Isp e Banche Venete: accordo sul protocollo di integrazione

Si è conclusa poco fa la trattativa con la firma di un Protocollo per l’avvio dell’integrazione delle ex Banche Venete.
Il perimetro di applicazione del Protocollo corrisponde a quello del Decreto governativo e non può essere variato dalla Due Diligence in corso:
Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Nuova, Banca Apulia, SEC e Servizi Bancari.
RIDUZIONE DEL PERSONALE: attivazione di esodo volontario senza incentivazione attraverso il Fondo di Solidarietà.
Per il perimetro delle ex Banche interesserà i lavoratori, con esclusione dei dirigenti, che maturano il requisito pensionistico al 31 dicembre 2024 ; la richiesta dovrà pervenire entro il 18 settembre 2017, con uscite comprese fra il 30 settembre 2017 ed il 31 dicembre 2017.

Solo dopo la verifica per il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione per le ex Banche si aprirà il confronto sulle modalità di adesione all’esordo per il personale già dipendente Intesa Sanpaolo; saranno ricompresi i lavoratori, inclusi i dirigenti, che maturano il requisito al 31 dicembre 2022.
NORMATIVA A decorrere dal 1 luglio 2017 è superata tutta la contrattazione aziendale nelle aziende del perimetro acquisito. Sono conservati in via transitoria i trattamenti di welfare relativi a previdenza complementare, assistenza sanitaria, buoni pasto, condizioni agevolate, assegni per figli portatori di handicap ed i trattamenti individuali /collettivi già percepiti al 30 giugno 2017.
Le giornate di Solidarietà previste in Veneto Banca e Banca Apulia non devono più essere fruite obbligatoriamente, salvo la volontarietà del lavoratore.
In caso di mancata conversione in legge del Decreto le previsioni dell’accordo firmato saranno nulle.
Questo accordo che salvaguardia l’occupazione e conferma la volontarietà degli esodi è un primo importante passo per dare tutele e certezze ai lavoratori.

Scarica il testo dell’accordo


Articolo tratto da Sole24Ore 

La firma. Le parti hanno attivato il fondo a 7 anni e garantito la volontarietà – Si parte in ottobre

Per Intesa accordo con i sindacati sulle banche venete: 4mila uscite

Se il decreto legge per il salvataggio di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza ha incassato l’approvazione della Camera ed è ora approdato al Senato, dal gruppo Intesa Sanpaolo e dai sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin-Sinfub e Ugl) arriva un segnale molto forte: stanotte, quindi anticipando il passaggio in Senato, le parti hanno siglato l’accordo sindacale per la gestione delle uscite, subordinandolo comunque all’approvazione definitiva delle Camere.

Il risultato del negoziato che si è chiuso a tempi di record, sono 4mila prepensionamenti su base volontaria, di cui almeno mille nel perimetro delle ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza che dovranno essere realizzati entro quest’anno. L’attivazione del Fondo di Solidarietà con permanenza massima di 7 anni per i lavoratori delle banche venete e di 5 per quelli di Intesa Sanpaolo. La prima finestra di uscita è fissata al primo ottobre 2017. La platea dei prepensionabili in Intesa e nelle banche venete comprende tutti coloro che maturano i requisiti pensionistici rispettivamente al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2024. Inoltre potrà accedere al pensionamento chi matura il diritto entro il 31 dicembre 2017. Le uscite saranno volontarie per tutti i bancari coinvolti e per quelli delle banche venete è stato deciso il mantenimento dei trattamenti di welfare in materia di previdenza complementare, cassa sanitaria, buoni pasto e degli accordi aziendali in vigore fino al 30 giugno 2017.

Per i sindacati si tratta di uno dei più importanti accordi realizzati nel settore perché, come spiega Mauro Bossola, segretario generale aggiunto della Fabi «abbiamo evitato i licenziamenti e messo in sicurezza lavoratori che fino a ieri vedevano duramente compromessa la propria stabilità lavorativa, ottenendo a loro favore garanzie sulle uscite volontarie e anche sulla contrattazione di secondo livello, senza nulla togliere ai dipendenti del gruppo Intesa Sanpaolo». Forte il messaggio rivolto alla classe politica. «Ora ci attendiamo che, con la stessa rapidità dimostrata dal sindacato, anche la politica faccia la sua parte completando l’iter di conversione del decreto da parte del Senato», aggiunge Mauro Incletolli, della segreteria nazionale di First Cisl. Per il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, «è un accordo importante che rappresenta un tassello decisivo dell’intera operazione di salvataggio che anticipa le decisioni della politica in merito alla conversione del decreto in legge». Giuliano Calcagni, segretario nazionale della Fisac fa notare «il senso di responsabilità del sindacato che in 15 giorni ha chiuso con totale unità e in maniera efficiente un accordo che vuole essere anche un monito alla politica. A questo punto chiediamo però chiarezza e trasparenza e ribadiamo la necessità di fare pulizia tra i dirigenti delle banche venete: su questo misureremo lo spessore etico dei dirigenti di Intesa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei

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