Non è bello dire che l’avevamo detto, certo. Però… eccome se l’avevamo detto!
Da quando il Gruppo ICBPI (con annessa CartaSì) è stato ceduto a fondi speculativi internazionali, i lavoratori si sono da subito mobilitati per evitare “operazioni spezzatino”, ricadute occupazionali e ripercussioni sul sistema dei pagamenti e del risparmio a livello nazionale. Le agitazioni e gli scioperi che si sono susseguiti negli ultimi due anni in ICBPI (oggi NEXI) hanno avuto, e continuano ad avere questo significato. Non sono in ballo solo i posti di lavoro nell’ex Gruppo ICBPI (oggi NEXI), è in gioco un pezzo significativo e strategico dello sviluppo prossimo venturo dell’Italia.
Prima a dirlo eravamo solo noi, sindacati dei lavoratori. Da ieri abbiamo un illustre compagno di vedute: il Vicedirettore Generale di Banca d’Italia, dott.Fabio Panetta.
Inutile dire che la cosa un po’ ci inorgoglisce e un po’ ci conforta; però non ci rasserena. Serve che la Politica e il Governo prendano in seria considerazione che cosa comporterà la digitalizzazione nel sistema bancario e agiscano di conseguenza, a tutela degli investimenti e del risparmio collettivi.
Se qualcosa devono aver insegnato i disastri delle popolari venete e di Banca Etruria è che: prevenire si può e prevenire si deve!
Le OO.SS. dell’ex Gruppo ICBPI – oggi NEXI – sono state ricevute in Banca d’Italia, una volta ancora, non più tardi di lunedì scorso. Abbiamo ribadito le stesse perplessità e gli stessi timori che il Dott. Panetta ha manifestato alla Camera dei Deputati. Che dire… siamo allineati.
Ora, però, occorre passare dalle parole ai fatti; dalle azioni sindacali a quelle politiche; dalle assemblee dei lavoratori alla pubblica opinione.
Perché noi difendiamo il nostro posto di lavoro e la nostra professionalità ma l’Italia si sta giocando il futuro dell’autonomia operativa del suo sistema bancario.
Le RR.SS.AA. Fisac-CGIL in Nexi
ALLEGATI: