Oggi torniamo col pensiero agli anni ’70, per riviverne le passioni e respirare il profumo di libertà, che si libra nell’aria in quegli anni. È una stagione di lotte e di conquiste fondamentali nel percorso di emancipazione femminile, che cambiano profondamente la cultura e il costume dell’intera società italiana, come il diritto a sciogliere il vincolo del matrimonio e il diritto a interrompere una gravidanza indesiderata.
Alle 5 del mattino del 1 dicembre 1970, con 319 voti favorevoli e 286 contrari, la Camera approva la legge sul divorzio, che consente ai coniugi di rompere quello che sino ad allora era considerato un vincolo sacro e indissolubile.
Il risultato è possibile grazie alla convergenza di quasitutti i partiti dell’arco parlamentare, tranne laDemocrazia Cristiana e il Movimento Sociale. L’accesodibattito si trasferisce subito dalle aule parlamentari alla società civile. Infatti, solo 6 mesi dopo, i comitati antidivorzisti depositano oltre un milione di firme per indire un referendum abrogativo, che si svolgerà nel 1974 e che vedrà una partecipazione mai più raggiunta: più di 33 milioni di cittadin@, circa l’87,7% degli aventi diritto! Il risultato è chiaro: il 59,3% dice“NO”, la maggioranza del Paese non è disposta a tornare indietro e difende la libertà conquistata.
Si comincia a invocare la stessa libertà per la maternità…
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