ESBG Retail Banking Conference 21 Novembre 2019

Di seguito un resoconto della conferenza tenutasi a Bruxelles ed il link al sito con il programma.


Creare strutture finanziarie sostenibili
mettendo i cittadini al primo posto

BRUSSELS, 21 novembre 2019 – Ho partecipato a Bruxelles alla conferenza annuale ESBG Retail Banking, a cui hanno preso parte circa 200 legislatori ed esperti del settore. L’evento di un giorno ha riunito funzionari delle banche centrali europee, rappresentanti della Commissione europea, banchieri ed esperti del settore finanziario per discutere sul futuro del sistema di vigilanza dell’UE, della finanza sostenibile e sovranità dei pagamenti dal punto di vista delle banche medie e piccole.

La  conferenza ha fornito un forum per lo scambio di opinioni su argomenti quali il completamento di Basilea III, le attività deteriorate e la proporzionalità. Una parte sostanziale della discussione si è concentrata su come identificare il punto di svolta tra la regolamentazione necessaria e “la furia normativa”, capace di fare in modo che  la vigilanza e la regolamentazione bancaria possono contribuire a garantire che le banche non solo siano sicure, ma svolgano anche il loro ruolo “speciale”  per l’economia e i cittadini.

Tra le voci all’interno del dibattito, le banche di risparmio e quelle più focalizzate a livello locale, insieme ad alcuni responsabili politici, sostengono la necessità di diversi regimi normativi per diversi modelli bancari. Ciò aiuterebbe le banche locali e regionali – spesso più piccole e meno rischiose – a competere su un piano di parità con gli altri attori. Darebbe agli europei, in particolare alle piccole e medie imprese, un migliore accesso ai finanziamenti tanto necessari, nella convinzione che un’applicazione indifferenziata delle regole di Basilea III deve essere evitata.
Insomma, tutti d’accordo nel chiedere che il modello europeo di banche del territorio venga salvaguardato. La scomoda sensazione che tutto ciò arrivi in ritardo non mi abbandona, anche se condivido la rischiosità di un ulteriore giro di vite con la modifica di Basilea.

Sustainable finance & ESG: Not just the E(nvironment), but also Economic and S(ocial)

“Finanza sostenibile e Sistema delle medie-Piccole Banche Europee: non solo la E di Environment (ambiente), ma anche Economia e S di Sociale”

Il titolo del secondo panel è decisamente intrigante.

Gli esperti che si concentrano sulla sostenibilità, sostengono che dovrebbe essere inquadrato come “più che verde”. Spesso trascurata, questa dimensione sociale verso la sostenibilità potrebbe beneficiare di norme che tengano conto dell’impatto sociale di una misura politica. La politica dovrebbe evitare di creare effetti collaterali che potrebbero limitare, ad esempio, l’accesso ai servizi finanziari o causare effetti sociali indesiderati come la perdita di posti di lavoro e il divario socioeconomico. Per evitare questo esito indesiderato, è necessario un cambiamento di mentalità orientato alla sostenibilità in Europa. I partecipanti hanno esaminato i modi per realizzarlo, esplorando come il settore del risparmio e del settore bancario al dettaglio può contribuire.

“La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio non dovrebbe andare a scapito delle strutture sociali della nostra società. Qualsiasi politica, anche nel campo della protezione dell’ambiente, può avere successo solo se si tiene conto e si promuove del fattore di vita umano e dello stile di vita europeo.”

Le parole sono condivisibili, ma, quello che mi lascia profondamente perplessa è la totale assenza nella discussione degli attori sociali.

Riesco ad intervenire (solo 4 interventi, visto la scarsità di tempo) e sottolineo proprio questo: costruire un sistema bancario socialmente sostenibile nei fatti, richiede la partecipazione della rappresentanza sociale, dai rappresentanti dei lavoratori a quelli della società più in generale. Senza paura, ma con l’idea di assumere un valore collettivo, che oggi il sistema ha perso.
A parole tutti concordano.
Prima di concludere, un’altra notazione partendo da una ricerca della BCE sulla discriminazione di genere nei prestiti: anche le pari opportunità sono un tema di sostenibilità sociale. E guardando al genere della maggioranza degli speakers, direi che c’è tanto da lavorare.

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