Su iniziativa di Fisac Cgil è in fase di costituzione un organismo che riunirà gli esperti previdenziali di fondi e istituti di credito per avviare iniziative comuni di engagement.
da ilsole24re.com – Il climate change è una sfida anche per i fondi pensione. E finalmente in Italia qualcosa si sta muovendo fra gli investitori istituzionali. Di recente era stata lanciata una proposta di coordinamento fra i fondi pensione preesistenti di origine bancaria e assicurativa per fare fronte comune contro il riscaldamento globale. L’iniziativa era stata presentata da Giuliano Calcagni, segretario nazionale di Fisac Cgil, uno dei sindacati di categoria più rappresentativi del mondo bancario e assicurativo (75mila iscritti). Dalle parole si è passati ora ai fatti. La Fisac ha in fase di costituzione una consulta che riunirà gli esperti in materia previdenziale di diversi fondi pensione e istituti di credito. L’obiettivo è di creare un network che metta a punto iniziative di engagement (confronto con le aziende) in particolare contro il climate change. «La politica del Green new deal non deve essere un’etichetta o filantropia ma deve impattare in modo sostanziale sulle politiche di responsabilità sociale dell’impresa», ha ribadito Calcagni.
I numeri del patto anti-riscaldamento
Sono 72 i fondi pensione preesistenti che fanno capo al settore bancario e assicurativo con circa 50 miliardi di masse in gestione. L’iniziativa della Fisac punta dunque a una struttura di coordinamento fra i fondi pensione «nel rispetto dell’autonomia di ciascuno – ha evidenziato Calcagni –, per elaborare delle linee guida su come combattere il climate change». Il patto anti-riscaldamento ha avuto nei mesi scorsi il via libera di due grandi fondi pensione del settore bancario: Mauro Bossola e Corrado Galeasso, presidenti rispettivamente dei fondi pensione di IntesaSanpaolo (6,3 miliardi di euro in gestione) e di UniCredit (3,8 miliardi) si sono detti favorevoli a un coordinamento che potrebbe tradursi in un engagement collettivo dei fondi pensione italiani.
Le altre iniziative
La presa di posizione di due grandi fondi pensione bancari fa ben sperare per la creazione di un network italiano anti riscaldamento globale. Fra l’altro, i fondi pensione di Intesa Sanpaolo e UniCredit hanno aderito ai Pri (principi di investimento responsabile) dell’Onu oltre ad avere una watching list dove vengono inserite le aziende da monitorare. Il fondo di IntesaSanpaolo si sta anche attrezzando per istituire una linea di investimento Esg: da segnalare che l’anno scorso, l’allora vertice del fondo pensione di IntesaSanpaolo (presidente Pietro De Sarlo, vicepresidente Roberto Conte) aveva approvato linee guida di investimento responsabile molto avanzate. L’apertura dei fondi pensione bancari sul climate change potrebbe essere una leva importante per convincere i giovani a iscriversi. Perché un giovane (bancario in questo caso) dovrebbe infatti aderire a un fondo di previdenza integrativa se fra 30-40 anni il mondo sarà invivibile a causa del climate change?