RSI: Saturday for Future – Un atto concreto

Lo zen e l’arte del voto col portafoglio.

Oggi – molto più che in passato – i comportamenti sociali ed ambientali delle imprese appaiono strategici per poter concretizzare un certo qual grado di giustizia sociale e protezione degli ecosistemi: basti pensare che molte multinazionali hanno fatturati superiori al Prodotto Interno Lordo degli Stati. E tali comportamenti – complice la diffusione dei social network – sono sempre più influenzati dall’opinione dei consumatori.

Secondo Il Sole 24 Ore, infatti, prodotti e servizi – per avere successo – devono ormai essere in sintonia con la crescente sensibilità sociale ed ambientale dei consumatori. Che non si accontentano più di un buon rapporto qualità-prezzo ma vogliono sapere se ed in quale misura le imprese – nei loro processi di produzione e distribuzione di beni e servizi – rispettino l’ambiente, i lavoratori e le comunità in cui operano.

Considerazioni, queste, che ci aiutano a comprendere l’importanza della proposta fatta da Leonardo Becchetti ed Enrico Giovannini ai giovani dei Fridays for Future che – con Greta Thunberg – si sono mobilitati in tutto il mondo contro i cambiamenti climatici: coinvolgere le loro famiglie in Saturdays for Future, con lo scopo di cambiarne le abitudini di spesa. E trasformare il sabato, quando la maggior parte di noi fa abitualmente la spesa settimanale, nel giorno in cui premiare con le nostre scelte di acquisto – che alcuni chiamano voto col portafoglio – le imprese capaci di creare valore economico nel rispetto delle persone e del pianeta.

Un modo, questo, per stimolare le imprese e i mercati ad accelerare la transizione verso la sostenibilità. E rendere economicamente conveniente il rispetto dell’ambiente, dei lavoratori e delle comunità in cui le stesse imprese operano.

Consumo e produzione responsabili e Lotta contro il cambiamento climatico sono, peraltro, due dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile: l’unico piano che abbiamo per salvare l’unico pianeta che abbiamo, cambiare il mondo e migliorare il benessere di tutti. E per realizzare questo piano – promosso in Italia dall’ASviS, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che include tra i suoi aderenti CGIL, CISL e UIL – i due economisti sottolineano la necessità del concorso di quattro mani: del mercato, della politica, della cittadinanza attiva e delle imprese responsabili. Ed evidenziano l’esigenza di innescare dal basso il cambiamento che l’attuazione del piano richiede. Perché il mercato è fatto di domanda e offerta. E noi cittadini-consumatori siamo la domanda: se tutti ne fossimo consapevoli, il nostro voto col portafoglio riuscirebbe a cambiare il mondo.

Inoltre – prosegue la riflessione di Becchetti e Giovannini – poiché la seconda mano della politica si muove sulla scia del consenso degli elettori, un Friday for Future seguito il giorno dopo da un Saturday for Future formerebbe una combinazione di eventi dal grande impatto mediatico. In grado di imprimere una forte spinta al cambiamento – anche delle policy – nella direzione della sostenibilità sociale, ambientale ed economica. E, grazie ad un coordinamento su larga scala delle scelte individuali di consumo responsabile – che alcuni chiamano cash mob etico – permetterebbe di far crescere l’informazione sulla sostenibilità dei prodotti. E la consapevolezza.

I Saturdays for Future inizieranno il prossimo 28 settembre, il giorno successivo al terzo sciopero globale degli studenti per il clima. E offriranno l’opportunità di cambiare il mondo. A partire da noi. E dal nostro voto col portafoglio. Che necessita di responsabilità. E consapevolezza. Alla cui crescita può concorrere la consultazione di alcune piattaforme liberamente accessibili. Che – in modo più o meno strutturato e con proprie metodologie – misurano il grado di sostenibilità, responsabilità sociale e trasparenza delle imprese.

Tra queste:

  • OpenCorporation, un progetto della Filcams CGIL dedicato alle multinazionali, realizzato dall’IRES (l’Istituto di Ricerca Economica e Sociale) con il concorso – tra gli altri – della Commissione Europea, di alcune imprese e di diversi attori del sindacato nazionale e non;
  • EyeOnBuy e l’APP Voto Col Portafoglio (realizzata nell’ambito del Progetto Seminiamo diritti, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), iniziative dell’associazione NeXt – Nuova Economia per Tutti, che comprende tra i suoi associati CGIL, CISL e UIL;
  • La Mappa della sostenibilità elaborata dai CSRnatives, la rete degli studenti universitari e neolaureati – nativi della Corporate Social Responsibility – con la passione per la sostenibilità e l’innovazione sociale.

Anche se per poter maturare una piena consapevolezza – solo così saremo in grado di meditare sulle implicazioni etiche delle nostre scelte di acquisto e risparmio ed affinare l’arte del voto col portafoglio – appare necessaria un’innovazione: un sito internet o, meglio, un’APP. Che consenta di confrontare in modo semplice – ad esempio, inquadrando con il nostro smartphone un codice a barre o QR – sia il grado di convenienza economica di beni e servizi sia il grado di sostenibilità sociale ed ambientale delle imprese che li producono. Permettendoci in tal modo di capire – in un batter d’occhio – se dietro la pur importante variabile della convenienza economica di beni e servizi si nasconda un’insidia. Quella del dumping sociale e ambientale. Che erode capitale sociale e naturale – dei cui costi dovremo comunque, prima o poi, farci carico – estraendo valore invece di crearlo.

 

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