
Da Repubblica.it – In anticipo rispetto ai tempi previsti, la Bpm ha convocato l’assemblea straordinaria degli azionisti per il 21-22 giugno. Corposo l’ordine del giorno dei lavori: autorizzazione dell’aumento di capitale da 500 milioni (finalizzato al rimborso dei Tremonti bond, per non pagare l’extra-cedola) e soprattutto il varo della trasformazione in società per azioni.
Un passaggio epocale per la riottosa Popolare, ove la trasformazione ricevesse il disco verde dei soci. Per ora è stato avviato il processo, informa una nota della Bpm, con la presentazione in Banca d’Italia del progetto di trasformazione in spa. Un atto dovuto, ovviamente, e foriero di potenziali aggiustamenti che possono essere chiesti da Via Nazionale. Ma in genere quando certi percorsi vengono ufficialmente avviati significa che si ha ragione di ritenere che le autorità siano ben disposte.
Resta certo lo scoglio dell’approvazione del progetto da parte dei soci-lavoratori, la maggioranza in termini numerici (e l’unica rilevante, fino a quando si voterà con il sistema capitario). Spiega Agostino Megale, segretario nazionale della Fisac Cgil:
Bisogna considerare che il cambiamento non è di per sé negativo, anche se alla fine devono decidere i lavoratori e comunque occorre tener presente che gli errori commessi in passato rendono difficile difendere la situazione così come è.
Occorrerà vedere come si muoveranno gli altri sindacati e sopratutto quanto i ragionamenti delle segreterie nazionali siano condivisi dai sindacati locali, all’interno della Bpm. Ma forse i tempi sono davvero cambiati, anche perché la trasformazione attuale prevede alcuni correttivi a favore dei dipendenti, dall’attribuzione a titolo gratuito di azioni ordinarie da distribuire ai dipendenti, alla costituzione di una Fondazione onlus (con dote iniziale e diritto di nomina di tre componenti del consiglio di sorveglianza). Si vedrà se sarà abbastanza, per far votare la trasformazione in spa.
(25 marzo 2013)