Forte partecipazione alle assemblee sindacali di Roma e Milano tenutesi venerdì 15, e ancora oggi lunedì 18 a Napoli e Torino.
I lavoratori hanno manifestato in modo compatto e deciso il proprio pesante malcontento per la dichiarata ristrutturazione della banca e hanno esternato la propria motivata tensione alla luce delle procedura che ridurrebbe di oltre il 20% l’attuale organico. La recente storia di schizofrenici cambiamenti e di strategie errate porta oggi alla ferma denuncia da parte di tutti i lavoratori e al forte malcontento nei confronti di Barclays che ha evidentemente perso, agli occhi dei suoi dipendenti, credibilità e fiducia. Negli anni i lavoratori hanno assistito a continui cambi ai vertici – 7 amministratori delegati in 14 anni -, invalse promesse di crescita, sviluppo aggressivo della rete sconfessato poi dalla clamorosa riduzione della presenza sul territorio. Questi eventi sono indice di un percorso di errori strategici che hanno segnato la recente storia della Branch italiana e ne stanno determinando il futuro. Le risposte che oggi esigiamo, cioè la chiarezza per il presente e la serietà per il futuro, devono passare da un Piano Industriale credibile, dettagliato e verificabile, che sappia prospettare a tutti i dipendenti la reale sostenibilità del Business Premier che la banca oggi sceglie di potenziare. Alla luce del nuovo piano e della ristrutturazione già avviata, continuano a risultare inaccettabili scelte e comportamenti che destano nei lavoratori sconcerto e indignazione. Tra questi:
Il continuo aumento del trend delle assunzioni, privilegiate rispetto alla possibile fungibilità di risorse interne;
L’impegno in sostanziose spese per progetti e investimenti nelle Flagship e nel digitale;
Ostile inclinazione ad appalti ed esternalizzazioni che si combina con l’orientamento a ridurre attività e compiti a diversi uffici. Quest’ultimo, in particolare, è avvertito dai i lavoratori come un grave affronto alle competenze e ai contributi dei singoli, laddove la scelta della banca è dirigersi all’esterno anziché preservare le professionalità e le abilità delle persone. Pretendiamo che vengano affrontate ipotesi serie e che venga esplorata ogni possibili leva a salvaguardia dei posti di lavoro e della riduzione degli impatti, che continuiamo a considerare inaccettabili nei termini espressi a partire da:
· l’assorbimento dei costi attraverso l’insourcing ai sensi del ccnl
· flessibilità degli orari di lavoro
· fungibilità e alla riqualificazione delle risorse
· utilizzo del fondo ordinario e straordinario previsti dal contratto.
Denunciamo, inoltre, quanto in attuazione da parte della banca (chiusura di filiali, lavorazioni appaltate, spostamenti di risorse) in concomitanza allo svolgimento della procedura ex art. 20, con conseguente mancato rispetto di quanto previsto a riguardo dal contratto. Tale atteggiamento, se non subirà un immediato segnale di arresto, porterà a modificare prima dei termini l’oggetto di una trattativa al tavolo e ed alterati i suoi stessi possibili esiti. Richiediamo all’azienda di fermare le variazioni in corso in diversi settori della banca, pena il possibile appello da parte delle OO.SS. all’art 28 ed il conseguente blocco della trattativa.
In seguito al riscontro ed al mandato ricevuto da parte dei lavoratori nel corso delle assemblee, non trascuriamo la possibilità che i dipendenti possano procedere unitariamente con azioni dimostrative ed informative della situazione che vive la banca. Il forte richiamo ricevuto da parte di tutti i colleghi è per le OO.SS. un forte stimolo alla fermezza da portare avanti al tavolo, con massima volontà di giungere a un accordo, ma anche la massima intransigenza rispetto a soluzioni che non risultino credibili e coerenti per il futuro dei lavoratori.
La discussione al tavolo con l’azienda proseguirà il 20 e il 21 di marzo. Non esiteremo a continuare nella comunicazione o a convocare nuove assemblee con i lavoratori per il prosieguo della trattativa.
Milano, 18 marzo 2013
DirCredito – FABI – FIBA-Cisl – FISAC-CGIL – SINFUB – UILCA