Con l’iniziativa “RESET” evocativa fin dal titolo, alla quale parteciperà anche il Segretario Generale della Fisac Cgil Agostino Megale, la FISAC CGIL Toscana si propone di aprire una discussione su un nuovo modello di banca possibile dopo lo “tsunami” degli anni che abbiamo alle spalle. La Toscana ha pagato un prezzo alla riorganizzazione e al salvataggio di importanti Istituti, che hanno profondamente segnato il profilo del settore: quasi 3.000 dipendenti in meno in un biennio, quasi 10.000 in un decennio, 200 sportelli in meno solo nel periodo 2017-2018 tra quelli già chiusi e quelli che chiuderanno.
La capacità delle parti di governare in modo soft le uscite di questo imponente numero di lavoratori , con l’accesso volontario al fondo di accompagnamento alla pensione, le risorse importanti garantite dal sistema pubblico ( sempre 5/10 in qualche caso 20 volte minori che nel resto di Europa) non debbono far pensare ad un’uscita definitiva dai problemi.
Il confronto aperto tra vigilanza BCE e parlamento europeo sulle ricapitalizzazioni a garanzia di nuovi NPL, la pressione dei falchi del rigore nord-europeo che mirano a scoraggiare l’acquisto di titoli pubblici di paesi con forte debito anche attraverso differenti valutazioni, il prossimo esaurirsi dell’azione sul Q.E. possono riprodurre per il sistema paese e per le banche un problema che una possibile instabilità politica non può che accentuare.
Al netto del quadro di contesto generale, il riordino delle BCC in corso, i processi di armonizzazione contrattuale tra le banche acquisite e le acquirenti, le costanti innovazioni tecnologiche e le proposte di riorganizzazione interna, richiedono uno sviluppo ulteriore dei processi condivisi tra le parti.
A partire dalla chiusura dei contratti aperti, si pone il problema di garantire con il consenso, quelle innovazioni contrattuali e di sistema che sappiano valorizzare appieno il lavoro, rispettare i risparmiatori, garantire a famiglie e imprese la ripresa di un credito utile al rilancio dell’economia tutt’altro che consolidato.
Per la nostra regione infatti, posto che il calo degli impieghi verso le imprese può essere determinato da una riduzione della domanda, che però sottolinea il permanere della crisi e la conseguenza della riduzione del numero delle imprese ( tabella n°1) i dati sono inequivocabili.
Le disaggregazioni tra industria, servizi e costruzioni sottolinea ancor più la distanza tra l’agosto 2011 e l’agosto 2017 ( tab. 2-3-4).
Infine la crescita dei soggetti “a sofferenza” e il lieve calo delle sofferenze in valore assoluto, così come la continua espansione dei depositi bancari delle famiglie che può spiegare il mantenimento di un certo raffreddamento dei prezzi (tab. 5 e 6 ) completano un quadro molto complesso e pieno di rischi.
La FISAC è pronta a discutere nella giornata del 22, a partire da qui, dalla situazione data, insieme a rappresentanti della banca di sistema per antonomasia, delle piccole banche locali, della politica, dell’università e del sindacato di quale modello di banca per il futuro e di quali relazioni in un contesto profondamente modificato e in continuo cambiamento.
Diretta sulla pagina Facebook di Controradio Firenze
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