e della documentazione inviata, non vi è stata risposta:

  • i 900 esuberi sono calcolati solo come numero per arrivare ai 70 milioni di risparmi? E come si arriverebbe a quel numero tra i dipendenti? Noi potremmo discutere solo di uscite volontarie!
  • la chiusura delle filiali, in alcune zone una vera e propria esecuzione del tessuto economico, deve concretizzarsi nei nomi, nei luoghi reali dove si vorrebbero realizzare le chiusure stesse. Quali soluzioni sono state previste per i lavoratori e le lavoratrici?
  • le Direzioni Generali, che fine faranno? Potenza? Teramo? i vincoli occupazionali previsti negli accordi di fusione di ex NBM prima e TERCAS dopo sono stati tenuti in considerazione? E Bari… i colleghi delle direzioni che, dalla lettera risultano essere 300 in esubero e, dalla documentazione inviata, sembrano molti, ma molti di più?
  • le esternalizzazioni? Si considerano centrali alcuni settori e poi li si vuole esternalizzare? E i crediti? Come si fa ad esternalizzare la filiera del credito che è centrale in una banca? Non accetteremo deroghe di nessun tipo al CCNL. Non possiamo accettare una mobilità selvaggia come quella che si prospetta. E la mobilità è selvaggia in quanto va a terremotare le vite delle persone.
  • E cosa significano gli accenni alla contrattazione di secondo livello? Non accetteremo riduzioni, anche solo prospettiche, di salario per i dipendenti di questa azienda che già da anni contribuiscono al suo risanamento.
  • E, di nuovo, nessuna risposta su CRO e la fantomatica, oramai, trattativa con SRI Group. – E sulla salvaguardia dei lavoratori assaliti dagli azionisti infuriati? Nulla.

Troppe richieste senza esito!

Tutte domande che non trovano risposte capaci di agevolare un contraddittorio degno di una trattativasindacale, che abbia a cuore la dignità della persona e non si riduca volgarmente ad un “conteggio diteste”.
Non possiamo assistere inermi, dinanzi ad una sentenza, che condanni ad assumere “un farmaco amaro nella speranza che il paziente sopravviva” , accettando un accordo imbarazzante.

Non siamo disposti a negoziare: mobilità selvaggia, chiusura di filiali e sedi di direzione ed esternalizzazioni.
Il Piano mostratoci è figlio di una visione di corto respiro del management che, seppure parzialmente cambiato, ha mantenuto le stesse modalità e caratteristiche.

Non è questo il terreno che calpesteremo ai fini di garantire la dignità e l’occupazione ed è per questoche siamo pronti, così come chiaramente detto all’azienda, di uscire dai pixel degli schermi permanifestare la nostra contrarietà a negoziati che siano solo preludio di accordi ricattatori sui livelli occupazionali.

Non saremo mai disponibili a discutere su presupposti che possano determinare una Banca senza futuro.

Bari, 8 maggio 2020

I coordinamenti di gruppo Banca Popolare di Bari FABI -FIRST/CISL- FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

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