Roma, Settembre 2019
La Riunione del Coordinamento Unitario sulla Sostenibilità ha avuto al centro della discussione il Documento unitario sullo sviluppo sostenibile
La Relazione ne ha illustrato finalità e contenuti, rimarcando la necessità, emersa anche dal dibattito, di organizzare riunioni unitarie nei territori ed essere presenti nelle cabine di regia che si occuperanno degli investimenti con l’obiettivo di traguardare contemporaneamente la giusta transizione e la tutela di Lavoratori e Lavoratrici. Le riunioni potranno e dovranno essere anche utili nelle Categorie e nei territori per allargare il livello di consapevolezza del Quadro dirigente delle varie Organizzazioni.
Il documento segue le finalità dell’Agenda 2030 e l’obiettivo della giusta transizione che è nelle premesse dell’Accordo di Parigi, poi inserito in quello di Slesia su nostra richiesta, e pone in evidenza la necessità del rafforzamento del ruolo dell’Istruzione e della Formazione continua, la valorizzazione delle città e delle economie locali e l’obiettivo della piena occupazione salvaguardando la dignità e la qualità del Lavoro.
Dalla riflessione collettiva è emersa la necessità che i processi vadano governati e, stante il fatto che la Green economy sia fonte di nuova occupazione secondo molti studi, non siano solo le aziende a trarre vantaggio dalle nuove opportunità ma vada attivato un circuito virtuoso che dalla produttività porti alla contrattazione di nuovi diritti ed alla redistribuzione.
Servono investimenti per il piano di riconversione industriale che si traducano prioritariamente in:
– sostegno alla ricerca e nuova progettazione dei prodotti
– sostegno economico e finanziario alla riconversione
– revisione delle agevolazioni che sono nel catalogo dei sussidi dannosi da rivedere
Sul piano ambientale occorre dare priorità alla tutela degli ecosistemi:
– eliminare le perdite delle reti idriche con la manutenzione
– affrontare il rischio idrogeologico e sismico contrastando la deforestazione con il sostegno economico e l’integrazione del personale agli enti parco
In sostanza è emersa la necessità di definire a livello istituzionale sistemi di Governance che includano il Sindacato ed attivare a livello regionale richieste di interlocuzione per le politiche regionali per arrivare a definire con il nostro contributo Patti per lo Sviluppo Sostenibile, in Lombardia da pochi giorni ne è stato siglato uno.
Come Fisac siamo intervenuti valorizzando l’importanza del Documento e dello sforzo fatto per arrivare ad una sintesi unitaria partendo da elaborazioni, stati di avanzamento e posizioni diverse affermando come il percorso definito risulti convincente, facendo del Documento oggetto di discussioni unitarie territoriali e Direttivi congiunti, sottolineando l’importanza dei temi ed il valore della nostra elaborazione, non escludendo dibattiti anche nelle Categorie utili a fare cultura, a raccogliere nuove idee e proposte ed a chiarire che non stiamo su questi temi perché di moda, ma parte integrante del nostro sistema valoriale.
Il Documento, una volta terminati i passaggi necessari, va diffuso e discusso con i Lavoratori e le Lavoratrici, a maggior ragione se si porta avanti l’idea di utilizzare i fondi a loro destinati per finanziare la riconversione non si può pensare di farlo senza che ci sia la garanzia dello Stato. Il Documento, quindi, deve diventare oggetto di confronti unitari sui territori con le controparti Istituzionali e non solo quelle.
La Fisac rappresenta i Lavoratori e le Lavoratrici di Settori che potrebbero dare un contributo serio in questa fase. Il ruolo della Finanza è da sempre fondamentale nello sviluppo di un Paese. Non è un caso che la perdita del “ruolo sociale ” delle Banche, in particolar modo nel Mezzogiorno, sia coinciso con l’azzeramento dei Centri Decisionali al Sud, oltre che con la crisi economica.
