Coordinamento Donne Brescia: il Foglio di maggio 2018

In allegato il Foglio mensile prodotto dal ns. Coordinamento Donne.

Quanti post-it come quelli sulla copertina del Foglio di questo mese potremmo scrivere? A dozzine. Stereotipi da doppia riga con penna rossa, stereotipi falsi che servono solo per essere accartocciati e gettati nel cestino.

Mentre l’Islanda si afferma per la nona volta come primo Paese al mondo per parità di genere, l’Italia si conferma fanalino di coda in Europa per tasso di occupazione femminile. Mentre la terra dei Geyser continua ad essere il miglior paese al mondo in cui “essere donna” facendo registrare un primato anche tra i Paesi più sicuri per le donne che viaggiano da sole e dimostrandosi un paese da quote rosa sotto ogni punto di vista, l’Italia risulta il penultimo paese in Europa per occupazione totale dopo la Grecia.

Se si guarda al complesso dell’occupazione (maschile e femminile) la Regione europea con l’occupazione piú bassa è la Mayotte (39,2%), seguita dalla Sicilia (40,6%), la Calabria (40,8%) e la Campania (42%) mentre la quinta è la Guyana, altra Regione d’oltremare francese.

Se per gli uomini la distanza dalla media europea è di 5,8 punti (il 67,1% di uomini occupati tra i 15 e i 64 anni in Italia contro il 72,9% medio Ue) per le donne italiane la distanza è di 13,5 punti (48,9% a fronte del 62,4%).

L’occupazione femminile è cresciuta in Italia ma molto meno rapidamente che nella media europea. Nel Mezzogiorno l’occupazione femminile dal 2013 al 2017 è passata dal 30,7% al 32,3% medio con una crescita di appena 1,6 punti. Se si guarda solo all’ultimo anno l’occupazione delle donne è cresciuta di 0,8 punti in media in Italia, mentre in Europa è avanzata di 1,1 punti. E la parità di salario? In Islanda da gennaio è obbligatoria per legge; tale legge in realtà è in vigore dal 1961 ed è sempre stata ipoteticamente illegale la discriminazione salariale ma questa è la prima volta che Reykjavik ha portato avanti specifici passi per obbligare le aziende a prendere
misure a riguardo.

Le conquiste non sono comunque arrivate senza sacrifici. Nel 1975 uno sciopero nazionale aveva scioccato e bloccato tutto il Paese. Uno sciopero di massa a cui parteciparono il 90% delle donne islandesi che per un giorno si rifiutarono di lavorare, cucinare e badare ai loro figli, chiedendo invece per le strade pari diritti con gli uomini. Una giornata che secondo Vigdis Finnbogadóttir, ex primo ministro islandese, “fu il primo passo verso l’emancipazione femminile in Islanda“, ha dichiarato in un’ intervista alla BBC, ” ha completamente paralizzato il Paese ed aperto gli occhi a molti uomini “.

COORDINAMENTO DONNE FISAC CGIL BRESCIA

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