In questi giorni Deutsche Bank si è presa la ribalta delle cronache, finanziarie e non solo.
I provvedimenti annunciati nella serata di domenica scorsa, per quanto non inattesi, hanno evidentemente “fatto notizia”.
Una riduzione di Personale così imponente non si vedeva da molto tempo nel settore bancario e se si aggrega alle altre, meno clamorose ma significative, di questi ultimi anni si raggiunge una dimensione ragguardevole che rimanda ad altre brutte vicende.
Abbiamo ricevuto comunicazioni dai vertici aziendali che, tra le altre cose, spronano alla dedizione ed all’attenzione per il lavoro che ognuno di noi sta svolgendo. Forse non è il caso della banca italiana (che comunque dubitiamo passi indenne questa tempesta perfetta), tuttavia richiami di questo genere mentre ci si appresta al licenziamento di un Lavoratore su quattro fanno amaramente sorridere.
Si è passati da un insuccesso all’altro attraverso svariati piani di risanamento (o di fusione) falliti od insufficienti e quello che infine si raccoglie è il taglio delle teste: occorre dire non si brilla per fantasia anche perché, alla fine, è quello che vogliono “i mercati”.
Ovviamente non ci preoccupiamo per i manager fatti bellamente fuori in queste ore che però potranno invariabilmente beneficiare di clausole contrattuali che prevedono buonuscite dorate. Potremmo persino dire che ci preoccupiamo relativamente delle ricadute sull’Italia fintanto che avremo, sostanzialmente unici al mondo, un sistema di ammortizzatori sociali contrattati così importante come il nostro anche se ovviamente quello che accadrà da noi è tutto da sapere e da capire, magari a partire dal prossimo incontro con i vertici aziendali previsto proprio questa settimana.
Un Sindacato però non può rimanere indifferente rispetto alla “distruzione di massa” di posti di lavoro, ovunque essi si trovino in giro per il mondo. Come dice l’azienda, si riavvolge il nastro e si torna a 149 anni fa: romantico, non c’è che dire, ma quello che è accaduto e che sta accadendo non può venire dimenticato e non può nemmeno essere derubricato ad incidente di percorso. Di questa folle corsa rimangono macerie, disoccupati e tutti gli effetti negativi che speculazioni, irregolarità, stupida disinvoltura, ambizione sfrenata ed avidità personali hanno disseminato tra i vari “portatori di interessi” che hanno avuto a che vedere con DB in questi anni sciagurati.
Come Lavoratori faremo la nostra parte, come Sindacato anche ma se qualche dirigente milionario la finisse di spargere pillole di banalità ed ammettesse i fallimenti del management senza venirci a dire che tutto va bene anche se tutti capiscono che non è così, scadremmo un po’ meno nel grottesco e sarebbe meno sgradevole farcene una ragione e reagire di conseguenza.
Adesso i numeri parlano da soli, le chiacchiere stanno a zero, praticamente come la pazienza di chi con il proprio lavoro ci campa e non ci compra ville, barche o fuoriserie.
Non ci aspettiamo niente se non sincerità e rigore (vero) nei sacrifici da compiere che non saranno certamente uguali per tutti ma che almeno devono avere una logica ed un riscontro accertabile.
Cessate la musica, c’è un iceberg da evitare.
Segreteria Organo di Coordinamento
Gruppo Deutsche Bank