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Banca del Fucino S.p.A.
Spett.le Banca del Fucino S.p.A.
C.A. del Presidente Dott. Mauro Masi
C.A. del Vice-Presidente Dott. Francesco Maiolini
C.A. del Vice Direttore Vicario Dott. Andrea Colafranceschi
C.A. del Responsabile Risorse Umane Dott.ssa Roberta Pennacchietti
e p.c. a tutte le Lavoratrici e a tutti i Lavoratori della Banca del Fucino
Roma, 29 aprile 2020
OGGETTO: COVID-19 – FASE 2
Egregi Signori,
alla luce dell’allegato 6 al DPCM 26 aprile 2020, del protocollo condiviso AbiSindacati del 28/04 u.s. e della Comunicazione aziendale “misure valide fino dal 4 al 15 maggio 2020” del 28 aprile 2020, tenuto conto che:
• il Sistema Bancario ha finora sempre mantenuto la propria operatività, a differenza di altri settori produttivi che solo dal 4 maggio prossimo riapriranno;
◦ il citato allegato 6 al DPCM 26/04/20 “raccomanda intese tra organizzazioni datoriali e sindacali” e prevede che sia costituito “in azienda un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e del RLS”;
Le nostre OOSS prendono atto delle misure di sicurezza sin qui adottate dall’Azienda, specificando quanto segue.
Nella premessa al citato allegato 6 è stabilito che “La prosecuzione delle attività produttive può infatti avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione. La mancata attuazione del Protocollo che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza”. e che “ogni misura adottata possa essere condivisa e resa più efficace dal contributo di esperienza delle persone che lavorano, in particolare degli RLS”;
Le scriventi OO.SS., dopo aver effettuato riscontri tra i Lavoratori e le Lavoratrici, avendo per obiettivo primario ed esclusivo la salute di tutti e dal momento che non si è verificato un calo dei contagi tale da poter permettere di abbassare la guardia, relativamente alle norme di sicurezza sanitarie, pur comprendendo le esigenze organizzative dell’Azienda, chiedono quanto segue:
♦ per quanto riguarda la Rete delle Filiali, come d’altronde da Voi stessi disposto, resta in vigore l’accesso della clientela esclusivamente per appuntamento, senza possibilità di deroghe ed eccezioni per alcun motivo. Deve continuare ad essere consentita la possibilità di rotazione, sul modello già attuato in precedenza (smart learning), con eventuale estensione del lavoro agile per lavorazioni per cui non è strettamente necessaria la presenza in filiale;
♦ per quanto riguarda gli Uffici di Direzione, la percentuale fino al 50% di Lavoratori “in presenza” citata nella Comunicazione aziendale del 28 aprile non sia applicata in maniera rigida, e “sia attuato il massimo utilizzo dello smart working per tutte quelle attività che possono essere svolte presso il domicilio o a distanza”, secondo quanto previsto dal citato allegato 6 al DPCM 26 aprile 2020, utilizzando, quindi, il lavoro “in presenza” solo ed esclusivamente per quelle attività che lo richiedono necessariamente. In quest’ultimo caso, si ricorrerà, comunque, alla rotazione;
♦ inoltre è indispensabile che il lavoro agile sia applicato a tutti quei dipendenti che soffrono di particolari fragilità fisiche o patologie, a prescindere dalla loro collocazione lavorativa. Al riguardo, come previsto dal Decreto, deve essere coinvolto il medico competente.
La ratio di queste richieste, oltre dall’ovvia limitazione dei contatti interpersonali, è rappresentata anche dalla rischiosità di servirsi dei mezzi pubblici per il tragitto casa/lavoro e viceversa, nonché dalla problematicità di servirsi degli stessi, a causa del contingentamento degli utenti per vettura;
Le OO.SS. scriventi chiedono inoltre che:
♦ sempre in ossequio al citato Decreto governativo, non siano effettuate trasferte e riunioni “in presenza”, sostituendo queste ultime con i molteplici mezzi di comunicazione a distanza;
♦ venga svolta una costante verifica che le sanificazioni degli ambienti e degli oggetti siano frequenti, capillari ed effettuate da soggetti abilitati a tali attività (abbiamo, infatti, ricevuto segnalazioni dai Lavoratori che spesso l’attività di sanificazione sia stata effettuata con materiali non idonei e da personale non qualificato), dando opportuna informativa agli RLS e alle OO.SS. come previsto dal DPCM citato e allegati;
♦ venga svolta una costante verifica che siano forniti in maniera capillare tutti i dispositivi di protezione individuale idonei e i liquidi igienizzanti, con particolare attenzione ai Lavoratori a contatto col pubblico, i quali devono essere dotati, oltre che di guanti e mascherine, come tutti gli altri, anche di protezioni per gli occhi.
♦ siano rispettate da tutti, indistitamente, le regole di comportamento relativamente al distanziamento sociale, all’uso dei dispositivi di sicurezza e al corretto utilizzo degli spazi e delle cose comuni.
♦ venga coinvolto il medico competente, con il fine di individuare adeguati mezzi diagnostici utili al contenimento della diffusione del virus, come previsto dal Dpcm. In diverse aziende tali strumenti diagnostici sono stati già adottati.
Si ribadisce, ancora una volta, che si rende necessario, ora più che mai, un coinvolgimento delle OO.SS. e degli RLS (previsto, peraltro, dal DPCM più volte citato), che dovranno essere tenuti informati costantemente delle attività svolte dall’Azienda e resi partecipi preventivamente delle determinazioni aziendali che si verranno a prendere tempo per tempo.
E’ interesse comune, dei Lavoratori e dell’Azienda, che si lavori salvaguardando la salute di tutti, diritto primario riconosciuto dalla Costituzione, prevenendo malaugurate e non auspicate situazioni di contagio che, oltre ad essere molto gravi per i singoli, ricadrebbero pesantemente anche sull’attività aziendale, poiché, come detto precedentemente, la mancanza di condizioni di sicurezza per la salute di tutti comporta la sospensione delle attività produttive (DPCM citato).
In attesa di cortese riscontro scritto, porgiamo distinti saluti.