Leggiamo nel comunicato stampa di mercoledì 27 febbraio che il CdA del Gruppo, anticipando di un giornola convocazione rispetto alla data fissata del 28 febbraio, “ha disposto la sospensione cautelare dal servizio”dei manager coinvolti nell’affaire “diamanti”, ormai diventato una tempesta mediatica che coinvolge lanostra azienda in modo indiscriminato, senza alcun rispetto per le persone che, a vario titolo e in molti casi loro malgrado, ne sono rimaste coinvolte.
Leggiamo nel comunicato stampa di giovedì 28 febbraio che il medesimo CdA il giorno successivo hadeliberato il “Piano di compensi basati su azioni di Banco BPM S.p.A. rivolto a 150 potenziali destinatari tra icomponenti esecutivi del CdA medesimo e i dipendenti e collaboratori del Gruppo Banco BPM … riconducibili al personale più rilevante”. Il tutto per un “costo banca” di massimo 5 mln di euro, pari ad almeno il 50%degli incentivi.
Stupisce, in chi legge di queste decisioni, assunte in così breve lasso di tempo, se non quasi contestualmente,la leggerezza con cui si passa dall’affrontare un tema drammatico come il “caso diamanti” ad un tema,certamente lecito, ma forse inopportuno in questo momento come quello di un piano di incentivazione per il top management.
Sistema di incentivazione per il quale assume particolare rilevanza la “Corporate Social Responsability e il rischio di riciclaggio…”, è di tutta evidenza che quanto accaduto in questi mesi sulla partita diamanti ha e avràeffetti a dir poco devastanti sul rapporto di fiducia tra i clienti e la Banca.
Ne sfugge a chi scrive e a chi legge che al di là delle responsabilità personali, che spetterà alla magistratura individuare ed eventualmente sanzionare, resta il fatto che a fronte del crescere di una situazione diventata ormai insostenibile e culminata con il fallimento di IDB, l’Azienda, incalzata a più riprese perché si adoperasseper disinnescare una deflagrazione imminente, ha preferito tergiversare nella speranza di non esserechiamata in causa…alla fine in causa sono stati chiamati i colleghi.
Anche in occasione del CdA dei giorni scorsi, dopo le comunicazioni della magistratura ed i reati ipotizzati, iconsiglieri non hanno trovato di meglio da fare che deliberare “ricchi premi e cotillon” piuttosto che assumeredelibere operative per gestire una situazione esplosiva, adoperandosi per alleviare i colleghi delle filiali dauna pressione mediatica e fisica che li fa apparire come “unici” responsabili di quanto successo.
Anche i cinque milioni destinati al sistema incentivante “del cerchio magico” avrebbero potuto essere utilizzati in modo diverso come atto di responsabilità e di dimostrazione di “vicinanza” concreta a chiquotidianamente mette la faccia e il proprio lavoro al servizio di questa Azienda che pare però improntata a perseguire lo schema fallimentare di premiare tanto pochi, producendo iniquità verso molti.
D’altro canto “Ricchi premi e Cotillon”.
Milano, 4 Marzo 2019 Coordinamenti di Gruppo BancoBPM
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN
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