Rsa Roma e provincia: In quali mani siamo…

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Al Monte dei Paschi pensavamo di averle viste tutte, ma in questo contesto di emergenza assistiamo nuovamente ad una preoccupante disorganizzazione del lavoro, ad una comunicazione frazionata ed incompleta sulle normative collegate alle misure sociali da mettere in atto e ad una conseguente grande sensazione di smarrimento e preoccupazione tra i colleghi.
Una disorganizzazione che abbiamo conosciuto già prima del Covid-19, ad esempio, con la gestione tardiva e inefficace dei “Kyc”, un problema che era conosciuto da tempo ed è stato affrontato all’ultimo minuto in modo confuso ed incompleto, comportando perdite e sanzioni per il nostro Istituto.
In piena emergenza vediamo di nuovo un forte ritardo nella reazione della Banca, un’organizzazione parziale e inefficiente del lavoro ed una mancanza di iniziativa lungimirante e intelligente, quale ad esempio sarebbe stata distribuire centralmente carte bancomat a tutti i clienti che ne erano sprovvisti nelle prime fasi della pandemia.
Alcuni vuoti procedurali e le normative a singhiozzo scaricano il peso e la responsabilità sui colleghi (vedi “Kyc”), facendo emergere una Banca che gestisce in modo approssimativo e lacunoso i processi organizzativi del lavoro.
Temiamo di assistere ad una storia simile anche per la sospensione dei mutui e la digitalizzazione delle pratiche del portale Consap: mancano 10 giorni per rispondere ai clienti e formalizzare le richieste, ma le risorse a disposizione per adempiere alla lavorazione nei tempi previsti sono nettamente insufficienti.
Lo diciamo per i colleghi del Middle Office Prodotti, in grande difficoltà nel gestire una mole di lavoro sproporzionata alle forze attualmente in campo, lo denunciamo per i colleghi delle filiali. La rete, oltre a gestire le sospensioni, è ingaggiata con la lavorazione dell’anticipo CIG e dei finanziamenti alle aziende: anche su questi aspetti la normativa è tardiva e poco chiara ed i processi di lavorazione ancora troppo complessi. Questo ritardo crea tensione con i clienti e tra i colleghi, esasperando il clima lavorativo.
In questa situazione già estremamente complessa abbiamo registrato nelle ultime settimane Lynch farneticanti, telefonate pressanti, report excel da riempire e classifiche su tutto il classificabile, pressioni per far sottoscrivere ai clienti un
qualsivoglia “prodotto”, mentre i clienti dovrebbero restare nei locali della Banca il minimo necessario e solo per improcrastinabili esigenze. Abbiamo assistito a call di responsabili che ipotizzano scenari ulteriormente pessimistici riguardo l’occupazione o il posto di lavoro stesso del bancario in mancanza di produzione commerciale, senza averne titolo o cognizione di causa. Tra un: “Ce lo impone il piano”, “i brillanti li vendono tutti”, e le altre amenità ascoltate negli ultimi anni, siamo arrivati al “redde rationem”.
Lo dicevamo per tempo denunciando tutte le distorsioni dell’agire scoordinato e caotico di un’azienda focalizzata solo ed esclusivamente sulla contrazione dei costi operativi e sui numeri da inserire nei report, cercando risultati veloci spesso dannosi per la futura gestione della relazione con la clientela. Lo ripetiamo oggi, con un’emergenza che pone le Banche al centro delle attività fondamentali al supporto sociale ed economico del Paese. Al momento l’attività del Settore dovrebbe limitarsi alla gestione delle priorità, focalizzandosi sull’attuazione veloce ed efficace delle misure contenute nei decreti che il governo pone in atto .
Stiamo invece assistendo, purtroppo, all’ennesima sagra dell’approssimazione nella sospensione dei finanziamenti, che non tiene conto del collo di bottiglia verificatosi nei vari processi. Ci chiediamo se le figure apicali che stanno gestendo queste procedure siano consapevoli degli impatti rivenienti e facilmente prevedibili dalla massa delle circa 50.000 posizioni da lavorare, che dovranno essere elaborate manualmente a più livelli.
Non è possibile agire anche questa volta all’ultimo minuto! Avvisiamo sin d’ora l’Azienda che non permetteremo che ricadano sui colleghi le conseguenze o, peggio, le denunce che potranno pervenire per ogni eventuale inadempienza e non tollereremo che siano loro i capri espiatori di una situazione mal gestita, riservandoci di tutelare i lavoratori in ogni modo ed in ogni sede.
Riteniamo infine che la riapertura delle filiali Paschi valore Top 5 giorni su 5, a partire da lunedì prossimo, rappresenti l’ennesima forzatura che scarica sui lavoratori e le lavoratrici del Monte la lentezza procedurale e le incapacità organizzative. Nasce il sospetto che si cerchi di anticipare la cosiddetta “Fase 2” per evitare il caos definitivo dovuto al ritardo di normative e di soluzioni operative, alla faccia del Covid-19 e della prudenza.
Roma, 19 Aprile 2020

Le Segreterie

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