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Il 2019 per la BPB è stato senza dubbio il peggiore degli anni peggiori e non è neanche detto che conservi questo triste primato.
Un anno iniziato in una vorticosa ed agitata ricerca, accompagnata da sconsiderate pressioni dall’ alto su tutta la struttura aziendale, di un rilancio dell’azienda, per mesi proclamato e mai concretizzato ma continuamente modificato.
Azioni deleterie, frutto e vanto delle “guerre interne”, che hanno avuto la loro apoteosi nell’ Assemblea dei Soci del 21.07.2019 e quindi il successivo crollo del vertice amministrativo e di una parte del management.
L’ assurdo sta nel successivo rapido riciclo di casacca da parte di chi, pur avendo cinicamente e strenuamente sostenuto la nefasta condotta, si è ritrovato ad assumere ruoli significativi per la gestione aziendale. Continuando a calpestare la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, con disinvolto disinteresse per le problematiche degli stessi clienti.
Autunno caratterizzato dal sedicente “nuovo” , fatto di un vecchio ormai storico.
Un fine anno con i botti, tra commissariamento e finanziamento “all’ultimo minuto”.
Tremila famiglie hanno festeggiato le consueti ricorrenze natalizie e di fine anno, ma certamente quasi tremila lavoratori e lavoratrici le hanno trascorse con un tumulto nell’ animo fatto di rabbia, timore del futuro, rimpianti, …
Il commissariamento della Banca è il mesto epilogo di questa fase, ma anche passaggio necessario per provare a metterla in sicurezza.
Ma siamo ancora agli inizi e non ci è ancora chiaro quale futuro ci aspetta, quale modello di banca si intenderà realizzare, quali saranno le ricadute sul personale: in altre parole, quali saranno le sorti del Gruppo Banca Popolare di Bari.
Inaccettabile e da noi avversato sarà l’eventuale protagonismo di coloro i quali, sino a ieri consapevoli e convinti prosecutori dello scellerato top management, ancora oggi si aggirano per i luoghi aziendali, rifuggendo da responsabilità di ruolo, ma non dall’ esercizio del potere del ruolo, del tutto personale. Ovvero autolegittimandosi quali “collegamenti” con i Commissari, così come lo erano prima del top management.
E’ questo un antico gioco che ha portato allo sfascio.
Il 2019 si chiude con tanti veleni e probabilmente altri ne arriveranno, ma dobbiamo reagire, non dobbiamo dividerci, dobbiamo restare compatti: “da solo non si salva nessuno e nessuno salva da solo qualcun altro”.
Il nostro confronto con i Commissari, ovvero chiunque altro sarà legittimato a rappresentare la Banca, non potrà prescindere da queste considerazioni.