Intrum Italy: l’esordio non è dei migliori


Ad ormai due mesi dalla nascita di Intrum Italy, riteniamo siano ancora presenti delle difficoltà organizzative che vanno oltre quelle iniziali, più che comprensibili.

In particolare la lentezza delle procedure, la carenza di un preciso assetto organizzativo del lavoro, come l’assenza di chiare e tempestive disposizioni operative da parte dell’Azienda, hanno generato consistenti arretrati sull’attività lavorativa a cui si deve aggiungere il nuovo lavoro in ingresso.

I colleghi sono in grande difficoltà e non riescono a gestire proficuamente tali considerevoli carichi di lavoro.

Anche per quanto riguarda l’applicazione delle normative contrattuali dobbiamo segnalare alcuni fatti preoccupanti.

  • in Basilicata l’azienda ha revocato d’ufficio la riduzione della pausa pranzo di 30 minuti a tutti i colleghi, e ha invitato unicamente i pendolari a presentare nuova domanda, al fine di procedere alla valutazione della richiesta caso per caso;
  • a Bologna, Firenze e Milano è stato revocato l’utilizzo dello Smart Working ai colleghi ex Provis. L’azienda ha gestito tali problematiche in maniera inadeguata perché in entrambi i casi non vi è stato rispetto della normativa aziendale.

Le regole sull’orario di lavoro sono chiare: tutti i lavoratori (anche i non pendolari) possono effettuare la richiesta di riduzione dell’intervallo, sarà poi cura dell’azienda valutare la ricevibilità delle istanze, definendo un criterio che tuteli sia i lavoratori che le esigenze organizzative aziendali.

Inoltre la revoca della riduzione dell’intervallo deve avvenire a mezzo di un preavviso scritto di 10 giorni. Nel caso specifico l’azienda ha fornito incerte comunicazioni verbali.
Ne è conseguito che i Responsabili delle due Strutture della Basilicata hanno impartito direttive diverse ai lavoratori.

La Fisac concorda col fatto che, in caso l’azienda riceva un numero eccessivo di richieste di riduzione dell’intervallo, possa individuare un criterio di scelta. Questo criterio deve essere trasparente (l’azienda ha espresso l’intenzione di voler dare priorità ai pendolari) senza però escludere a priori le altre richieste, in questo caso da parte dei lavoratori residenti.

A Bologna, Firenze e Milano la revoca dello Smart Working ai colleghi che ne usufruivano, è avvenuta in nome di una ipotetica integrazione con altre società del Gruppo Intrum, e senza formale comunicazione, come imposto dall’accordo di Intesa Sanpaolo sullo Smart Working. La motivazione, come detto, sarebbe una ipotetica integrazione con altre società di Intrum, che rammentiamo può avvenire unicamente dopo una operazione societaria ed una contrattazione sindacale, visti i diversi contratti applicati. Quindi una situazione che si potrà realizzare solo fra qualche tempo ed in relazione alla quale ad oggi l’azienda non hacomunicato i previsti tempi di attuazione.

Quanto accaduto in Basilicata, Emilia Romagna, Toscana e Lombardia è emblematico di un modus operandi inaccettabile che deve essere corretto sul nascere affinché non diventi una “prassi aziendale” osservata sututto il territorio nazionale.

Pertanto richiamiamo l’azienda a sanare quanto prima tali situazioni anche da un punto di vista formale nel rispetto delle regole vigenti.

Per il futuro è indispensabile affermare un modello organizzativo e di relazioni improntato sul rispetto delle norme e della dignità dei lavoratori.

Segreteria Di Coordinamento Intrum Italy

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