Perché gratificare di “passione” questo nazismo maschile che ogni anno produce, solo qui in Italia, un vero e proprio olocausto di femmine soppresse solo perché non vogliono più appartenere (come bestie, come cose) a un padrone, e per giunta un padrone violento? “O mia o di nessuno”, dice il boia di turno, ed è la perfetta sintesi di una cultura arcaica e mostruosa che – esattamente come il movente razziale – dovrebbe costituire un´aggravante, in un paese civile. Mentre l´aggettivo ―passionale rimanda, purtroppo, a una sorta di attenuante, quasi di “spiegazione”: e fino a una generazione fa, qui in Italia, era di fatto un´attenuante giuridica. Levato dai codici quell´infame eufemismo che erano le ―ragioni di onore, rendiamo onesto, veridico anche il linguaggio giornalistico. Passione e amore non c´entrano, c´entrano il potere, il terrore di perderlo, l´odio della libertà.
Michele Serra, la Repubblica, 6 marzo 2012
Ancora oggi, il linguaggio utilizzato per parlare di violenza di genere tende a ridurre la complessità del fenomeno, limitandosi a riportare i casi di femminicidio come “raptus o “delitti passionali” causati dal “troppo amore” e dall’incapacità di accettare la fine di una relazione e attribuendo, così, a tutte queste morti un carattere estemporaneo e accidentale. Il modo di raccontare questi delitti, riducendoli a semplici uccisioni di donne, non fa emergere l’odio misogino, la percezione maschilista che ne è alla radice e la convinzione di poter disporre delle donne in modo del tutto discrezionale, violandone l’integrità psico-fisica e i diritti fondamentali.
Combattere la violenza di genere è una questione di civiltà, un dovere non più rinviabile di civiltà che riguarda indistintamente uomini e donne e richiede l’apporto di ciascuno e di ciascuna.
In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, rilanciamo l’appello promosso dalla CGIL “Avete tolto senso alle parole”, per rivendicare il diritto delle donne a essere libere dalle violenze e a pretendere azioni concrete affinché questo diritto si realizzi. La petizione ha già raccolto 15 mila firme, ma non basta, dobbiamo crescere in numero e consapevolezza. Chiediamo, quindi, a tutte e a tutti, di dare la massima visibilità all’appello:
http://www.progressi.org/avetetoltoilsensoalleparole.
L’Esecutivo Donne della Fisac Cgil sarà alla manifestazione indetta per il 25 novembre dalla rete di Non Una di Meno, con raduno alle ore 14.00 in Piazza della Repubblica. Le compagne e i compagni che volessero partecipare troveranno le informazioni logistiche necessarie al seguente link:
https://nonunadimeno.wordpress.com/2017/10/31/manifestazione-nazionale-a-roma-abbiamo-un-piano/
Roma, 22 novembre 2017
Esecutivo Donne Fisac CGIL