Rsa Prato: La pagliuzza e la trave

1a - Fabi 2 - First Cisl 3 - Fisac Cgil 6 - Uilca 7 - Unisin

Anche le lavoratrici ed i lavoratori di Prato hanno assistito increduli all’operazione con cui l’azienda, a dicembre 2017, ha deciso di erogare una cifra “una tantum” ad una platea di Colleghi molto ristretta, nonché alla promozione di 49 nuovi dirigenti. In qualità di rappresentanti dei lavoratori non ci sfugge l’evidente violazione delle norme del Contratto Nazionale vigente relative al salario incentivante e degli impegni assunti nell’Intesa Quadro del 4 ottobre 2017, e non ci sfugge nemmeno la presunta violazione degli obblighi susseguenti agli aiuti di Stato sulla quale auspichiamo in una celere risposta al quesito posto unitariamente al Ministro dell’economia e delle finanze e alla Commissione europea.

Non possiamo tuttavia ignorare che in termini di valore assoluto il tema del premio una tantum rappresenta una vera e propria pagliuzza se confrontata con la trave degli importi relativi al mancato riconoscimento salariale delle ore di prestazione aggiuntiva effettuata dai dipendenti di questa banca. Si tratta, in base ai dati in nostro possesso, di diverse migliaia di ore lavorate che le colleghe ed i colleghi non provano neanche più ad inserire nell’apposito applicativo perchè stanchi di vedersene rifiutato il riconoscimento, il pagamento e il versamento della relativa contribuzione. Se il quadro emerso dall’indagine da noi effettuata nel giugno del 2016 era preoccupante, la situazione non può dirsi migliorata a seguito delle decine di fuoriuscite nel fondo, dell’entrata in vigore di nuove stringenti normative e della scellerata gestione organizzativa della chiusura delle sedi. La provincia di Prato ha visto, dal 2012 ad oggi, la chiusura del 40% degli sportelli Monte Paschi e una perdita di oltre 30 posti di lavoro che però non può dirsi fisiologica in quanto le filiali rimaste hanno incorporato la clientela e tutte le lavorazioni provenienti dalle filiali chiuse. Questo ha comportato un enorme aggravio di lavoro a carico dei colleghi rimasti, i quali sono stati anche sottoposti negli anni a sperimentazioni riorganizzative che non hanno però risolto i problemi. Ribadiamo con forza che il datore di lavoro deve mettere in condizioni le colleghe ed i colleghi di poter svolgere il lavoro assegnato loro nelle ore contrattualmente previste. La disorganizzazione dell’azienda non è un problema che può essere risolto da chi non ha titolo, a maggior ragione se lo strumento utilizzato è quello del lavoro non retribuito. Il pessimo clima che si respira anche nella nostra provincia in ogni ambito e ad ogni livello è confermato dall’enorme quantità di ASO volontarie richieste anche per il 2018. Evidentemente non si avverte solo la necessità di conciliare i tempi di vita lavoro ma quella di aumentare, con uno strumento previsto dagli accordi, il tempo che si passa fuori dal posto di lavoro.  Per affrontare queste questioni e ricercare soluzioni condivise richiediamo urgentemente un incontro con il Responsabile del Dipartimento Risorse Umane dell’area Toscana e con il Gestore delle Risorse Umane di Prato.

Prato, 01 febbraio 2018

LE SEGRETERIE

Photo by Giacomo Carena

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