A quasi 20 anni dall’ultima revisione, le tariffe dei premi Inail 2019 per l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali sono stati aggiornati, così come previsto dalla legge di bilancio 2019, per adeguarsi ai profondi cambiamenti avvenuti nel mondo del lavoro: infatti, i tassi in vigore fino al 31 dicembre 2018 facevano riferimento ai dati del triennio 1995-1997.
Il risultato è una diminuzione del 32,72% dei tassi medi per le aziende (dal 26,53 per mille del 2000 al 17,85 per mille attuale): quindi, tariffe INAIL più basse per le imprese (un taglio complessivo dell’onere pari a 410 milioni per il 2019 , a cui si aggiungono 525 milioni per il 2020 e altri 600 per l’anno successivo) e semplificazione delle voci tariffarie.
L’aggiornamento delle tariffe dei premi riguarda sia la Gestione Industria, Artigianato, Terziario ed Altre Attività che quella degli Artigiani e della Navigazione.
Le modifiche per i diversi tipi di lavorazione sono stati determinate prendendo in considerazione sia i dati sull’andamento infortunistico e tecnopatico nel triennio 2013-2015 che le retribuzioni soggette a contribuzione di competenza nello stesso periodo.
La rimodulazione dipende dalla rischiosità dei lavori e non comporta mai il superamento dei tassi precedenti; alcuni tagli sui tassi delle tariffe arrivano anche al 50% e in generale sono stati tutti ridotti: anche per le lavorazioni più rischiose sono stati mantenuti entro il 110 per mille, rispetto al 130 per mille della Tariffa 2000.
Il Criterio di calcolo è basato sulla gravità degli eventi lesivi e non più soltanto sugli oneri sostenuti dall’INAIL per indennizzarli. Dal calcolo continuano a essere esclusi gli infortuni in itinere (nel tragitto casa-lavoro) ed è stata confermata la riduzione del premio per gli interventi di prevenzione e l’impegno per il sostegno dei progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro previsti dal decreto legislativo 81/2008.
La revisione delle tariffe dei premi ha riguardato in particolare l’aggiornamento del nomenclatore, il ricalcolo dei tassi medi e il meccanismo di oscillazione del tasso per andamento infortunistico.
Nella nuova formulazione il nomenclatore tariffario, che attribuisce ai vari tipi di attività tassi differenziati in funzione dello specifico rischio lavorativo, è stato reso più aderente agli attuali fattori di rischio, ridefinendo lavorazioni già previste dalle tariffe precedenti, istituendo nuove voci di tariffa relative a lavorazioni ancora in fase di sviluppo e a nuove modalità organizzative del lavoro, e introducendo cicli tecnologici che si sono diffusi nell’ultimo ventennio ma che non esistevano ancora all’epoca dell’ultima revisione.
A titolo puramente dimostrativo e per brevità, facciamo solo alcuni esempi:
– nuova voce di tariffa per le attività legate alla produzione di nanomateriali;
– esplicitazione all’interno del nomenclatore dell’intero ciclo dei rifiuti;
– la previsione delle attività di consegna merci svolte in ambito urbano dai cosiddetti rider.
Il lavoro preliminare svolto dall’Inail sulle voci di tariffa esistenti ha permesso inoltre di eliminare quelle obsolete, perché relative a un contesto produttivo ormai superato. Questa razionalizzazione si è tradotta in una significativa contrazione del numero delle voci di tariffa, che sono passate da 739 a 595.
Per quanto riguarda le prestazioni, ci sono 110 milioni l’anno in più per infortuni e malattie professionali. Fra gli interventi previsti:
– la revisione delle rendite che spettano, in mancanza di coniuge e figli, ai superstiti ascendenti o collaterali delle vittime sul lavoro (genitori, fratelli e sorelle), che non sarà più legata alla mancanza di mezzi di sussistenza autonomi e sufficienti, ma dipenderà dal calcolo del reddito pro capite, ricavato dal reddito netto del nucleo familiare superstite;
– aumento a 10mila euro (dai precedenti 2.160) dell’assegno una tantum erogato dall’INAIL ai familiari dei lavoratori deceduti sul lavoro;
– migliori prestazioni in caso di infortuni con invalidità permanente dal 6 al 15%, quantificabile in circa 100 milioni annui a favore di malati e infortunati;
– più tutela e platea di beneficiari estesa per l’assicurazione contro gli infortuni domestici, obbligatoria per chi si prende cura della casa e dei familiari in modo abituale ed esclusivo.
Comunque, oltre a generare entusiasmo per l’abbassamento dei costi per le imprese, il decreto con il quale sono state ridotte le tariffe Irpef apre anche una polemica – sollevata dal CIV (Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail) sui fondi per la prevenzione e la sicurezza che sostiene come il testo del decreto presenti diverse criticità: una su tutte è il taglio di 150 milioni di euro l’anno alla prevenzione (nel dettaglio, 100 milioni di euro sono stati tolti dagli incentivi alla prevenzione, mentre altri 50 milioni dai premi riconosciuti alle aziende virtuose).
Secondo il CIV non sarebbe stato necessario mettere mano ai fondi per la prevenzione dal momento che nel bilancio per il 2018 si rischia di sforare un utile di 2 miliardi di euro che se non viene utilizzato come dovrebbe (ad esempio appunto trovare le risorse per compensare la riduzione delle tariffe) rischia di diventare un “inutile” con la prospettiva di continuare ad avere una media di tre morti al giorno.
Anche secondo la CGIL come evidenziato dalla segretaria confederale Rossana Dettori, la riduzione delle tariffe dei premi INAIL è “un provvedimento non equilibrato poiché si occupa di assicurare dei vantaggi, reali o presunti, al mondo delle imprese, ma non affronta, ancora una volta, una riforma complessiva del regolamento del 2000, citato anche dal ministro Di Maio.
La riforma avrebbe bisogno di essere realizzata anche sul versante delle rendite e degli indennizzi per le lavoratrici e i lavoratori deceduti, infortunati e tecnopatici e per le loro famiglie. Anche quelle previsioni legislative infatti, sempre nel rispetto della sostenibilità degli equilibri finanziari dell’Istituto e visti i persistenti avanzi di bilancio disponibili, avrebbero bisogno di essere riviste, attualizzate e incrementate.
La strategia del Governo non è omogenea e non è di largo respiro, come testimoniato sia dai tagli previsti in finanziaria agli investimenti Inail in prevenzione e formazione dei soggetti aziendali della sicurezza, sia dal recente decreto interministeriale che consente all’Inail stesso di rivalersi anche nei confronti dei lavoratori e di quanto concesso loro a titolo di indennizzo, oltre che sui responsabili e sulle imprese che hanno causato l’infortunio.”.