Oggetto: Relazioni Sindacali
In piena coerenza con la nostra impostazione, indirizzata prioritariamente alla contrattazione ed al confronto, ed a seguito di approfondimenti procedurali, sottoponiamo alla Vostra attenzione le seguenti considerazioni:
Il 27 giugno 2012 veniva presentato il Piano Industriale 2012-2015, con il quale, in merito alla programmata riduzione dei costi (quantificata in circa 300 milioni di Euro), nell’ambito della Procedura di confronto sindacale prevista dal CCNL Credito, venivano individuate, tra le altre, le seguenti soluzioni:
cessione/incorporazione di assets;
uscite “naturali” e per pensionamento;
cessione di ramo d’azienda del back-office (esternalizzazione);
riduzione del numero dei dirigenti;
disdetta del C.I.A.;
accesso alle prestazioni ordinarie Fondo di Solidarietà.
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Le OO.SS. unitariamente, nel corso del confronto apertosi, accettavano la discussione sull’ammontare della riduzione dei costi, proponendo soluzioni alternative rispetto agli specifici punti, incentrate principalmente sull’abbandono dell’opzione relativa alla prospettata esternalizzazione nella forma della cessione di ramo d’azienda, nonché sul taglio temporaneo di alcuni istituti salariali previsti dal C.I.A. purché ne fosse garantito il mantenimento dell’impianto generale. L’Azienda dimostrava di accettare, inizialmente, tale impostazione purché si raggiungessero risparmi strutturali equivalenti a quelli previsti nel Piano Industriale.
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La Procedura di confronto sindacale però si concludeva senza un accordo tra le parti.
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Nei mesi successivi riprendevano tuttavia le trattative, che si concludevano con la sottoscrizione dell’Accordo Quadro separato del 19 dicembre 2012 (sottoscritto, quindi, solo da FABI, FIBA-CISL, UILCA e UGL), nel quale si prevede un’uscita di personale, tramite esodo e utilizzo Fondo Esuberi pari a circa 1000 persone, nonché l’utilizzo della parte ordinaria del Fondo di Solidarietà (giornate di solidarietà) finalizzata al finanziamento dell’uscita con il Fondo. L’intesa peraltro prevede – di qui il dissenso di FISAC-CGIL, DIRCREDITO, UNISIN e SINFUB – il mantenimento del progetto di esternalizzazioni riguardanti 1110 persone e la sostanziale disdetta del C.I.A.. Peraltro, in quell’occasione, la FISAC-CGIL ribadiva la convinzione che la platea dei Lavoratori aventi diritto al “pre-pensionamento” sarebbe stata superiore ai numeri previsti dall’Azienda, e avrebbe quindi consentito risparmi strutturali in linea con quelli previsti dal Piano Industriale.
L’Accordo del 19.12.2012 inoltre, introducendo un’ulteriore criticità, prevede al punto n.6 una clausola secondo cui “le previsioni di cui alla presente Ipotesi di Accordo e le successive fasi applicative che ne discendono sono tra loro correlate ed inscindibili e costituiscono il presupposto per la prosecuzione del confronto presso Banca Antonveneta, MPSCS, Consum.it e MP Leasing & Factoring […]. La partecipazione pertanto alla predetta fase di confronto aziendale presuppone l’adesione alla presente intesa”.
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In data 28 dicembre 2012 veniva sottoscritto, all’esito di una rapida Procedura instaurata ex Legge 223/91 che coinvolgeva tutte le OO.SS., un Accordo separato con le sole sigle sindacali firmatarie dell’intesa del 19.12.2012. In tale Accordo si prevede l’utilizzo della parte straordinaria del Fondo Esuberi per l’uscita obbligatoria dei Lavoratori che maturavano il diritto alla permanenza al Fondo entro il 31.12.2017. L’obbligatorietà sarebbe scattata qualora le domande volontarie dei Lavoratori non avessero raggiunto i numeri previsti dall’Accordo. Nella premessa dell’Accordo, che forma parte integrante del medesimo, venivano quantificate le eccedenze di personale nella misura di “1000 risorse circa”, comprensive delle posizioni che avevano già maturato il diritto la pensionamento.
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A questo punto, e secondo quanto previsto dalle procedure del CCNL Credito, la FISAC-CGIL chiedeva alle altre sigle sindacali di effettuare le assemblee di consultazione dei Lavoratori per l’approvazione o meno dell’Accordo del 19 dicembre 2012 sottoscritto da 4 sigle. In assenza di risposta la nostra sigla procedeva all’indizione ed alla tenuta di 167 assemblee sull’intero territorio nazionale. Ognuna di queste assemblee veniva chiusa con il voto certificato (anche questo previsto dal CCNL Credito) e vedeva il coinvolgimento di 7100 Lavoratori circa che si sono pronunciati al 94% contrari all’Accordo.
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In data 1 febbraio 2013, a seguito di una Procedura sindacale aperta per l’accentramento in Banca MPS delle attività amministrative, contabili e ausiliarie del Gruppo, nonché per lo sviluppo della struttura organizzativa del Consorzio Operativo di Gruppo MPS, veniva sottoscritto un Accordo dalle sole sigle sindacali firmatarie degli accordi separati, che prevedeva il trasferimento del ramo d’Azienda delle attività amministrative, contabili e ausiliarie a BMPS da parte del Consorzio Operativo di Gruppo. Nell’occasione veniva ribadita la volontà aziendale di procedere comunque all’esternalizzazione, pur essendo tutti da valutare i benefici in termini di costo, fiscali e di bilancio di tale operazione.
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Al termine della verifica aziendale sul numero delle domande pervenute per l’accesso al Fondo, così come previsto dalla FISAC-CGIL, effettivamente si registrava un numero di domande di accesso al Fondo quasi doppio rispetto alle esigenze dichiarate dall’Azienda. A quel punto la FISAC-CGIL ribadiva, con ancora più forza, la percorribilità e l’opportunità di rinunciare al prospettato progetto di esternalizzazione, proponendo soluzioni alternative (dettagliate in più documenti) che avrebbero parimenti garantito la riduzione dei costi prevista dal Piano Industriale.
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L’Azienda ignorava tali indicazioni e convocava le sole sigle sindacali firmatarie degli accordi separati, per ratificare l’avvenuta accettazione di tutte le domande di accesso al Fondo in eccedenza (circa 660). Ricordiamo che la prima tranche di domande ha previsto l’uscita col Fondo di un numero di circa 720 Lavoratori.
Si ritiene che, a fronte di una quadro così diverso da quello inizialmente prospettato, si sia creata una situazione che imponeva, ai sensi dell’attuale art.21 del CCNL Credito, la riapertura del confronto con tutte le OO.SS. firmatarie del CCNL Credito, non potendosi questa certo ritenere una fase attuativa della clausola n.6 dell’Accordo 19.12.2012, la cui legittimità è tutta da dimostrare.
Alla luce di quanto esposto e del nuovo quadro emerso dalle novità sul numero delle adesioni al Fondo, e nella prospettiva di ripristinare un clima aziendale costruttivo, riteniamo sia praticabile una soluzione alternativa alla prospettata esternalizzazione e richiediamo perciò l’immediata riapertura delle trattative sul Tavolo sindacale unitario.
Siena, 19 marzo 2013
Segreteria di Coordinamento Gruppo e Banca MPS