Roma, 10 febbraio – “È necessaria una vera riforma del sistema previdenziale che superi strutturalmente e definitivamente la legge Fornero, garantendo una flessibilità in uscita per tutti dopo i 62 anni, e a prescindere dall’età con 41 anni di versamenti, senza alcun ricalcolo contributivo. Occorre tenere conto della specifica condizione delle donne, dei lavoratori discontinui e precoci, dei lavoratori gravosi o usuranti e introdurre una pensione contributiva di garanzia per i giovani”. Così il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli al termine del tavolo tecnico di questa mattina al Ministero del Lavoro sulla flessibilità in uscita.
“Il governo, che più volte ha dichiarato di condividere la finalità e l’impianto della piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil, si è preso l’impegno di stimare e valutare le nostre proposte”, ha dichiarato il dirigente sindacale. “Restiamo in attesa di vedere quali misure metterà sul tavolo e quante saranno le risorse a disposizione”.
“La nostra proposta è economicamente sostenibile”, sottolinea Ghiselli, che ribadisce: “Siamo assolutamente contrari all’ipotesi di ricalcolo interamente contributivo, che, come dimostrano le nostre simulazioni, rischia di pesare eccessivamente sulle future pensioni, con un taglio fino al 30% dell’assegno lordo. Un metodo – aggiunge in conclusione – che determinerebbe addirittura un vantaggio per lo Stato perché imporrebbe al lavoratore un onere aggiuntivo maggiore del beneficio eventualmente concesso”.
L’Osservatorio Previdenza della Fondazione Di Vittorio e della Cgil nazionale ha effettuato una serie di simulazioni sull’effetto del ricalcolo contributivo.
Analisi Osservatorio previdenza CGIL-FdV