Dipartimento Sostenibilità: seconda conferenza nazionale per l’Economia Circolare

DIPARTIMENTO NAZIONALE SOSTENIBILITA’ E RSI

SECONDA CONFERENZA NAZIONALE PER L’ECONOMIA CIRCOLARE

 

Si è tenuta a Roma, nei giorni scorsi in diretta streaming, la Seconda Conferenza Nazionale per l’Economia Circolare–Focus sulla Bioeconomia–Presentazione del Rapporto 2020 sull’Economia Circolare in Italia da parte del Circular Economy Network. Il Dipartimento Nazionale Sostenibilità e Rsi della Fisac Cgil, all’interno del percorso di studio e ricerca sugli aspetti della Sostenibilità, ha seguito la Conferenza. Riportiamo qui di seguito una sintesi delle varie Relazioni che si sono succedute.

La prima considerazione da fare, in queste settimane drammatiche di emergenza, è che la mappa di diffusione del Coronavirus è sovrapponibile alla mappa di diffusione e di maggior concentrazione delle polveri sottili. Non c’è un meccanismo automatico tra inquinamento e diffusione del virus, ma è innegabile che una forte concentrazione di PM10 sicuramente può indebolire le vie respiratorie ed essere fonte di trasmissione degli agenti virali.

            Una delle finalità della Conferenza è quella di costruire una rete di dibattito, di scambio di informazioni e di buone pratiche per permettere alla Imprese ed alle loro Organizzazioni di sviluppare un confronto con le Istituzioni sul tema della Sostenibilità, partendo dalla considerazione che la crescita esponenziale del consumo mondiale di materiale (109 mld di tonnellate) è insostenibile per l’Ambiente e per l’Economia, anche in considerazione del fatto che nel periodo 1970/2017 a fronte di un raddoppio della popolazione umana il consumo di materiali è più che quadruplicato.

Per passare ad una nuova economia dobbiamo anche pensare a massicci investimenti in eco-innovazione. Nel nostro Paese abbiamo una mancanza di impianti di rigenerazione di materie prime in materie seconde (cioè materiale riciclato, come ad es. per le batterie per le macchine elettriche). In pratica non si può pensare ad una green economy con impianti di produzione da brown economy. Questo ci permetterebbe di passare da un’economia lineare ad un’economia rigenerativa (fare PIU’ con MENO).

L’economia rigenerativa permette di cambiare l’attuale paradigma della produzione “meno dura il prodotto, più sostituisco, più vendo, più ho profitto, cioè profitto sulla vendita” ad uno in cui “il profitto non si basa sul possesso del prodotto ma nel servizio da offrire per il prodotto venduto, che avrà una maggiore durata”. Per fare questo occorre, ovviamente, un forte cambio culturale che deve ragionare, anche, sulla riparabilità del prodotto.

Un altro esempio viene dalle vendite on line. E’ vero che esse riducono notevolmente gli spostamenti fisici delle persone, ma vi, è come contropartita negativa, un aumento della mobilità delle merci, un considerevole aumento degli imballaggi di scarto e non favorisce la riparabilità del prodotto. Dunque si propone la nascita di un’Agenzia per la circolarità, che aiuti il rinnovo degli impianti tradizionali perché l’Economia per essere circolare deve essere rigenerativa. Un’Economia che passi, dunque, dalla vendita di un prodotto alla vendita di un servizio e con prodotti a bassa intensità di materiali.

Siamo alla vigilia del recepimento di un pacchetto di nuove Direttive europee e del lancio di un vasto programma europeo di un Green deal. E’ evidente che l’Economia circolare ha un ruolo decisivo proprio nel Green deal europeo. Essa, infatti, riduce gli impatti ambientali e climatici generando vantaggi economici ed occupazionali. Inoltre promuove un risparmio ed un più efficiente e rinnovabile utilizzo del materiali e dell’energia. La Bio-economia rigenerativa è un Settore quantitativamente e qualitativamente importante dell’Economia circolare e può contribuire sia a consolidare il futuro di Settori come l’Agro-alimentare sia ad aprire nuovi sviluppi, in particolare con il rilancio di siti ed attività industriali dismesse e di Territori considerati marginali.

Certo, occorre fare in fretta e fare bene. Scegliendo la direzione giusta, perché come recita Seneca “Non vi è vento favorevole al Navigante che non sa dove andare”.

 

 

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