Diario Congressuale UNI Global Liverpool 20 giugno

Riprendo questa sorta di diario, volutamente un po’ didascalico perché già ieri, nel raccontare questo 5° Congresso UNI, ho ritenuto utile spiegare alcuni elementi della struttura e del funzionamento della nostra Federazione Internazionale e della modalità con cui partecipiamo alla sua vita democratica.

Nel prosieguo del dibattito congressuale e nella votazione sulle diverse mozioni congressuali e degli emendamenti alle mozioni presentati dai sindacati nazionali ed approvati dalla Commissione Risoluzioni, abbiamo verificato l’avvenuta incorporazione degli emendamenti ad alcune mozioni presentati dai sindacati italiani.

Questa giornata conclusiva ha visto evidentemente l’elezione del Comitato Esecutivo di UNI Global composto, come scrivevo ieri, da 117 membri più altrettanti primi e secondi sostituti.

L’articolazione dell’organismo dirigente in un primo e in un secondo sostituto per ciascun membro titolare consente potenzialmente una partecipazione puntuale in particolare di tutti i paesi rappresentati in UNI alle due riunioni annuali, ma è anche uno strumento utile alla “quadratura politica” della composizione dell’organismo nella misura in cui non pochi paesi ed aree geografiche lo utilizzano per assicurare la rotazione (quadriennale per l’intero mandato, o anche biennale nelle situazioni più pluralistiche) nella presenza nell’Esecutivo di tutti i sindacati nazionali.

In base a questi meccanismi di rotazione che ci siamo dati da molti anni come sindacati italiani, la UILCA, con Lucia Peveri, è stata eletta come titolare, dopo aver ricoperto la posizione di prima sostituta di Agostino nell’Esecutivo uscente.

Inoltre ogni Area geografica (la nostra è l’Area XVI) ha un posto riservato alle donne. Abbiamo concluso un accordo unitario con i sindacati italiani del settore, in forza del qualeabbiamo eletto la compagna CINZIA ONGARO nell’Esecutivo. È un risultato di rilievo politico da sottolineare perché ci consente una continuità di presenza della Fisac nell’organismo. Inoltre dà un riconoscimento ad una compagna che nei passati congressi di Uni era stata eletta sia nel Comitato Mondiale sia in quello Europeo delle Donne e che con questo Congresso entra nel massimo organismo dirigente di UNI Global.

Va detto che questa operazione si iscrive nel lavoro politico e organizzativo realizzato da UNI MED FINANCE, la Federazione dei sindacati di settore dell’Area Mediterranea, di cui abbiamo parlato ieri ed in cui la FISAC-CGIL esprime con Mario Ongaro il ruolo di Segretario Generale (per intenderci numero 2 della struttura, laddove il numero 1 è il Presidente Mauro Bossola della FABI).

Abbiamo infatti cercato di costruire il contesto più equilibrato ed inclusivo possibile in termini di rappresentanza dell’intera Area Mediterranea nell’Esecutivo entrante, rispettando le autonome dinamiche delle donne in relazione ai posti a loro riservati, ma cercando di risolvere alcuni nodi complessi e delicati che avrebbero determinato problemi di tenuta unitaria non solo a livello dei sindacati italiani.

Non dimentichiamo infatti che l’Italia da sola è rappresentata da 16 sindacati in UNI, considerando i diversi settori (Finanza, Commercio e Comunicazioni).

Un momento toccante di questa giornata è stata la sessione a sostegno della campagna#LULA LIVRE dove Dilma Roussef in persona ha portato la sua testimonianza di quello che si configura come un vero e proprio colpo di Stato in Brasile.
Come delegazione al Congresso UNI, proporremo di raccogliere l’appello lanciato da Vagner Freitas, Segretario Generale della CUT e amico storico della Fisac-Cgil, insieme a  Rita Berlofa, Presidente di Uni America Finanza a nome delle compagne e compagni della CUT brasiliana per sostenere in maniera organizzata questa campagna.

Un ulteriore adempimento elettorale era la posizione di Presidente di UNI Global che con voto unanime è stata attribuita al compagno Ruben Cortina del sindacato argentino del Commercio, nonché Presidente di Uni America.

Infine segnalo la decisione della delegazione italiana e di delegati e delegate di altri sindacati mediterranei di astenersi nel voto sulla Mozione Pace Democrazia e Diritti Umani, in segno di solidarietà al sindacato turco di categoria Basisen, messo seriamente in difficoltà (e concretamente a rischio della libertà dei propri delegati e delegate a questo Congresso) dal capitolo della mozione che non si limita ad esprimere un giudizio critico verso il governo turco e a chiedere la liberazione dei prigionieri per reati di opinione, ma cita esplicitamente l’intervento militare turco ad Afrin in Siria, tema che divide non tanto il gruppo dirigente di Basisen ma i suoi stessi iscritti e sul quale il rischio di essere accusati appunto di un reato di opinione diventa concreto per i delegati e delegate di Basisen a Liverpool una volta rientrati in Turchia.

Un paziente lavoro di mediazione all’interno della Commissione Risoluzioni, fra gli altri operato da Annamaria Romano che ne ha fatto parte, ha permesso di espungere passaggi irrimediabilmente controversi della mozione, quali il plauso al Pkk, ma l’irrigidimento dei promotori della mozione di Unite the Union sulla questione di Afrin non ha potuto essere superato. Da qui l’invito del sindacato turco, aderente, lo ricordo, a UNIMED FINANCE, di non esprimere voto favorevole alla mozione stessa.

Segnalo anche gli interventi di PGTFU e di Histadrut rispettivamente a nome del sindacato palestinese e del sindacato israeliano, in una normale e assolutamente franca dialettica tra di loro ma in un clima di reciproco rispetto.

Anche la narrazione di queste vicende congressuali può essere utile a capire il clima, il tipo di impegno che ci viene richiesto in queste giornate in una città come Liverpool, storica per il movimento operaio britannico e per aver dato i natali ai BEATLES.

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