Le Banche non possono tirarsi fuori da questa partita. Arriveranno finanziamenti europei e gireranno sulle Istituzioni creditizie. Occorre fare un patto con Governo, Confindustria e ABI per l’erogazione di questi finanziamenti, perché siano condizionati nella concessione alle sole aziende che abbiano una sorta di “certificazione green” nel rispetto dell’Ambiente ma anche dei Lavoratori tutti in base al Goal 8, visto che i fenomeni dell’appalto e subappalto sono in continua espansione. Per contro le Banche potrebbero ottenere una sorta di “incentivo” determinato dall’abbassamento dei parametri di capitalizzazione necessari in funzione della qualità degli Investimenti green che vanno a sostenere. E’ una proposta che va affinata e dettagliata con precisione tecnica, ce ne possono essere tante ma serve andare nel concreto.
Le conclusioni di Gianna Fracassi (Vice-Segretaria Generale Nazionale Cgil) chiariscono che il Documento non nasce per raccogliere tutti gli effetti sul lavoro dell’emergenza climatica nella transizione ma che sono state selezionato alcune filiere che sembravano più interessanti da affrontare insieme. Non è stato fatto perché “di moda”, si è in ASVIS da tempo. Si è scelto di non delineare tutti i 17 Goals, li diamo per scontati. Il Documento affronta la Sostenibilità dal lato ambientale, non dimenticando di fare un lavoro profondo sulle Politiche economiche e sociali. Il cambiamento del modello di sviluppo e la buona occupazione sono collegati a Transizione e Sostenibilità. La Transizione e l‘Emergenza climatica vanno affrontate attraverso un cambiamento delle politiche industriali del Paese. Non basta la prossima Legge di Bilancio perché l’intervento è profondo e sarà a valere sulle politiche economiche dei prossimi 20 anni.
Non tutti sono diventati ambientalisti. E’ l’emergenza che spinge condizionando le politiche nazionali e sovranazionali, provando a dire insieme (con questo Documento) quali sono i tratti sui quali, con la contrattazione, le iniziative, le vertenze, gli scioperi, siamo nel percorso, a partire dallo sciopero globale del 27/9/2019 e rimettere in campo la visione, la programmazione ed il governo delle politiche economiche. Si è consapevoli che il Capitalismo così, come lo abbiamo conosciuto, è in crisi, quindi le risorse sono limitate e impongono la revisione del modello e la trasformazione del modello di rappresentanza e del modo di fare sindacato.
Occorre divulgare senza essere velleitari ma occorre, anche, segnare un cambiamento e dire con chiarezza che quando chiediamo un cambiamento del modello di sviluppo non possono pagare i più deboli. La leva dello sviluppo deve sostenere il lavoro in primis. “Giusta transizione”, sostegno al reddito, riqualificazione come si traducono? dobbiamo dirlo per governare e per non subire. I soldi dall’Europa arriveranno e dovranno essere condizionati e finalizzati.
Noi cosa chiediamo? Le politiche industriali devono mettere in campo innovazione e ricerca. Su sussidi e incentivi per l’Ambiente non può decidere il Ministro dell’Ambiente, occorre la concertazione fra diversi Ministeri e tutti i Soggetti, compresi noi. La scelta su ricerca, innovazione e sviluppo deve essere netta. Bisogna declinare nei propri ambiti di contrattazione cosa significa contrattare con idee diverse. Siamo da sempre strumento di trasformazione sociale e democratica, con umiltà e determinazione.
In conclusione, Fridays For Future ci pone il tema di come decliniamo la partecipazione ed il modello democratico nel Paese. E’ un risveglio strano perché usa le nostre parole e deve farci riflettere su come ci rapportiamo e stiamo nel territorio, su cosa significa il conflitto fra ambiente e lavoro, su come impatta il nostro modello produttivo fra inclusione sociale ed immigrazione.
scarica il documento unitario CGIL-CISL-UIL sullo sviluppo sostenibile