A Febbraio 2019 abbiamo dato avvio ad un percorso corale che ha coinvolto la nostra organizzazione a tutti i livelli.
Dopo l’accordo in materia di agibilità sindacali siamo partiti con l’elaborazione della piattaforma unitaria attraverso la convocazione di numerose commissioni contrattuali, anche unitarie; una piattaforma costruita sulla base di un’analisi precisa e oggettiva dei dati del settore per costruire una rivendicazione di diritti, tutele e salario per il rilancio del Paese, per il giusto e dovuto riconoscimento del valore del lavoro e per la riunificazione delle lavoratrici e dei lavoratori a partire dalle giovani generazioni.
L’aria d’inverno tende a rendere tutti i contorni più nitidi, e alla fine di questo percorso contrattuale mi è chiara l’immagine della nostra categoria, una categoria che ha dimostrato di aver assorbito appieno il grande significato dei contenuti della Piattaforma, dall’allargamento dell’area contrattuale alla formulazione del nuovo diritto alla disconnessione insieme a tutti i contenuti che, come più volte abbiamo sottolineato, sono stati tutti raccolti sotto l’egida di una parola antica, ma mai sfiorita: l’uguaglianza.
UGUAGLIANZA nella difesa dell’area contrattuale, UGUAGLIANZA nella rivendicazione salariale, UGUAGLIANZA nella richiesta di abbattimento del salario d’ingresso per i neoassunti, UGUAGLIANZA nel voler con forza e determinazione costruire un apparato di diritti e tutele che siano uguali per tutti, e che consentano a tutti, giovani e non, anche di potersi opporre a pressioni commerciali indebite.
La grande partecipazione che ha caratterizzato gli attivi, le assemblee, il dibattito nell’ambito del nostro Direttivo Nazionale più volte convocato, ha dato la misura della maturazione e del recepimento di questi temi.
La firma di questo CCNL sancisce anche lo scardinamento delle nostre divisioni, spesso personalistiche, e la rinnovata volontà di tornare, tutti, uniti a marciare sotto la bandiera di una rinnovata battaglia di giustizia sociale al fianco delle giovani generazioni, per ricostituire un quadro migliore in termini di diritti, tutele e soprattutto, pronti tutti insieme, per proseguire una nuova e grande stagione di rivendicazione salariale a restituzione della dignità e del giusto valore al lavoro nel segno del ruolo che il lavoro ha nel patto sociale di vita e realizzazione delle persone.
Riconsegnare il giusto valore al lavoro vuol dire anche rispettare i valori democratici della nostra Costituzione che fonda il nostro Stato repubblicano sul valore stesso del lavoro.
In questo senso devo dire che il percorso che ci ha portato fino a qui è stato corale, fortemente partecipato a partire dall’approvazione della piattaforma dal 99% delle lavoratrici e dei lavoratori partecipanti che per questa via sono stati egualmente protagonisti rispetto alle istanze rivendicative.
Il percorso non possiamo negarlo non è stato semplice, ne ripercorro alcuni passaggi centrali. Siamo partiti da una ipotesi presentata da ABI di accordo quadro, ipotesi che abbiamo con prontezza e lungimiranza respinto; per noi l’unica base negoziale è sempre rimasta la piattaforma.
Non dimentichiamo gli attacchi, durissimi, che la categoria ha ricevuto ma che devo dire siamo riusciti a superare nel segno della ricerca dell’unitarietà, non costruita su posizioni di comodo ma sulla sostanza e sul merito politico delle nostre rivendicazioni.
Il confronto con ABI nella prima sessione è stato caratterizzato prima da una serie di non risposte sui temi della piattaforma e successivamente dalla presentazione di una sorta di “contropiattaforma”, che ancora una volta abbiamo non solo respinto ma contrastato punto per punto, entrando ancora una volta nel merito politico delle questioni da noi respinte.
L’ascolto del Direttivo Nazionale durante tutto il percorso di negoziazione è stato importante rispetto alla condivisione del percorso che ci ha condotti tutti insieme sino alla firma del rinnovo del CCNL in cui è chiara l’impronta riformista progressista rispetto all’articolato complessivo ma soprattutto rispetto verso chi fino ad oggi ha subito una condizione di debolezza, i giovani, le donne, i genitori, chi ha necessità di assistere un familiare ciascuno nel rispetto della propria condizione familiare ed affettiva e che oggi in questo nuovo CCNL trova un apparato di diritti e tutele chiaro e normato punto per punto.
A partire dalla sessione di ottobre la strada per il rinnovo del CCNL ha visto un terreno meno periglioso, alcune aperture da parte di ABI sono stata la leva per spingere sull’acquisizione delle rivendicazioni di piattaforma.
La convocazione del Direttivo Nazionale del 29 Novembre scorso e la successiva riunione dei Segretari Generali del 13 Dicembre hanno confermato la determinazione della categoria a chiudere questa partita così importante in cui il CCNL non è soltanto uno strumento negoziale ma è il sigillo di tenuta di un settore in profonda evoluzione e oggi più che mai minato dall’impatto dell’evoluzione tecnologica.
In questo rinnovo contrattuale sento vibrare i valori costituzionali di uguaglianza, di rispetto delle libertà individuali, di attenzione alla famiglia e alla realizzazione della persona e devo dire che la scelta di rilanciare una battaglia per i diritti sociali anche con un quadro politico giallo/verde che a febbraio di quest’anno, quando abbiamo costruito la piattaforma, rigurgitava di odio e violenza è stata certo non semplice, ma il sindacato ha vinto questa battaglia.
Oggi il nuovo contratto del credito si declina sui tre assi portanti della piattaforma: salari, diritti e tutele.
Rispetto alla rivendicazione economica, il sindacato torna ad essere autorità salariale, abbiamo posto un freno alla svalutazione del lavoro che negli ultimi 20 anni ha perso salario e diritti; il salario per noi non è mai stato inteso come paga oraria ma come elemento di dignità del lavoro e di chi lavora.
L’aumento di 190 Euro sulla figura media, include oltre il recupero inflattivo anche la distrazione, mai più avvenuta dal 1990, di 1 punto percentuale dal capitale finanziario al capitale lavoro; questo in un settore che, come più volte abbiamo avuto modo di rilevare, solo nel corso dei primi nove mesi di quest’anno ha distribuito oltre 9 miliardi di utili, era inaccettabile non insistere sulla battaglia salariale non solo a difesa della dignità del lavoro come da sempre sosteniamo ma anche rispetto ad un senso di giustizia sociale per le nostre lavoratrici e per i nostri lavoratori e ad una visione di ripartenza per il Paese perché soltanto aumentando i salari è possibile dare nuovo slancio alla domanda interna altrimenti paralizzata da un volume di debito pubblico che pesa sulle finanze nazionali come un macigno.
E se vogliamo guardarla tutta, l’ottenimento di 190 Euro sui 200 richiesti in piattaforma, rappresenta oltre il 95% della rivendicazione unitaria.
Rispetto ai diritti e al valore sociale di questo contratto, oltre ad aver conquistato l’estensione dell’area contrattuale anche alle lavorazioni di NPL e UTP, abbiamo conquistato il superamento a carico delle aziende della penalizzazione salariale del 10% per i neoassunti e abbiamo altresì conquistato la riduzione a 18 mesi per la parificazione inquadramentale degli apprendisti.
L’utilizzo del FOC per l’abbattimento, a partire dalla sottoscrizione in rinnovo del CCNL, del differenziale retributivo del 10% sui neoassunti ad oggi in servizio è, per la mia Segreteria e per me, un grande elemento di civiltà e di rispetto verso le giovani generazioni a cui dobbiamo non pochi elementi risarcitori rispetto ai quali la nostra battaglia non troverà certo in questo rinnovo, un punto di arresto.
Sempre sul FOC questa volta a tutela dei livelli occupazionali abbiamo negoziato un aumento di 3.500 € sulla contribuzione alle imprese per assunzioni effettuate nel Mezzogiorno.
Anche rispetto all’appalto abbiamo ottenuto l’applicazione della clausola sociale di cui all’art. 50 del Codice degli appalti a tutela della buona occupazione.
Quanto alle tutele abbiamo ampliato gli elementi a difesa delle lavoratrici e lavoratori sempre più coinvolti in procedimenti di rilievo disciplinare due su tutti l’aumento del termine a difesa da 5 giorni solari a 7 giorni lavorativi con sospensiva del termine in caso di richiesta di accesso agli atti e per i colleghi interessati da procedimenti giudiziari per fatti commessi nell’esercizio delle loro funzioni l’anticipo totale degli oneri legali da parte delle Imprese.
