Il limite all’utilizzo del contante deriva, anche, da norme relative a controlli e comunicazioni. Vedasi, per es., la soglia di 10mila euro quale ammontare delle operazioni in contanti compiute, nell’ arco di un mese da un singolo cliente, oltre la quale scaturisce per l’intermediario finanziario l’obbligo di inviare una comunicazione antiriciclaggio. Oppure l’importo massimo di 10mila euro per la valuta, dopo cui va compilata una dichiarazione da depositare alla Dogana all’ingresso/uscita dall’Italia.
Esistono, poi, norme che impongono di non usare il contante se si vogliono ottenere particolari bonus o per essere in regola con gli adempimenti fiscali: 1) pacchetto detrazioni legate a lavori edilizi (bonifici od altri mezzi tracciabili); 2) acquisto di carburanti da soggetti passivi Iva (professionisti od imprenditori) per deducibilità o detraibilità Iva (pagamenti con carte, bonifici, bollettini, assegni).
Poi vi è il capitolo relativo all’obbligo dei commercianti di utilizzo Pos. Coloro i quali vendono prodotti o forniscono servizi sono tenuti ad accettare pagamenti a mezzo Bancomat, carta di credito (tranne i casi di “oggettiva impossibilità tecnica), secondo il Dl.179/2012 art. 15.
In realtà, non essendo previste sanzioni in caso di inadempienza, tale obbligo è come se non ci fosse. A questo avrebbe dovuto provvedere il Decreto legge fiscale che nel testo iniziale contemplava sanzioni per gli inadempienti, sanzioni però cancellate nella versione finale del Provvedimento, introducendo allo stesso tempo un sistema di incentivi specifici al fine di incentivare l’utilizzo del Pos (art.21 Dl.124/19).
Dal primo luglio vi sarà un Bonus sui pagamenti elettronici a mezzo credito d’imposta pari al 30% delle commissioni applicate da Banche e circuiti sui versamenti via Pos ed utilizzabile dagli esercenti con fatturato annuo fino a 40mila euro.