Questo nuovo contratto del credito si fa interprete dei cambiamenti che la tecnologia ha riverberato sul sistema, e per questa via hanno trovato non solo la “cabina di regia sull’impatto delle nuove tecnologie/digitalizzazione nell’industria bancaria”, organismo deputato a gestire bilateralmente e via anticipata gli impatti e le ripercussioni occupazionali dell’innovazione tecnologica sul sistema e anche a gestire gli aspetti inquadramentali legati alle nuove professionalità, ma anche il diritto alla disconnessione di cui la Fisac CGIL già nel Forum di Cervia di maggio 2017, agli albori della Legge su lavoro agile, ne rilevava la necessità di previsione e disciplina nella normativa di primo livello.
Le lavoratrici e i lavoratori sono oggi liberi e hanno il diritto pieno di non connettersi agli strumenti di lavoro aziendale al di fuori dell’orario di lavoro e nei giorni di riposo contrattualmente normati.
Sempre nell’ambito dei nuovi diritti trova normazione anche il lavoro agile nella sua articolazione ma anche e soprattutto rispetto agli aspetti connessi alla salute e sicurezza, alla formazione e alla privacy.
Rispetto al diritto alla reintegra in caso di licenziamento illegittimo abbiamo ottenuto la condivisione con ABI del vulnus legislativo esistente in materia, problematica che a tutt’oggi anima una diversificata produzione giurisprudenziale di merito e di legittimità, sulla quale siamo in attesa di due importante pronunce da parte della Cassazione e della Corte Europea di Strasburgo.
Riteniamo di grande valore politico che l’intero sistema bancario impersonato dal Casl di Poloni abbia richiamato unitamente al sindacato unitario i competenti poteri dello Stato per una legiferazione in materia.
L’attacco perpetrato dal Governo Renzi allo Statuto dei lavoratori è una ferita ancora aperta ed è per questo che anche nel percorso negoziale, la proposta di ABI di aumentare la tutela economica a ristoro del licenziamento ritenuto illegittimo rispetto alla portata della richiesta rivendicativa era un mero pannicello caldo, assolutamente non risolutivo.
Noi non vogliamo e non vorremmo mai una ulteriore mercificazione del diritto alla reintegra, noi vogliamo il diritto alla reintegra.
Ed è una battaglia, quella per il ripristino del diritto alla reintegra, che non lasciamo sul tavolo ma che sarà tra i principali punti di azione politica da qui a venire.
Questo rinnovo contrattuale non è un punto di arrivo, è un punto di partenza per interpretare con occhi nuovi ma regole certe, non da ultimo anche l’Accordo dell’8 febbraio sulle politiche commerciali e di vendita è parte integrante del nuovo contratto, il mondo del lavoro che cambia, con una mano tesa alle giovani generazioni verso le quali, lo ribadiamo, non smetteremo di impegnarci per ricucire lo strappo nei diritti sino ad oggi perpetrato.
Il punto di forza di questo rinnovo è stata l’unitarietà del sindacato, nella dialettica e nell’azione, ed è su questo solco che mi auguro sia improntato il percorso futuro di tutta la categoria anche rispetto ai prossimi rinnovi contrattuali di settore che ci attendono.
I diritti o sono uguali per tutti o si chiamano privilegi, da oggi possiamo affermare che in Banca a parità di lavoro abbiamo stesso salario.
Abbiamo posto un piccolo tassello per scardinare questa visione del mondo cosiddetto moderno che vive però di profonde diseguaglianze che altro non hanno prodotto se non la negazione di ogni idea e possibilità di avanzamento collettivo. Questa piattaforma per il rinnovo del CCNL lo ripetiamo è a tutela non solo dei bancari ma anche della clientela e del Paese complessivamente inteso. Se i lavoratori non hanno stessi diritti e stesse garanzie mancano garanzie anche per la clientela rispetto soprattutto alla vendita che in passato c’è stata di prodotti per così dire opachi. Ora il CCNL deve vivere tra le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori ai quali auguro buone e serene festività auguri che rivolgo anche a tutto il nostro quadro dirigente unitamente ai migliori auguri per il bel percorso assembleare che ci attende.
Vi consegno idealmente in dono un pensiero di Enrico Berlinguer nel segno dell’unitarietà e del prosieguo delle nostre battaglie:
“Non rinunciamo a costruire una «società di liberi e uguali», non rinunciamo a guidare la lotta degli uomini e delle donne per la «produzione delle condizioni della loro vita, ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”
Buon lavoro a tutte e a tutti
Il Segretario Generale
Giuliano Calcagni